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Geek time!

Ho trovato un altro oggetto del desiderio. Un’altra cosa assolutamente Geek, che al momento non è ancora in vendita in Italia. Inutile almeno quanto Benjemin il Nabaztag, che in questi giorni non funziona grazie ai malfunzionamenti dei server Violet.
Comunque.. il mio nuovo oggetto del desiderio è Chumby, sostanzialmente una sveglia con schermo touch screen da 3,5 e un sacco di altre funzioni, dal player musicale che riproduce anche i brani dall’iPod collegato via usb o tramite streaming SHOUTcast via wi-fi, numerosi widget (anche lo Human Calendar, che già trovate qui a lato!), slideshow delle proprio foto dal flickr, picasa, MySpace, da una chiavetta usb.. insomma, di tutto!
E a differenza del coniglio, questo Chumby sembra un oggetto tecnicamente realizzato meglio, con continui update del firmware, un sito un po’ più vivo e in costante aggiornamento e nessun limite per gli account free (a differenza della simpatica Violet che impone un pagamento mensile per avere determinate funzioni, che guarda caso sono quelle sponsorizzate).

Ketty Metty

Direi che siamo tutti stufi. Di questi partiti che non pensano alle nostre vere esigenze. Ma meno male che ora è arrivato il partito perfetto. E’ il Partito del Ketty Metty.

Basta con i falsi problemi, basta con le campagne elettorali tutto fumo e niente arrosto… basta coi partiti finto democratici e con i partiti delle apparenti libertà… basta con le cose rosse o bianche… è “nell’aria” (come dice Marcella Bella, ispiratrice – tra le altre – del movimento) il vero cambiamento… l’Italia s’è desta… ed è pronta a rispondere ai veri interrogativi della vita in maniera solida, pratica…concreta. Nasce così il vero partito nuovo delle elezioni 2008… la realtà politica, culturale e sociale che può veramente aiutarci a risolvere i reali problemi quotidiani ed a dare un senso alla vita politica di questo paese… nasce così il Partito del Ketty Metty. 

Ringraziando La Pina che nel suo programma radiofonico Pinocchio su Radio Deejay ha dato voce a questo nuovo partito. E ringraziando il Byb che, col suo post, mi ha ricordato che da tempo, anche io volevo fare un post a riguardo.

Gli italiani ormai sono pieni di dubbi… il tesoretto, c’è o non c’è? Mastella da che parte sta? Laici o cattolici? Zuppa o Panbagnato? Britney o Lindsay? Ma soprattutto…te, Ketty Metty?? Questo l’angoscioso dubbio che ciscuno di noi vive ogni mattina di fronte a un impietoso specchio e ad un armadio che sembra sempre non avere quello che serve per affrontare con orgoglio italico la giornata e i suoi dilemmi.
Il Partito del Ketty Metty sa… sa come migliorare la vita quotidiana di tutti noi… il Partito del Ketty Metty sa rispondere ai veri interrogativi di ogni giorno… il Partito del Ketty Metty (PDKM) ha la ricetta per il benessere della gallina italiana… il PDKM sa consigliarti l’outfit (fisico e mentale) con cui dare la marcia in più a questa nazione che, non dimetichiamolo, è l’unica fatta a forma di stivale… col tacco (12).

Ed ecco quindi qui per voi una primissima bozza del manifesto (by me) del partito, in attesa che arrivi quella ufficiale. E sempre nell’attesa, gli 11 punti del programma si possono anche ascoltare.


E ricordate. Votate, votate, votate!
Perchè è un sacrosanto diritto in una democrazia stivalesca come la nostra.

La calma

Giornata di cambiamenti @ work.
Dopo poco più di due settimane di lavoro, qualche complimento da parte dei capi che sembrano soddisfatti di me (oppure sono bravissimi a fingere), non ho più un responsabile e sarò responsabile di me stesso. Soprattutto quando (speriamo non succeda mai) mancherà la mia collega, per varie ed eventuali.
Il che è abbastanza una tragedia. Perchè se prima il lavoro in 3 era abbastanza tranquillo, in 2 lo è un po’ meno. Soprattutto se ne succedono di tutti i colori come oggi. Riunioni con i capi, pagine mastro da modificare, pubblicità che mancano (e lo si scopre all’ultimo), pubblicità che arrivano in formati sbagliati dal preventivato (ovviamente più piccoli).
I piccoli problemi con le pubblicità ci hanno obbligato a cambiare l’impostazione grafica di due pagine (che erano persino condivise tra i vari giornarli, e ognuna aveva bisogno di uno spazio pubblicitario di dimensioni diverse!). E hanno costretto i giornalisti a trovare altre notizie da aggiungere per altre 2 pagine.
Poi lo script per aggiornare le tivvù non andava su un computer. E quando finalmente erano pronte le 3 pagine delle tivvù (pesantissime da modificare e quindi lunga anche la creazione di eps e pdf).. ta dan! Era saltata un’immagine. Che però Quark mostrava. E nel pdf non c’era. E altro tempo perso. Per cosa poi? Per colpa di un’accentata nel nome del file.
Io odio Quark!
E, beffa finale, non riuscivamo a contattare la tipografia per avere la conferma della ricezione dei file. Rimbalzi di numero in numero, gente che non sapeva neanche cosa stampavano e che ci dicevano che avevamo sbagliato numero, dandoci quello di un’altra società :S
E poi, all’alba delle 00:10 finalmente abbiamo chiuso alle nostre spalle il portone della redazione. Uno strappo a casa alla collega e poi dritto in autostrada verso casuccia cara. Col contachilometri fisso sui 90km/h. Perchè a volte è bello vivere la vita con calma. Anche solo quella mezz’oretta notturna di viaggio verso la propria tana.

