Tante angurie alla nostra Repubblica!
Ce lo ricorda pure Google!
Ecco, ci siamo.
Alla fine di questa settimana esce Blur, il tanto atteso nuovo gioco di corse multipiattaforma (xbox, ps3, pc) realizzato da Bizarre Creations per Activision.
Forse forse sarà il gioco di corse definitivo, almeno fino alla prossima generazione.
In uno scenario in cui anche i vari Need 4 Speed iniziano ad annoiarmi (e io sono sempre stato fedele a N4S, sin dalla versione 2 special edition), arriva un gioco che prende le migliori caratteristiche delle diverse sage e le fonde in un unico gioco.
In questi giorni però ci sono alcuni avversari; ho provato la demo di Split/Second (altro titolo multipiattaforma) e sembra non reggere il confronto. Blur è tutta un’altra cosa: la sensazione di velocità e il divertimento, soprattutto nel multiplayer online contro 20 concorrenti, è imbattibile.
Su PS3 invece Sony sta puntando tantissimo Mod Nation Racer, che ho provato in demo senza però esserne troppo convinto.
Invece con Blur è stato amore a prima vista.
Uno stile arcade, grafica ottima, divertente, longevo e anche social: il gioco infatti vanta dell’integrazione diretta con twitter e con facebook, attraverso cui si potrà condividere punteggi e risultati, screenshot delle partite, statistiche, oggetti sbloccabili e sfidare i proprio amici.
Un gioco assolutamente da provare e comprare.
Venerdì 28, vero che arrivi presto?
Voglio giocare a Blur!
Sinceramente i signori di Google potevano anche risparmiarci questo logo orribile per la Festa dei lavoratori
ladri:
1) volume
2) impianto audio
3) navigatore satellitare
4) 17 configurazioni
5) sette posti
6) chiave elettronica
7) camera retrovisore
Prima di tutto, vorrei ancora ringraziare Stefigno e gli altri ragazzi di Ambito 5 che mi hanno permesso di partecipare alla presentazione per alcuni gamers milanesi del nuovo gioco “Transformers: la battaglia per Cybertron” di Activision, rappresentata all’incontro dalla PR Francesca Squellerio, che ho trovato veramente simpatica, cordiale oltre che competente.
Ho veramente apprezzato lo spirito dell’incontro e non avevo mai partecipato a qualcosa di simile. Lo spirito di dialogo, di apertura e curiosità nei confronti delle diverse esperienze videoludiche di ognuno e l’eterogeneità di “target” che si è venuta a creare all’incontro.
Non sono arrivato per nulla preparato all’incontro, era già tanto se sapevo il nome del gioco. È stata una mia precisa scelta, per evitare di farmi un’opinione a priori e avere dei pregiudizi e poter quindi costruirmi un giudizio unicamente sulla base di quello che avrei visto. Anche se, c’era il timore di trovarmi davanti ad una produzione scarsa, per il semplice fatto che di solito i titoli derivati da colossal hollywoodiani mostrano notevoli lacune dal punto di vista tecnico (grafica, gameplay, ottimizzazione, multiplayer), nonostante poi abbiano notevoli volumi di vendita puntando sul brand.
E invece no. Il titolo è basato sul mondo dei Trasformers prodotti da Hasbro ma non ha alcun legame con i film. Quindi gli sviluppatori hanno avuto la possibilità di sviluppare un gioco da zero praticamente senza vincoli, puntando su una trama originale ed inedita, che si sviluppa sul pianeta Cybertron (finora mai comparso in alcun film) devastato dalle lotte tra le due fazioni e una misteriosa razza aliena citata da uno sviluppatore nel filmato.
Quindi campo libero anche per il design del pianeta, che compare metallico, freddo e cupo. Ed è un mood che ho apprezzato, perché mi sembra coerente con il tema della storia, una scelta razionale ed assolutamente sensata. E invece Francesca ci ha confidato che questa scelta è stata criticata da alcuni giornalisti del settore.
Campo libero anche per il design delle 4 classi di Transformers, ognuna dotata di un “potere” particolare (come potenziare gli alleati o costruire una barriera invisibile che protegge dai colpi dei nemici) e di una determinata trasformazione (ad esempio la macchina da corsa o il caccia).
Il mondo sembra piuttosto vasto e si nota un ottimo grado di libertà . La scelta della classe del transformer (e quindi del veicolo disponibile) modifica il modo in cui il giocatore può esplorare l’ambiente, obbligando a seguire percorsi diversi per raggiungere uno stesso punto. Esempio stupido: per arrivare ad una piattaforma superiore il transformer-macchina dovrà obbligatoriamente prendere un ascensore, mentre il transformer-aereo potrà eseguire la trasformazione ed usare la sua abilità di volo per raggiungere velocemente lo stesso posto. La trasformazione da robot a veicolo è possibile in ogni momento di gioco senza soluzione di continuità ed è un elemento fondamentale da aggiungere in un gioco basato su robottoni che possono assumere diverse forme quando serve.
