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236 – no

E poi in realtà ti arrivano quei giorni no.

Quelli in cui qualsiasi cosa non va o non ti va bene. Quelli che ti rifanno mettere in discussione le scelte. Quelli in cui ti sembra – sempre – di scegliere la strada più complicata, in amore, lavoro e amicizie. Quelli in cui ti senti tremendamente solo e abbandonato, anche se sotto sotto speri di sapere che non è così. Quelli in cui provi un po’ di invidia per questoo o quell’altro.

E poi, da lontano, inizia a tuonare e vorresti trovare un happy ending per il post che stai scrivendo, ma in realtà anche no.

 

235 – soddisfatto

Oggi una giornata folle, tra corri di qui corri di là, lavoro, muratori, elettricista sparito in un buco spazio temporale (“arrivo subito” e ovviamente nessuno l’ha visto), pioggia, cancelli rotti, lavori in casa, una macchina dal meccanico e – per concludere in bellezza – una caldaia che non si accende più.

Però poi c’è stata fitboxe e sono soddisfatto: non ho avuto problemi con i calci rotanti che invece faticavo a fare fino a settimana scorsa. Oggi invece riuscivo a fare il movimento giusto, senza dolori al piede o alla gamba e ad ingranare anche il ritmo giusto quando si doveva farli nei veloci e nelle sequenze.

E ora c’è addosso una stanchezza folle e mi si chiudono gli occhi, ma ci sarebbe GoT e Mad Men da vedere, ma è meglio pensarci domani, giusto?

234 – autostrada

Sai, ero quasi pronto a eliminare il tuo numero dalla rubrica, che tanto al momento era assolutamente inutile.

Eppure mi hai chiamato. Io in macchina, tu in macchina. Sulla stessa autostrada, sullo stesso tratto, ma tu in una direzione e io sull’altra.

E poi entrambi siamo arrivati a destinazione, ma nel mentre c’è stato del bello.

232 – day

Una giornata di sole, 2 carissimi amici, qualche commissione da fare – ed è subito Fidenza Village, all day long.

Il problema è che dopo il pranzo con focaccia, paté di parmigiano gorgonzola e noci e prosciutto crudo, mi è venuta improvvisamente voglia di piada e di mare.

231 – corta

E così si è arrivati alla fine di questa settimana corta e intensa.

È la giornata non ha mancato di stupire, con un lavoro urgente che comprendeva l’uso di termini come bunner e machette (sì, sigh, me li hanno scritti sbagliati). E così di colpo si è tornati al 2009, alle tipografie, ai quiotidiani e a quel misto di soddisfazione e terrore quando mandi in stampa qualcosa che verrà visto da X mila persone.

230 – sudato

Che poi, mi so perso un po’ di aggiornamenti per strada e scrivendo di altro non scritto nulla sulla fantastica serata di sabato al Glitter.

Mezzo vuoto, rispetto alla solita affluenza, ma con il giusto numero di gente per avere la pista piena, divertirsi ma avere abbastanza spazio per vivere, muoversi e respirare.

E poi rivedere i soliti amici, fare gli scemi, ridere e divertirsi. E poi amici che non si vedevano da un po’, scoprire cose che non sapevi e che forse a pensarci bene potevi saperlo, ma va anche bene così che tanto per certe cose chissene frega, finché uno sta bene con se stesso e decide di vivere la vita a modo suo.

E poi i troppi cocktail di pessimo alcool, la musica, il momento cantata trash a squarciagola con Max Pezzali.

E quindi via, come al solito si torna a casa il giorno dopo senza voce, (un po’ meno) sudati (del solito) e felici.

229 – folli

Avete presente quelle decisioni difficili e folli? Quelle scelte che fai pur sapendo che sono senza logica, che andrà tutto male e tu ci starai da schifo perché per l’ennesima volta non ce l’hai fatta a far prevalere il cervello sul cuore e sull’impulso?
Ecco.
Però alla volte il tutto finisce bene. E ti rimane appiccicata addosso questa sensazione bellissima.

227 – copertina

Sentivo proprio il bisogno di una #runlorerun easter edition.
Vestito a puntino, con l’iphone carico, la fida playlist sincronizzata, cuffiette, fascia da braccio, chiavi.
Finalmente esco di casa: un vento gelido mi fa desistere e finalmente comprendo perché oggi in casa facesse così tanto freddo che abbiamo persino riacceso la stufa.
Rientro abbattuto e triste, mi cambio e mi rimetto sul divano sotto la copertina. Sigh.

226 – volata

Avete presente quelle sere che esci ma ti dici che no, questa sera non fai tardi, che devi dormire e poi il giorno dopo hai il trainer e poi devi vederti per pranzo con la tua commercialista?

Ecco, finisci una giornata di lavoro folle. Arrivi a casa e ti riposi un attimo. Riparti con calma per Milano, passi dalla festeggiata per 4 chiacchiere in compagnia. Salite in macchina verso il ristorante, quell’Osteria qui da noi che tanto adori. Entri con gli altri 4 della serata, 2 dei quali conosci appena.

E mangi, bevi, sono tutti estremamente soddisfatti del cibo, del posto e poi anche del conto. La serata procede liscia e si parla, si ride e si scherza.

Si cerca un bar, se ne provano 2, uno più chiuso dell’altro e ne trovi un terzo, che potrebbe essere bellissimo se non fosse così vuoto. Però il posto è bello e il tuo cocktail è veramente buono.

E poi, tra una cosa e l’altra, saluti tutti, riaccompagni la festeggiata a casa e ti rendi conto che sono le 2 e passa e pensi che questa serata è volata.