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341 – simil

Altra giornata di simil shopping per la casa, questa volta da Alessi prima e da Lagostina poi.

Un vedere e non comprare per il momento, intanto che si decide cosa prendere e cosa no.

E poi la voglia di un giro al lago, ma il tempo non ha collaborato e così non c’è stato niente di meglio di un’altra cena al giapponese.

340 – pace

Prima giornata di circa ferie.

Dormito molto, fatto qualcosina per un lavoro, ma non tropo.

Letto un bel po’ tanto che ora c’è da decidere quale nuovo eBook comprare.

Iniziati due nuovi serial, giusto perché non ne seguivo già abbastanza: Extant e The Leftovers.

Giocato un po’ con Metrico e con Road not Taken, anche se ero molto dell’umore per risolvere quegli enigmi. Giocato invece tantissimo a The Crypt of The Necrodancer.

Poi altro giro tra OBI e GranCasa, giusto per scoprire che al solito gli unici servizi di piatti che mi piacciono costano un occhio della testa, mentre invece il servizio di posate sarà una tragedia notevole.

Poi cena e un’uscita di quelle organizzate all’ultimo ma che ti mettono in pace con il mondo a suon di chiacchiere e chiacchiere.

339 – metà

Decisamente una lazy sunday, tra dormite, letture di Kindle, giocate con la PS Vita e la PS4 e qualche serial tv visto.

La (ri)visione de Il mio vicino Totoro.

E il pensare che oggi è sì San Lorenzo, ma è anche il giorno a metà tra il compleanno precedente e quello successivo: solo 6 mesi esatti mi separano dalla fatidica soglia dei 30 anni.

E sembra quasi tempo di bilanci. Mi sembrava di non aver combinato nulla, eppure nel giro di pochi giorni cambierà un po’ tutto: non solo il nuovo lavoro, in un’altra città (che adoro), ma una casa nuova finalmente mia, nuovi ritmi e per forza di cose una base (si spera) di nuovi giri e nuove amicizie (tentando ovviamente di non perdere quelle vecchie e più importanti).

Non so perché questi 30 anni mi spaventano così tanto, forse perché sembrano quasi il segno di un’età adulta per cui però non mi sento pronto e per cui mi sento ancora indietro, avendo perso tempo su molti fronti.

Però boh, si vedrà, giusto? Tanto non si può fermare nulla e solo continuare ad andare avanti.

338 – sveglia

Il programma era svegliarsi presto, andare a correre, sbrigare 2 faccende, andare a Milano e poi all’IKEA.

Di tutto questo niente, si è solo dormito fino alle 12:30, grazie ad una sveglia mai puntata, risposto al volo a messaggi preoccupati di chi doveva fare i giri con te e non ti aveva ancora sentito.

E poi niente, 2 spiluccate al volo e via in macchina per iniziare i giri.

Prima corso Vercelli, un salto alla Swatch, un giro per i vari negozi alla ricerca di pantaloncini che non riesco a trovare, uno alla Nespresso per scegliere il prossimo acquisto per la casa (la U della Krups arancio, molto probabilmente. C’è solo da valutare se prendere subito o più tardi l’Aeroccino. E aspettare qualche offerta con sconti o buoni di cialde gratis) e poi via: IKEA, anche se è solo un guardare, pensare e non toccare.

Anche perché c’è da vedere bene cosa serve per casa e in realtà quel che serve c’è già e quello che manca sarebbe un di più da valutare attentamente una volta entrato e vissuto un po’ l’appartamento: per capire se effettivamente mi serve, le dimensioni e soprattutto cosa sta meglio dove.

Poi il rientro a casa, una doccia e via, di nuovo fuori anche per cena.

Una serata tranquilla, mangiando cotolette alla milanese con pancetta e scamorza affumicata, al sicuro dal temporale che imperversava fuori.

337 – sorpresa

È stata una giornata bella.

E i presupposti c’erano tutti, visto la sera prima ti arriva un messaggio che bene o male ti dice:

“Ma se domani venissi a Bergamo riusciamo a trovarci?!?”

E come puoi rispondere di no?

Certo, solo per pausa pranzo perché durante la giornata si deve lavorare e ci sono (troppe) cose da finire, però è quanto basta per renderti felice.

