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Relatività del tempo

Vedi il tuo treno delle 13.44 con le due stelline lampeggianti sul tabellone della stazione. Corri, giù per le scale. Ma è troppo tardi, le porte si stanno già chiudendo.
La controllessa dal finestrino, ti chiede scusa, ha dovuto chiudere perché il treno è già in ritardo.
Alzi allora gli occhi al cielo, ma in realtà ci trovi solo il cemento scuro del soffitto. Ti accorgi però di un orologio della stazione: sono le 13:40:32.

Lune

Nervosismo, pomeriggio incasinato, programma non fatto.
La tecnologia e il non credito che ci si mette di mezzo.
E ti arrabbi, rispondi male, chiudi le comunicazioni e ti butti sul letto, rannicchiato, solo tu e la tua testolina del cavolo.
Mandi messaggi di getto, non sai cosa pensare, chiami 1 2 3 persone che ovviamente non ti rispondono, prendi la Canon e le chiavi della macchina. Hai mente di fare una cosa, ma salta, e giri di qua e giri di là, a caso, dove ti porta la strada..
E man mano che la luce si abbassa non sai più perché e con chi sei arrabbiato. E ti arrabbi ancora di più con te stesso per esserti arrabbiato.
Poi un messaggio, diviso in due. E una telefonata. Le lacrime scorrono. Metti in moto e questa volta sai dove andare. Guardi nello specchietto e ti fermi. E scendi dalla macchina. Un cielo azzurro e rosa ti sta dolcemente salutando.

Tic tac

È che a volte mi disinteresso del Mac, mi accorgo che la vita reale non è un telefilm.
E mi rendo conto di cosa stia facendo. O meglio, di quello che non stia facendo. Perchè ora, con le lezioni, ho un sacco di tempo libero. Buttato praticamente via. La notte davanti al computer, la mattina nel letto e il pomeriggio a lavoro. E ci sono tante cose da fare, importanti, che mi trascino dietro da troppo tempo e che non ho ancora fatto.
Ho passato una brutta settimana. Brutta perché non ne ho ricordi. Non è successo nulla, non ho fatto nulla.
Potevo stare un po’ più vicino alle persone a me care. Ma no. Potevo magari provare a sentire i compagni di uni, ma no, non ho fatto neanche quello. Cogliere l’occasione per prendere, uscire, fare un giretto, scattare qualche foto. No, nulla di tutto questo.
E mi son fermato a pensare.
Cos’è quindi la mia vita?
Ora ho addosso una strana sensazione. Come se io fossi un estraneo. Estraneo da tutto, estraneo da me.
E non mi piace, non mi piace per nulla.

Fuori, dentro, lontano

Fuori, tutto sembra cupo e buio.
Ma è all’interno che si consuma il dramma maggiore.
La mente corre da una parte all’altra. Fa una cosa, ne pensa altre mille in una frenesia che non può reggere a lungo.
Il cuore è freddo, schiacciato da una sensazione costante di angoscia, paura, timore.
In lontananza lo spettro della solitudine, pronto ad impossessarsi della preda al momento opportuno…

Martedì sera

Ecco, io vorrei solo sapere una cosa.
Io vorrei solo sapere cos’è che mi ha fatto premere il 6 sul telecomando e vedere Merlin.
Cioé, è orribile, assurdo, banale, ridicolo, nella trama, nelle battute, nei costumi e nella scenografia. E poi, voglio dire, Merlino sembra proprio stupido!
Avrei fatto meglio a vedere i RIS. Ho pure visto che hanno un nuovo super programma, da una fotografia ricrea in automatico e nel giro di 5 secondi la scena 3d del luogo.
Va bene che è finzione, ma così non è un po’ esagerato? Perlomeno in CSI e NCIS le strumentazioni sono almeno credibili!
E detto questo, corro a letto, che ho un malditesta che mi sta uccidendo!