Tutto è riassunto in questo video:
Mi rendo conto di essere troppo attaccato al telefono, soprattutto quando sono fuori con altri. Perché già di base c’è il check-in da fare, la foto da instagrammare, il tweet da scrivere con l’hashtag giusto. E poi ci sono i messaggi, le notifiche, le mail in push. E poi fai una cosa, ti capita di tappare su facebook e dici “leggo 3 secondi e poi chiudo”.
Ed è troppo, in effetti. E mi son reso conto che lo trovo fastidioso, soprattutto quando io non potrei fare lo stesso (vuoi perché impegnato alla guida o perché – banalmente – il mio è scarico).
E forse, forse tutto ciò non ha senso.
In ufficio è venuta fuori una bella discussione a riguardo. M. come suo solito ha offerto un punto di vista non banale sull’argomento (che io ovviamente riuscirò ad esprimere nel modo sbagliato): i telefoni (e i social nwetwork) ci danno anche molti spunti di parola e di discussione (la news, il video scemo, l’update dell’amicoincomunechenonsivededaunavita). E il tutto sta nel tenerli come spunto, nel lanciare l’occhiatina e non esagerare, dedicando troppa attenzione al telefono e non alle persone.
Ma invece lo spunto per farlo diventare un buon proposito arriva da P.
E il punto è di cambiare quelle brutte e fastidiose abitudini ormai consolidate.
E questi sono i propositi a riguardo che voglio riuscire a mettere in pratica:
- niente più risvegli social: il resto del mondo può aspettare, non c’è bisogno di attaccarsi al telefono appena svegli, durante la colazione, prima della doccia, mentre mi sto vestendo;
- in macchina si guida, al massimo si controlla il navigatore;
- in metro o in treno ok per ascoltare musica e mi concedo al massimo la lettura degli update da Feedly. O, sarebbe meglio, un 3DS, una PS Vita o un Kindle;
- in giro con gli amici: il meno possibile.
Ce la farò? Beh, poco alla volta. Poi c’è un anno di tempo per raccontarvelo, giusto?