Perché c’è qualcuno a cui tieni tantissimo che ha pensato alla tua nuova città per passare un giorno di relax e per passare con te anche solo pausa pranzo.

E così il giorno dopo ti messaggia, ti avvisa che è arrivata, le indichi un parchetto (meraviglioso) vicino all’ufficio in cui inizia a leggere sfruttando la bella giornata. Alle 13 precise è sotto il tuo ufficio pronta per andare a mangiare qualcosa in pausa pranzo. Decidi per un jappo (anche perché sono giorni che hai voglia di jappo) o meglio, decidi per il Miyabi, ma ovviamente scopri che è chiuso per ferie. Consulto rapido con una collega e opti per un baretto fantastico in Borgo Santa Caterina. Poi le chiacchiere, e tic toc tic toc il tempo passa e finisce il pranzo, tu torni in ufficio e a lei indichi la strada per Città Alta.

Arriva sera, le 6 meno qualcosa e dal baretto sotto arriva la consegna di spritz + aperitivo con tzatziki, patatine al bacon (aaawwwww) e altre schifezzine varie, ordinate dal capo direttamente dalla Grecia.

Aperitivi di buone vacanze con tzatziki che arrivano a sorpresa. ❤️

E poi finisci, mandi le ultime mail, chiudi tutto, ti rivedi con lei che ti racconta del suo pomeriggio, della bella giornata di sole, di quanto Città Alta sia meravigliosa e non puoi fare a meno che sorridere e pensare che in fondo lo sai e che hai scelto Bergamo anche per questo.

E poi niente, è ora di prendere le macchine e tornare verso casa, tu davanti in Adam, lei che ti segue con la sua.

Zero traffico, qualche incertezza causata da personaggi che non sanno usare le 4 corsie ma si è a casa in un’oretta. Tempo di una doccia, 4 chiacchiere e poi cena di nuovo con lei e poi ancora si raggiungono amici in un bar per alcuni saluti prima che alcuni partano per le loro vacanze.

E poi crolli addormentato a letto, col sorriso.

336 – TLC

Ero convinto che l’ultimo giorno di lavoro fosse il 7. Invece non è così, visto che il 7 era oggi e oggi non è esattamente stato l’ultimo giorno di lavoro.

Anzi.

Però, anche se faticoso, in questo giorno mi sono tolto delle soddisfazioni lavorative.

E nel frattempo va anche a finire che mi chiama già il tecnico Telecom per attivare la linea, mentre ancora non avevo inviato a Fastweb il contratto firmato, anche perché mi ero accorto di un paio di inesattezze e volevo parlare con un operatore per avere chiarimenti.

Tecnico Telecom che ho scoperto essere necessario perché la Fibra che Fastweb vende a Bergamo in realtà non arriva fino all’abitazione, ma solo fino alla centrale di prossimità, mentre da lì all’abitazione il collegamento è fatto con un doppino che dovrebbe però garantire ottime velocità (incrociate le dita per me).

Comunque, dopo neanche 5 giorni lavorativi dalla richiesta, ho già un signore che vuole fare verifiche e installare, mentre al momento della stipula del contratto mi avevi detto che comunque ci sarebbero voluti almeno 20 giorni minimo…

Il problema ovviamente è che non ho ancora accesso alla casa, quindi ho dovuto rimbalzare il tecnico al 29 e in una successiva telefonata con Fastweb ci siamo accordati perché facessero una nuova richiesta verso fine mese.

Sono rimasto stupito da questa velocità e soprattutto dalla cortesia e gentilezza sia del tecnico Telecom che della ragazza del team social care di Fastweb con cui ho poi chiarito le questioni contrattuali e la gestione dell’installazione.

Ma la cosa migliore è che entrambi davano l’idea di essere preparati e competenti nel loro lavoro e sono riusciti a infondermi una sensazione di fiducia nei confronti delle società di TLC che prima non avevo.

335 – solitudine

Mi chiedo: di cosa avete paura? Della solitudine? Venite a provarla: non è così spaventosa. Certo, bisogna abituarsi, ma non è la bestia nera che tutti pensano.

Altra domanda: avete davvero bisogno di tutta la retorica e il finto interesse da parte degli altri? Non sapete validare da soli le vostre capacità?

Via Matt Brendan – Elogio della solitudine

Il punto è che Matt ha ragione.