Citazioni da un falso

Yeah, we rocked your friggin world, right? I mean 29 June 2007 might be the day the world changed, but today it just changed again. BlackBerry is dead. Microsoft is dead. Windows Mobile is dead. Amazon is dead. Kindle is dead. Nokia is dead. Motorola was already dead but now they are even more dead. Google’s Android is dead. Samsung is dead. LG is dead. Sony is dead. UTStarcom is dead. We’ve thrown $100 million into an iFund so people can build iApps to sell on iTunes and give us 30% of their iMoney. The coming onslaught of new applications will make iPhone the only smart phone that anyone in the entire world will ever want to use.

Tratto da “Happy now, bitches?” by Fake Steve Jobs
 


E tutto questo semplicemente perchè Apple ha rilasciato la beta del kit di sviluppo per le applicazioni per iPhone e iPod Touch, oltre ad avere annunciato un sacco di succulente (soprattutto per le aziende) novità che verranno incluse nella v2.0 del software del melafonino. Nel frattempo le più grandi software house si sono buttate sullo sviluppo di applicazioni, tra cui anche EA che ha in programma addirittura una versione specifica per iPhone del suo prossimo gioco di simulazione: Spores. Per non parlare di Sun, Adobe e le centinaia e centinaia di sviluppatori indipendenti che si divertiranno a creare applicazioni (o ad effettuare il porting delle app attuali “non ufficiali”).
Ma vedremo, effettivamente, cosa succederà a giugno, quando finirà la beta dell’SDK e sarà disponibile la nuova versione del software.

Rettifica di un post precedente

Nonostante quanto scritto nel post precedente.. questo lavoro mi piace un sacco!
Giovedì ho persino corretto tutte le pagine mastro che non avevano alcuni file correttamente collegati quindi puntualmente in fase di esportazione davano sempre noiosissimi problemi. E ora funzionano, con somma gioia mia e dei miei 2 colleghi. Che potevano pure pensarci loro, ma non avevano mai voglia di farlo 😛
Mi son creato pure un automatismo per rinominare il automatico le mastro a inizio giornata e copiarle nella cartelletta giusta.
E giovedì è stato il giorno del mio “primo” scontorno. Non che non li avessi mai fatti, sia chiaro. Ma è stato il mio primo scontorno ufficiale sul giornale, letto da centinaia e centinaia di lettori ignoranti e deficienti (queste le parole del Grande Capo Editore. No comment please).
E questo, per ora è tutto.
Perchè son contento. Perchè mi piace. Perchè mi trovo bene con quella banda di pazzi e pazze che ho come colleghi. Per quanto non siano così tanto geek e design addicted come me. E non sanno nemmeno cosa sono i Rabbids. O cosa sia Tokidoki. Ma l’opera di evangelizzazione inizierà presto. Ed intanto ho già messo Bunnies Creed come sfondo del mio desktop. Eheheh

