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Infiltrati (dell’ultimissimo minuto) al Tumblr Meet Up

E alla fine siamo finiti al Tumblr Meet Up, arrivando ovviamente in ritardissimo, a cose ovviamente quasi concluse.

Tante, troppe facce e nomi sconociuti. Ma anche tanti nick già sentiti.

Una Xlthlx scappata via troppo presto per riuscire a vedersi, un Gatto in forma smaliante con almeno due tequila in corpa, una Daniela_elle semplicemente stupenda. E poi, tra quelli che leggo, commento, chatt(av)o, compare lui, Stefigno, conteso da tutti.

Notevole poi la scelta del Bond per concludere la serata: locale interessante, musica da schifo, ma con dei clienti/cubisti impagabili: ubriachi marci, assolutamente fuori tempo (e ce ne voleva!).

Tre i loro passo principali: la spaccata, il prendi la donna e lanciala contro il bancone e il salto folle battendo le mani. Ah, poi c’era pure un tizio pompatissimo che faceva il ballo della gallina. No comment 😉

Per il resto boh, ho ancora qualche ora per decidere se andare o no al brunch. Chissà, chissà…

Momenti

Momenti in cui è molto più facile rincorrere un treno sicuramente perso che non tirare fuori delle parole di bocca per espimere anche solo una minima parte del groviglio di pensieri che si è creato in testa.
Momenti in cui la più comoda interpretazione di un “non ti preoccupare te li passiamo noi” vacilla e ti dai del cretino perché l’interpretazione corretta è un “cazzo, collabora anche tu”.
Momenti che ti trovi dannatamente a disagio per il tono giustamente scocciato.
Momenti che quelle parole comunque fanno male, perché gli anni sono passati e queste cose mai vissute spiazzano.
Momenti che quel “alla fine lo sapevi, visto che siamo assieme tutto il tempo” fanno riemergere la solita vecchia paura dell’essere insieme ma forse non è così.
Momenti che pensi che forse sei solo profondamente stupido. O che ti servirebbero dei sottotitoli per decifrare cose a quanto pare chiare e invece completamente oscure.
Momenti che a volte, almeno qualche volta, fa comodo essere aiutati, ma a volte non è possibile o comunque non è corretto.
Momenti che dici che a volte sarebbe utile saper dire basta e porre un limite alle cose piuttosto che affogare.
Momenti che ovviamente capitano con un tempismo perfetto e una decisione presa per semplici motivi di comodità e stanchezza passi per ben altro. Che forse un po’ è, ma non in maniera così rilevante come può apparire.
Momenti che in realtà l’unica cosa che vuoi fare è scoppiare a piangere, ma qualcosa ti impone di aspettare almeno di voltarti e scendere le scale.

Sei piedi sotto(terra)

Un’altra nottata di insonnia.

Non riesco o forse non voglio dormire, anche se domani si ricomincia con la solita vita. Sveglia, colazione, doccia, treno, uni.

C’è qualcosa, qualcosa che non mi soddisfa, che non mi va. C’è qualcosa, qualcosa che mi prende mi blocca e non mi fa fare quello che vorrei.

E così è semplice. Molto semplice premere play e via, per quaranta minuti non ci si pensa più a questo qualcosa che non va.

Attese in Piazza Affari

Il bello delle autorizzazioni.

Chiesto al Comune: si tutto ok, va bene, venite sabato mattina a prendere il documento!

Avvisata la società che gestisce la borsa: si, ok, tutto bene.

Arriviamo in piazza Affari: bandiere, polizia, carabinieri.

Si erano dimenticati che c’era un importante conferenza sulle regioni, con personalità di spicco.

Ovvero… È dalle 9 di questa mattina che attendiamo di poter girare. E speriamo che prima o poi tolgano quelle bandiere e quegli striscioni.

Inutile dire che i caribinieri/poliziotti ci hanno fermato n^2 volte per chiederci permessi e autorizzazioni e cosa facciamo e perché.

E pure quelli della security del palazzo della Borsa. Ma perché, per come, ma quindi suonate e fate baccano?

Il bello delle autorizzazioni.

Già, complimenti.