Pensandoci bene, è la prima volta che sto sperimentando la solitudine. O meglio, è la prima volta da “cresciuto” che la sto sperimentando. E dico “cresciuto” semplicemente perché, anche se alla soglia dei 30 anni, ho quasi paura a definirmi adulto.

Da bambino ero un tipo solitario, vuoi per lo stampo ricevuto dai miei genitori, vuoi per oggettivi differenti interessi che non permettevano la creazione di legami forti: la mancanza di passione per il pallone, il preferire divorarmi un Piccoli brividi o un libro del Battello a vapore piuttosto che stare fuori all’aria aperta con altri, il provare a risolvere per l’ennesima volta quel malefico enigma dei fiammiferi in Paperon de Paperoni e l’isola del tesoro sul computer di papà.

Ma poi sono cresciuto e in realtà tutto è cambiato. Ho iniziato a sentire il peso del non avere amici, contatti, non condividere esperienze di vita con i miei coetanei (anche fossero stupidate) e con quelli del paesello era ormai tardi. Ma sono arrivate le superiori, l’università, il lavoro, gli amici dei social, una vita di coppia: basta solitudine per anni e anni e anni perché non potevano esistere per principio possibili momenti di solitudine.

E ora è cambiato di nuovo tutto: una vita di coppia che è finita, un cambio radicale di lavoro e casa, l’inizio dell’indipendenza dalla casa natia: è l’inizio di nuove abitudini, ma soprattutto sto imparando a conoscermi, sto imparando a stare da solo con me stesso, a non vergognarmi di mangiare da solo in un ristorante affollato e mi va bene così, anche stare a casa una sera da solo a farmi le mie cose o non far proprio nulla.

La solitudine, alla fine, non è una cosa così brutta.

334 – calmare

Forse qui serve una calmata.

Anche perché oltre alle ore di lavoro in agenzia (e oggi si è lavorato ad oltranza, per tutta una serie di piccole cose che una dopo l’altra hanno fatto perdere un sacco di tempo), ci sono giusto quei 2-3-4-5 clienti extra che fanno sempre comodo per arrotondare e calmare un po’ quell’ansia (in realtà al momento non tanto fondata, anche se uno sgrat scaramantico è d’obbligo) di rimanere senza soldi.

Complice anche la soluzione di alloggio temporanea, che ovviamente non offre la possibilità di vedere comodamente film e telefilm, giocare alla play, complice il tempo che non ha permesso di prendere e girare a caso alla scoperta di Bergamo, complice la estenuante ricerca della casa, il relax si è un po’ fatto desiderare.

Però ora è ora di uno stop.

E capitano giuste giuste queste 3 settimane di ferie, che finiranno col botto del trasloco e mi catapulteranno definitivamente nella nuova vita Bergamasca, senza se e senza ma.

333 – sfida

Lo ammetto: sul lavoro la monotonia è la cosa che meno sopporti.

È ora, sono invece in una situazione che è l’esatto opposto: varietà estrema.

E molte attività per me sono una sfida, perché, ad esempio, in realtà nella mia carriera professionale ho toccato solo di sfuggita quello che è l’adv tradizionale e il creare una campagna degna di questo nome.

È così tutto è nuovo, tutto è bello è tutto è un mettersi alla prova.

E c’è anche la soddisfazione di fare cose per la prima volta e – da quello che ti dicono – farle bene.

332 – matrimonio

E così ieri si sono sposati.

La cerimonia è stata bella e commuovente (no, sposo, non dovevi dire a tradimento quel “prendo te come mia bellissima sposa”), i coriandoli al posto del riso han fatto il loro effetto, il tempo è stato clemente, i festeggiamenti sono stati impeccabili per location, menù, organizzazione dei tempi e poi il tutto è finito con gli sposi e gli invitati più giovani a bere birra in un noto pub della zona.

Il mio abbigliamento ha fatto la sua porca figura, ma la storia delle scarpe è girata talmente tanto che tutti erano preoccupati per me, persino anche la madre dello sposo (maledetti social!).

E insomma, a parte un po’ di rivalità tra i tavoli per colpa degli Haribo-segnaposto e della guerra a rubare le caramelle degli altri, alla fine è stata un giornata di gioia e risate e sorrisi, di quelle che ti lasciano una bella sensazione piacevole, anche se arrivi a casa alle 2 di notte un po’ stanco e crolli addormentato sul letto.