Ho una confessione da fare: ultimamente la mia spacciatrice ufficiale di titoli di libri da leggere è Divara.
Tra gli ultimi, mi ha consigliato “Vedi di non morire” è “A tuo rischio e pericolo” di Josh Bazell, poi “Portami a casa” di Jonathan Topper, poi ha cannato con “A volte ritorno” di John Niven.
Ha cannato perché, nonostante il mio libro preferito sia “Cronache di un Messia riluttante”, non sono riuscito ad andare oltre le prime 3 pagine di “A volte ritorno”. L’idea dell’ennesimo libro che (sembra?) parlare del ritorno del Cristo anche no, basta, dai.
Così poi dal suo cilindro magico ha tirato fuori tutt’altro genere di libro: “Metro 2033”. A quanto padre piuttosto famoso e da cui hanno anche tratto un gioco (che porta lo stesso nome) e un seguito del gioco (che caso vuole sia disponibile per il download gratuito col Playstation Plus). Il punto è che è un macigno di 9000+ pagine Kindle. Giri pagine su pagine e sei sempre lì, al 3%. È lungo, è prolisso, è molto descrittivo. Però mi piace, mi sto di nuovo portando dietro il Kindle a lavoro e leggo sui mezzi e in pausa pranzo, nonostante mi metta una certa ansia e agitazione.
E scendere le scale per prendere la Metro, in realtà , ha iniziato a farmi uno strano effetto.