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Succede che

Succede che si lavora, si lavora come non mai.

Succede che si diventa grandi e si decide di aprire una partita iva.

Succede che si porta avanti l’università, anche se con un po’ di fatica e delusione.

Succede che si seguono diversi progetti web, con clienti diversi.

Succede che si entra ufficialmente in una società per dare una mano su molti fronti, anche sulla gestione di diverse immagini coordinate.

Succede che si ottengono i primi appuntamenti con clienti da seguire per la società: una stilista ed un fotografo.

Succede che si ricevono inviti per una serata della moda uomo milanese, che in realtà è l’occasione per vedere con i propri occhi il risultato di un lavoro lunghissimo.

Succede che si ricevono proposte di collaborazione da amici onesti, fidati e competenti.

Succede che si è stanchi.

Ma soddisfatti.

E soprattutto felici.

[Confessioni] In the middle of the night

Alle 21 ero nervoso, sconfortato e arrabbiato. Avevo deciso che sarei andato a letto direttamente, fregandomene di tutte le cose da fare, pur sapendo che me ne sarei pentito.

La verità è che ho solo chiuso gmail e friendfeed e facebook e sono rimasto sveglio. Che un pensiero tira l’altro e mi è venuto in mente un’idea per un lavoro, quindi ho aperto photoshop e ho lavorato (con una puntata ai limiti dell’osceno di glee che andava in una finestra nascosta dalle altre). Poi ho salvato e non so come il mio cervello ha iniziato a pensare a come risolvere un problema per un altro progetto. E quindi ho riempito innumerevoli fogli di carta di schemi logici e schizzi e bozze. E come nulla fosse, sono arrivate le 3.52.

Ora, per rimandare ulteriormente il sonno, devo solo preparare la borsa per domani e già so che mi verranno in mente troppe altre cose.

Riassumendo: la riunione

Pomeriggio di riunione di lavoro, rimandata da troppo tempo.

Tutto bene, tutto bene, tranne un paio di discorsi su cui non ci si riusciva a comprendere, pur dicendo praticamente le stesse cose e poi bon, si arriva alla fine della riunione, dandoci appuntamento al prima possibile e decidendo già cosa su cosa sviluppare nel frattempo per poter procedere col lavoro.

Ed è in questo momento che, dopo quasi 3 mesi (o di più?) che il progetto è in ballo, vengo a scoprire in maniera indiretta che le carte in tavola sono un po’ cambiate, con un ridimensionamento dei miei compiti e con l’assegnazione ad un altro della parte che mi interessa di più, visto che è quello per cui sto studiando e di cui mi voglio occupare nella mia vita lavorativa.

Così facendo a me rimarrebbe solo la parte più lunga, difficile e complicata del lavoro, parte di cui si occupano apposite figure professionali e che quindi – a questo punto – rispetto a me sarebbero ben più movitate, efficienti ed efficaci.

E sinceramente, non so come comportarmi.

Il progetto comunque è grosso e importante, mi interessava molto e sarebbe anche un ottima aggiunta al mio portfolio e curriculum, ma se non potrò occuparmi della parte che andrei ad inserire in portfolio e curriculum, mi sembra perfettamente inutile.

E quindi, niente, ora la voglia di tirarmene fuori è tanta e non mi piace per nulla averlo saputo in questo modo, visto che gli accordi non erano affatto così. O forse è anche possibile che fosse stato sempre così, ma possibile che in 3 /o più mesi) non ci sia mai stato alcun sentore che non ci si era capiti?

Intensi

Alla fine sono stati due giorni intensi, ma decisamente positivi visto come sono andate le varie riunioni in programma.

Tutto bene a parte la stanchezza, che però si è tramutata in ansia dopo la lettura di una mail. Nulla di grave e son solo questioni di lavoro. Mi fa solo arrabbiare questo tipo di comportamento e il continuare bellamente a ignorare quello scrivo a chiare lettere.

20 ore & counting

Avviare Photoshop alle 7.30 di venerdì.

Chiuderlo alle 4.11 di sabato.

In mezzo, solo tanti spostamenti di file da un disco all’altro per liberare un po’ di memoria virtuale per gestire pdf di dimensioni disumane e le canzoni della seconda stagione di Glee a tutto volume sparate dalle Creatures collegate all’iPod.

La stanchezza, di questi giorni senza un attimo di tregua, ma la soddisfazione per i risultati. E la consapevolezza che: eh, mi piace!

Tempismo di un anno I numero 1

È andato.

E sono persino decisamente soddisfatto del lavoro. E tutto grazie alla scossa positiva data dall’ultimoarrivatoâ„¢.

Ci sono alcune pagine che non mi piacciono ed è un peccato. Avevo detto da tempo che non andavano bene ma alla fine non c’è stato modo di cambiarle, presi dagli ultimi ritocchi dell’ultimo momento.

Settimana prossima vedremo le reazioni. Incrociate le dita.

E anche se alla fine non lavorerò più con loro, mi sono affezionato a questo progetto.

Se solo fosse arrivato prima.

Tutta questione di tempismo, no?

48h

Ggiusto perché me ne sto andando, sono subentrato in un progetto urgentissimo che necessita di essere completamente rivisto, riprogettato, concluso e consegnato.

Questo ha fatto passare la mia settimana lavorativa, da 32h part-time ad un totale previsto (se mi va bene) di 48h su 6 giorni, di cui l’ultimo sarà una domenica.

Eppur oggi, questo progetto urgentissimo, anche grazie anche ad un nuovo figuro comparso in ufficio, mi ha dato notevoli soddisfazioni.

Mi riservo però di cambiare opinione, quindi, voi, non traquillizzatevi.