La cosa positiva è che mi sono trascinato a Gardaland.
La cosa negativa è che mi sono portato dietro anche i miei casini che sto gestendo in modo pessimo.
La cosa positiva è che mi sono trascinato a Gardaland.
La cosa negativa è che mi sono portato dietro anche i miei casini che sto gestendo in modo pessimo.
La fregatura è che è andata a finire che non sono riuscito neanche a correre un po’.
E no, non se ne esce da questa spirale.
un post con un titolo sempre valido, anche se siamo al 20 di agosto.
E poi ci sono quelle giornate in cui no, non va nulla bene e l’unica cosa che vuoi fare è stare a letto, dormire, tenere il do-not-disturb attivo tutto il tempo sull’iphone, non rispondere a chiamate, saltare il pranzo e sperare che errori e cazzate e relative conseguenze spariscano da sole, ma purtroppo no: bisogna affrontarle meglio prima che poi, imparando a farsi meno male possibile.
O forse bisognerebbe imparare ad evitare quelli errori e cazzate evitabili.
Scommetto che l’ho già postato. Però è ancora quel (brutto) periodo.
Non potevo resistere all’idea di un’altra serata solo per noi due, a parlare, chiacchierare, ridere.
Non potevo resistere al richiamo di Bergamo, quella città che presto sarà la mia città .
E così di nuovo in macchina, ovviamente in ritardo, in viaggio verso Bergamo lungo un’autostrada piena di cantieri ma vuota di macchine.
Un cinese buonissimo, di quelli che ti sazia, costa il giusto e soprattutto non ti impuzzolentisce.
Un giro in macchina verso Città Alta, ovviamente chiusa per traffico.
La ricerca di un parcheggio, la camminata, il freddo alle gambe (pantaloni corti, perché?), la funicolare, i discorsi delle altre persone, le occhiate che ci lanciavamo e le risate che soffocavamo.
I tanti passi, i molti discorsi con sullo sfondo una Città Alta in una notte meravigliosa.
Poi un pub con birra artigianale, una media e qualche grado di troppo di alcool, ma va bene così.
Va bene perché pur sentendoci sempre, serate così fanno bene al cuore.
E mi fanno capire quanto ti voglia bene, cara amica mia.
Forse dovrei smettere di girarmi tutte le volte che passo davanti a quella casa.
Dovrei smettere di rallentare e scrutare il giardino sperando di vedere la tua macchina parcheggiata (che poi, chissà se la tua macchina è ancora la tua, quella di infiniti viaggi assieme e chiacchiere e risate e sogni e progetti da condividere).
Dovrei smettere di sperare di vederti, perché sicuramente con il tuo lui e la tua figlia chissà dove abiti e sarebbe particolarmente strano trovarti qui.
Dovrei smettere di pensare a tutto quello che abbiamo vissuto assieme e a tutto quei momenti di felicità per te che mi son perso e che non abbiamo condiviso: il tuo matrimonio, la nascita della tua bambina e – perché no – tu che le le insegnavi a chiamarmi “zio”, come tante volte mi avevi raccontato.
E in fondo basterebbe poco, basterebbe poco a provare ad alzare il telefono, dirsi “ciao” e lasciare le cose andare e vedere come va a finire.
Però, porca di quella miseria, perché devo essere sempre io a sentire la lontananza delle persone?
Tu non provi nulla di tutto ciò?
Sono così inutile e senza peso nei ricordi e pensieri degli altri?
Altro inutile post di pura cronaca della mia giornata, questa volta in forma di punto elenco:
Oggi alla fine è stata una giornata produttiva, a parte il solito risveglio alle 13.
Ho finito di leggere L’isola dei segreti e iniziato Maschio bianco etero.
Ho finalmente visto il film di Need for Speed e non riesco a capire se era effettivamente meno peggio di quello che mi aspettavo o se semplicemente avevo delle aspettative troppo basse. Ma una cosa è certa: non aveva nulla del feeling del gioco, mi spiace.
Ho lavorato un po’ e portato avanti qualche progetto.
E si continua la ricerca disperata di posate per la casa. Che in realtà le avrei già trovate, ma forse non è il caso di prendere queste qua.
Che poi, se mi si chiede cosa abbia fatto oggi, la risposta è niente.
Solo un’altra giornata di dolce far nulla, questa volta in attesa della cena con amici che non si vedeva da troppo tempo… a cui ovviamente arriverò in ritardo, visto che devo ancora andare a correre e si sta facendo un po’ troppo tardi.