È che non sei preparato a riceverle.
Squilla il telefono, rispondi e all’inizio non senti nulla. Poi una voce lontana, con un accento spagnolo. E allora capisci.
Perché è una chiamata proveniente dall’altra parte del mondo. Dopo anni e anni si ricorda ancora di noi. Ci manda gli auguri di Natale e di Pasqua. Ed è una gioia sentirla. Si preoccupa dei miei studi, di come stanno la mamma e il papà e di come va il lavoro. Dice che loro stanno bene e si scusa per non essere riuscita a chiamarci per Natale, ma lì, dall’Ecuador, gli dava sempre la linea occupata.
Ed è una di quelle chiamate brevi, ma intense. Che ti mettono felicità , tanta ma tanta felicità . Urli alla cornetta, perché possa sentirti più facilmente. E le voci si sovrappongono, complice magari qualche ritardo nella telefonata. E ripeti 2-3-4 volte quello che dici.
Ma sei contento, tanto, tanto, tanto contento.
Come quando ammiri il presepe che ci ha regalato, anni fa.
Come quando ritrovi quella bellissima fodera per il cuscino, che vuoi in qualche modo riempire.
Come quando ripensi a che bella persona è.
Come quando ripensi a quando ce l’avevi qui vicina.
Altro che le proposte di vendita di Telecom, Infostrada & Co.
Queste sono le chiamate che uno vorrebbe ricevere a tutte le ore!
Notte compresa, se si considera il fuso (orario) 🙂