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Anticipazioni [di decisioni]

Sinceramente non sono tanto contento di aver passato il test, più ché altro perchè salta fuori una possibile scelta che implica l’abbandono del lavoro e l’abbandono di questa parziale situazione di indipendenza economica.
Rimango in attesa delle graduatorie di Arte&Messaggio, però so già che la scelta sarà difficile. Tanti mi dicono che devo scegliere quel che ritengo migliore per me. Come se ciò semplificasse le cose. Purtroppo non si tratta solo di scegliere il percorso scolastico che mi farà crescere professionalmente. Si tratta di decidere dello sviluppo che avrà la mia vita. E ora come ora sono accecato dalla voglia di fuggire da questa casa. E ciò crea un’ansia tremenda pensando ai tre anni minimi di Design, tre anni da passare a casa. Quindi mi viene da prediligere A&M (sperando di essere ammesso).
Però ho superato ora l’esame per cui, quattro anni fa, avrei dovuto impormi al divieto dei miei. E ciò fa riemergere il sogno a lungo abbandonato in un cassetto di una laurea in Design.
Sempre che, in questo mondo, una laurea serva veramente a qualcosa..

Sincerità

A volte è difficile essere sinceri. A volte è più facile nascondere le cosa per evitare casini.
Ma si era deciso per la sincerità. E non capisco quindi perchè invertire la rotta.
Ovviamente ne è scaturito un putiferio.
Una discussione ancora una volta su frasi fatte e pregiudizi e affermazioni assolutamente fastidiose. Una discussione tra due teste cocciute e orgogliose che non sono in grado di fare un passo verso l’altro, mentre la terza accumulava il tutto.
E vederlo piangere, straziarsi per il dolore addossandosi la colpa di non essere stato presente, di non aver fatto tutto quel che doveva fare, è tremendo.
È tremendo sentirmi gelare il cuore vedendo il dolore provocato, è tremendo non riuscire a fargli capire che non è così.
È tremendo sentirmi dire che si sente vuoto e fallito per aver sbagliato tutto con me. E non riuscire a far nulla per farlo stare meglio.

Acqua

Tornando a casa, vedevo davanti a me brutti e accecanti fulmini, accompagnati da lampi e bagliori vari.
Arrivato al paesello è iniziato a piovere. Sempre più forte, man mano che mi avvicinavo a casa.
Ovviamente,mi sono letteralmente inzuppato in quei 30 secondi necessari per aprire il garage e nel brevissimo tragitto, di corsa, dal garage a casa.
Tanto è bastato per avere goccioloni cadermi dai capelli e anche le calze bagnate.
E ora? Nulla! Fuori tutto tace, a parte il leggero ticchettio delle goccie acqua che scorrono nei pluviali.
Non poteva, dico io, diluviare 5 minuti prima o 5 minuti dopo il mio arrivo a casa?

Domande da dipendenza

[attenzione, questo post potrebbe contenere un alto grado di spoiler. State leggendo a vostro rischio e pericolo]

Sono finalmente riuscito a vedere gli ultimi episodi che mi mancavano della quarta stagione delle Desperate. C’era addirittura il rischio dell’happy ending con morto. E invece no, perchè come avevano già fatto con Lost, era necessario il flash forward. Così, mentre in Lost la terza stagione si era chiusa con un Jack ubriaco e distrutto, tornato sulla terra ferma, nelle Disperate invece… passi pure la figlia buzzicona di Gabrielle, passino i discoli di Linette trasformati in teppistelli ladruncoli di 16/17 anni, passi Bree acclamata scrittrice di libri di cucina con un figlio e un marito premurosi, passi Caterine al settimo cielo per la figlia che si sposa, però qualcuno mi spiega chi diavolo è il tizio che Susan bacia una volta tornata a casa? E Mike dove cavolo è finito?

Sdraiato

Schiena sull’erba e sguardo fisso verso il cielo. Lassù le nuvole correvano veloci, unendosi e separandosi rapidamente tra loro, creando forme sempre nuove. E intanto parlava. Delle paure, delle preoccupazioni, di scuola, università e lavoro, di futuro. Del come si era giunti a questo punto, del dispiacere perchè mi ero tenuto tutto dentro, del rancore che cresceva e la difficoltà di dover gestire tutto da solo, di nascosto.
Poi, al momento di andarcene, io e mio padre, come due bambinetti, ci siam messi a schizzarci con l’acqua gelida della fontana, a inseguirci. La prima volta, nella mia vita, che facevo una cosa del genere.
Un istante di felicità e spensieratezza che mi ha riempito il cuore di gioia.

Discorsi mattutini

“Stavamo pensando.. se ti imbarcarchi in una laurea di design o architettura.. insomma, è un po’ tardi, poi magari rimani indietro con gli esami e i professori ed è difficile. Quindi lasci il lavoro, la mattina segui le lezioni di Arte&Messaggio e al pomeriggio vai a seguire i corsi che ti mancano per la laurea in economia, magari lunedì che papà è a casa andate in Bicocca a vedere come fare il trasferimento”