C’è una certa soddisfazione nell’esser riuscito portato ad uno status di inbox zero la mail personale, la mail di lavoro e la mail delle inutili notifiche Social e newsletter più inutili.
Ma c’è anche la consapevolezza che durerà poco 🙂
C’è una certa soddisfazione nell’esser riuscito portato ad uno status di inbox zero la mail personale, la mail di lavoro e la mail delle inutili notifiche Social e newsletter più inutili.
Ma c’è anche la consapevolezza che durerà poco 🙂
Poi reinizi a farti del male riprendendo a guardare quella cosa oscena e stupida del reboot di 90210. Più che altro perché è leggero, stupido e perché sei maledettamente in pari con tutte i serial (seri) che ti interessano.
E poi inizi a rimetterti in pista, grazie alla bella giornata e nonostante i giorni precedenti.
Vai a fare la prima corsa della stagione, che ovviamente si rivela una tragedia perché fai 10 minuti di corsa e muori, cammini altri 10 minuti, poi altri 5 minuti di corsa e poi altri 10 di camminata.
E poi prendi e vai a Milano per un aperitivo in piacevole compagnia e 4 passi lungo corso Buenos Aires, una sosta al Mc perché improvvisamente avete entrambi fame e poi a casa.
E ora letto, che domani bisogna svegliarsi presto perché sarà una giornata piuttosto piena.
Poi finisce che passi il sabato a dormire 12 ore.
Poi ti svegli, ti metti a leggere, a guardare qualche serial, avvii il Battle.net per giocare ad Hearthstone e invece becchi in chat vecchi amici di WOW, stai un po’ su internet ma ti annoi e allora passi dalla PS Vita, a Super Hexagon, al free-weekend di Monaco su Steam, al Kindle.
Il tutto finché non sono le 19.30 e inizi a prepararti per una cena con i tuoi amici.
E ti rendi conto che sono passate praticamente 24 ore senza mangiare: no cena, no colazione, no pranzo, no merenda. Solo un pacchetto di patatine e una mezza bottiglia di coca, chiuso in camera tua senza rivolger parola a nessun altro.
E queste righe ti sembrano un improvviso deja-vu.
E all’improvviso arriva il venerdì sera.
Senza programmi, né idee. Anzi: aggiungiamoci pure una litigata con i proprietari di casa e la voglia zero.
E ti ritrovi a passare il peggior venerdì degli ultimi tempi.
Detto e fatto.
Sono andato ad informarmi per l’iscrizione in palestra, provando anche a vedere quella che hanno aperto nel paesello.
È più piccola, non sembra il massimo, non ha la piscina, c’è il rischio di vedere gente del paesello che non ho voglia di vedere mentre faccio figure a sollevare pesetti facendo persino fatica, non ha tutti i corsi che offre la solita, ma farebbe risparmiare quei 10 minuti di macchina e quelle quasi 200€ l’anno tra abbonamento e quota iscrizione.
E poi sono tornato nella solita palestra e il confronto con quella del paesello è stridente… E mi hanno pure incastrato per una lezione gratis di fit boxe. E lo sanno che basta quello per farmi iscrivere da loro. Maledetti.
Stavo seriamente meditando di iscrivermi di nuovo in palestra, ma c’è qualcosa che mi blocca. Perché so che se faccio l’annuale, risparmio qualcosa, ma rischio di non sfruttarlo. Se faccio il mensile / trimestrale, lo sfrutto di più ma poi mi mangerei le mani per non aver pagato tutto e subito.
Inoltre le due volte precedenti che ho pagato l’annuale, si sono verificati una serie di eventi positivi che mi hanno praticamente impedito di poter frequentare.
Quindi, che si fa? L’indecisione è altissima.
E poi c’è questa cosa che non mi definisco per nulla scaramantico, ma alle volte non così proponso a forzare il destino.
E così siamo arrivati ad aprile e ai soliti numerosi pesci.
Eppure, qui, era un tranquillissimo giorno come un altro.
E la cosa non è stata affatto male.
È strano ritrovarsi a salutare così qualcuno, anche si tratta di un saluto di poche settimane.
Eppure ti ritrovi a pensare a tutte quelle vostre routine, alle chiacchiere, alle cene con passeggiata per una stupenda Milano notturna, alle pizze dell’ultimo momento dopo la palestra, ai troppi hamburger maxi, ai vari jappi.
Ed è un pensiero un po’ stupidamente egoistico, perché alla fine ti ci sei affezionato veramente tanto e sai che ti mancherà , anche se solo per poche settimane.
Poi succede che rientri a casa dopo una bella cena con persone a cui vuoi un sacco di bene e alcuni loro amici.
E va tutto bene, sei contento e stai pensando al lui letto e a guardare un paio di puntate di Scandal prima di dormire, nonostante il cambio dell’ora.
Ma appena entri in stanza trovi il sacchetto con i coccodrilli Haribo aperto e abbandonato sulla scrivania e tu sei sicuro di non averlo affatto lasciato così.
E quindi ti sale improvvisamente quella brutta bruttissima sensazione, per cui ancora una volta ti senti violato.
E no, non è perché è sparito l’ultimo coccodrillo giallo lasciato da parte per un’occasione adeguata e non stai esagerando visto che in fin dei conti era solo una busta delle caramelle: è il principio dietro al gesto di toccare e aprire una busta altrui la cosa insopportabile.
Busta per altro assolutamente anonima e messa sotto altre cose, rendendo inapplicabile la scusa del “ho visto che erano caramelle, ne ho presa una” visto che implica l’aver comunque frugato.