Modern times

E così, sono entrato ufficialmente nel mondo dei pendolari della grafica. Sono entrato nel mondo del lavoro in open-space con melette morsicate ovunque. Sono entranto nel mondo del gossip da ufficio, fatto di occhiate, bisbigli e chiamate (rigorosamente VoIP) da un’interno all’altro, con tanto di cuffia con microfono, mica alzando la cornetta!
Già, perchè questa settimana, con un po’ di anticipo rispetto al preventivato, ho iniziato il mio primo, nuovo, ufficiale lavoro. Dopo due giorni le cose che posso dire sono ben poche.. il gruppetto di colleghi sembra ben affiatato (con tanto di coppietta interna al gruppo) e per ora mi ci trovo bene. Mi trattano come uno che non sappia a cosa serve neanche il mela-c (e qui..) anche se, bene o male, queste cose non sono affatto nuove per me. So che conviene salvare spesso perchè Quark è una brutta bestia, soprattutto quando deve importare immagini o eps. So cos’è una manchette, un piedino e un piedone. So che i nr di pagina vanno a destra per le dispari, a sinistra per le pari e che bisogna sempre controllare la data sulle pagine. So che le foto vanno schiarite perchè in stampa vengono molto più scure, anche se io preferisco farlo con le curve, mentre una lavora con i livelli, l’altro – il mio responsabile – con luminosità/contrasto. Scuole di pensiero diverse.
Però tutto ciò mi consola. Perchè vuole dire che tutto ciò che ho precedente imparato autonomamente sul buon grafico/impaginatore di free-press è stato giusto e corretto.
L’orario di lavoro è quello che si adatta a me. Dalle 15-15.30 fino a quando si finisce. Ieri le 23, oggi le 23.30. E poi di nuovo macchina, autostrada, casa. Sì, sa, sono un animale notturno. E quindi tutto sommato mi va bene. Ma stare 8 ore di fila, praticamente senza pause (si può considerare pausa l’aperitivo di un quarto d’ora verso le 7 al bar sotto l’ufficio?), davanti il computer a fare task ripetivi e ben poco creativi è particolarmente pesante.
Ma al momento, però, mi sento un po’ limitato.. è che arrivo da una condizione lavorativa in cui tutto fanno tutto, per forza di cose. E mi ritrovo invece ad avere un compito specializzato. Quello e solo quello. Perchè oggi, che eravamo in attesa del lotto e del sudoku e non potevamo chiudere la pagina, non potevo far altro che girarmi i pollici. Finchè la collega addetta a creare la tabella non l’avesse fatto. Collega che però era impegnata in qualcosa di ben più importante. Fosse stato per me, avrei doppio cliccato quel .ai sul server ed inserito i numeri. Ma non si poteva fare. Non era mio compito.

Molte teorie nacquero intorno al fatto che il lavoro altamente ripetitivo e meccanico richiesto agli operai dell’epoca nelle catene di montaggio provocasse alienazione della psiche, e disturbi motori negli operai stessi. 

Quando un HD fa cadere i buoni propositi

Proprio qualche giorno fa, sull’altro io digitale che ho qui online, stavo giusto parlando, tra le varie cose, di come, in questo periodo, non me ne frega proprio nulla dell’avere, del volere questo e quest’altro. Perchè non mi servono, sono inutili. E mi basta quel che ho. E quello che possono offrirmi coloro a cui tengo molto.
Eppure oggi è successo. Come mio solito, ho cambiato idea nel giro di pochissimo tempo. Mi è bastato vedere un’immagine. E tre lettere. R. E. Z. Seguite da un HD.
Già. Rez, geniale gioco di Tetsuya Mizuguchi. Quello di Luminees e Meteos. O, ancora prima, quello di Space Channel 5. Un gioco del 2001. Che ho, che ho giocato e che gioco ancora su ps2. Un gioco che mi ha stregato. Con l’arte che sprigiona ad ogni inquadratura. Un’arte astratta, futuristica, semplice. Un arte che mostra un mondo che si evolve, di livello in livello (5, in realtà). Un gioco che ha osato. E di fatti ha venduto ben poco. Ma quei pochi che lo conoscono, lo apprezzano. Il viaggio verso la Synestesia. L’appagamento dei sensi: la vista, l’udito, il tatto. Perchè in Rez, tutto è collegato. Quel che succede nel mondo digitale da salvare, si riflette sul video, sul sonoro, sulla vibrazione rilasciata dal controller.
Ed ora, questo mio mito del passato è tornato in vita. Anzi, a nuova vita, nello splondore dell’alta definizione in modalità panoramica e con un sonoro in dolby 5.1, grande assente della versione per ps2. Nessun’altra aggiunta. Il gioco è quello.
Ma lo voglio. Voglio immergermi ancora una volta in quest’avventura immerso nel suono del dolby. Ma per farlo, avrò bisogno di una xbox e del Live Arcade. Il che significa comprare. Doh!

Rez è un viaggio. Non uno sparatutto, nè un rhythm game, men che meno un’avventura, ma un trip lisergico ideato da Tetsuya Mizuguchi durante il periodo d’oro di Dreamcast. Il fascino di Rez sta nel fatto di essere stato, ed essere tutt’ora, un gioco clamorosamente contrario alle logiche commerciali, un esperimento artistico ed estroso dettato da quel coraggio di osare e sperimentare che aveva reso Sega così amata dalla community di videogiocatori. Una politica, questa, che purtroppo non ha pagato e che, accompagnata ad una serie di decisioni poco lungimiranti, ha portato alla morte e sepoltura di “quella” Sega.