Le settimane tremende continuano.
E l’idea era di passare una Pasqua per conto mio, per rilassarmi, per riposarmi, per fare le cose che mi piacciono senza preoccupazioni. E invece non è andata così. Per nulla.
Col senno di poi, posso dire che tutto quello che avevo pensato era sbagliato.
Non è questo il periodo in cui sono capace di stare bene con me stesso. E paradossalmente, la giornata di ieri con i miei in trasferta, è stata migliore di quella di oggi, passata in un letto senza la forza di alzarmi, con le ansie per quello che mi aspetterà domani in ufficio, intervallate da quel “magari nel pomeriggio vado in agenzia così mi porto un po’ avanti”.
Avevo dei programmi per oggi. Cose da fare, cose per me, cose per amici, cose per il mio futuro. Non ho fatto nulla.
Avevo un invito per una giornata al parco con degli amici che forse non si rendono conto che se non ci fossero stati loro in questo ultimo periodo io non so dove sarei. E invece no, me ne sono escluso da solo. Perché, poi?
Ma nel frattempo vedevo anche su Instragram troppe foto che mi facevano sentire escluso da altri gruppi di amici, grigliate e gite fuoriporta di cui non sapevo niente e di nuovo scatta quella paura di sentirsi escluso, di essere – alla fine – da solo, di non essere abbastanza per gli altri.
E alla fine non è un pensiero che ha molto senso quando si fa di tutto per stare da solo, vero?