Il gioco si configura come un gioco di azione / sparatutto in terza persona e punta moltissimo anche sul multiplayer. Non solo locale in splitscreen ma soprattutto online, con una modalità cooperativa che vede l’alleanza di 3 giocatori contro l’intelligenza artificiale o contro altri 3 giocatori umani. Si parlava di drop in / drop out che presumo (stupido io che non ho chiesto conferma, ma a “senso” dovrebbe essere così – nel caso sono accette correzioni o conferme) indichi la possibilità per un player aggiuntivo di entrare o uscire dal gioco in qualsiasi momento, in piena libertà .
Dal punto di vista grafico, non credo sia possibile dare un giudizio definitivo. Il materiale risale a gennaio, quindi ora il codice è sicuramente ottimizzato, inoltre si può presupporre che su PS3 e xBox 360 si potrà trovare il pieno supporto all’HD 1080p (vero?!), mentre tutti i video proiettati arrivavano da un dvd, quindi con una risoluzione sicuramente inferiore a quella finale.
In ogni caso dalle sequenze emergeva una grafica piuttosto buona; saltava subito all’occhio la cura particolare per gli effetti di luce generati dalle esplosioni dei colpi (non solo la qualità , ma anche il numero e la varietà , essendo ovviamente collegati a armi hi-tech diverse tra loro) e a tutti (ma tutti) i riflessi di queste luci generati in un mondo completamente metallico. Inoltre le sequenze di gioco erano tutte fluide, ho notato un crollo di frame rate solo nella scena di una esplosione, ma magari era solo una mia impressione.
Concludendo, il gioco mi ha fatto una buona impressione e penso che sia un acquisto da considerare seriamente, una volta disponibile sul mercato.
Il gioco è prodotto da “High Moon Studios” (versione per Xbox 360, PS3 e PC), mentre ci saranno delle versioni specifiche per Wii e DS, che prenderanno un nome diverso (se ho capito bene :P), realizzate rispettivamente da “Next Level Games” e “Vicarious Visions”.
La data di uscita prevista per l’Europa, in versione completamente tradotta per audio e sottotitoli, è il 25 giugno 2010, ma sincerante spero che si riesca ad organizzare un secondo evento con la possibilità di provare il gioco.
Tra meno di 3 mesi in USA inizierà la messa in onda della 3ª stagione di True Blood.
Come già fatto per le scorse stagioni, HBO si sta affidando ad una campagna di virale, sia sfruttando Twitter (esistono account di ogni personaggio), finti siti e blog e una serie di poster che verranno diffusi a cadenza settimanale.
Ecco il primo:
Google ricorda con questa serie di loghi il 205° anniversario della nascita di Hans Christian Andersen.
Altro aggiornamento di contenuti per Little Big Planet.
L’unico gioco che a più di un anno e mezzo dall’uscita nei negozi è ancora vivo e vegeto grazie ai continui aggiornamenti degli sviluppatori.
Questa volta tocca alla saga degli Incredibili di Pixar.
Nuovi oggetti di gioco, un livello, nuove bolle premio e soprattutto, tutti i costumi dei personaggi principali del film di animazione.
Inutile dire che voglio, necessito, ora e subito il costume di Edna Mode.
Però, ecco, non posso scaricarlo subito. Devo aspettare l’8, cavoli!
Dopo una decisione dell’ultimo momento, lunedì sono andato con alcuni compagni di corso a vedere la mostra “Sud-Est” dei lavori di Steve McCurry esposti al Palazzo della Ragione.
Inutile dire che la mostra mi è piaciuta un sacco. Molte delle fotografie, per un motivo o per un altro, ti prendono. Emozioni contrastanti, per la bellezza del soggetto o del ritratto. Oppure una forte morsa allo stomaco per la crudezza delle immagini. I colori accesi e saturi, il contrasto del rosso e del verde, la composizione perfetta, le ottiche corte, lo sfuocato. Il dubbio della premeditazione dello scatto, della “menzogna”, dell’uso della post produzione. Ma soprattutto i volti, i paesaggi, la guerra.
È difficile descrivere il tutto a parole. Riesco solo solo dire che le fotografie sono tante, forse troppe, valorizzate da una illuminazione ottima, ma rovinate da una disposizione dispersiva che sembra generata dal caso. Per tutto il resto posso solo dire di sfruttare la proroga e andare a vedere la mostra (prorogata fino al 21 Marzo) di persona.
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