Archivi categoria: Me or Not?

34 – invano

Sai, ieri pomeriggio con quei 2 DM e quei 280 caratteri sei riuscito a farmi gelare il sangue.

Anche se poi magari sono riuscito a mascherare il tutto e ho fatto più o meno finta di niente e magari tu non te ne sei neanche accorto.

È vero, praticamente non ci conosciamo per nulla, quindi perché non ho fatto finta di niente anziché reagire così? Perché con quel sorriso e con quella battuta mi hai dato una mano quando mi serviva, anche se alla fine non ci conoscevamo per nulla e tu potevi far finta di niente.

E poi c’è questa cosa che ho deciso che quando il mondo gira – finalmente – nel verso giusto e ti permette di conoscere delle belle persone, bisogna fare di tutto per evitare che abbia girato invano.

33 – procrastination

Ok, ora non ho più scuse.

Devo aggiornarmi il profilo su LinkedIn, aggiungendo il job title “procrastinator”.

Perché un giorno o l’altro ce la farò a gestirmi un week-end dando il giusto ordine alle diverse priorità, senza ritrovarmi a far tutto quello che avrei potuto fare con calma di giorno di notte. Di domenica notte.

Perché c’è il dormire, il giocare a Just Dance (è uscito il 2014, come posso evitare!), i genitori che ti chiamano per mangiare giusto quando ti è venuto voglia di fare quello che dovevi, ci sono Grey’s Anatomy e Glee e Revolution e n-mila puntate arretrate di n-mila serie diverse, c’è Zelda, ci sono Facebook e Twitter e Instagram, ci sono le mail da scrivere, cancellare, riscrivere, ricancellare, riscrivere e chiudere gli occhi e inviare, tranne poi pentirsene subito dopo che no-forse-quello-che-ho-scritto-non-l’ho-scritto-nel-modo-giusto e no-forse-non-volevo-scrivere-veramente-quello-che-ho-scritto-ma-ormai-il-danno-è-fatto, ci sono gli statigr.am che ti fanno vedere chi ti ha recentemente defollowato e ti incazzi, c’è feedly e quei 2659 post in coda da leggere prima o poi e c’è persino questo 365 che chissà se ce la farò ad arrivare a fine anno ma uno ci prova.

Ma poi in tutto questo non posso fare altro che pensare che avevo bisogno di procrastinare così. O per lo meno me ne autoconvinco. Che tanto la settimana che arriva sarà di fuoco come tutte le altre e lì in ufficio non c’è tempo per rimandare e non c’è spazio per sbagliare priorità.

E più che altro stavo pensando che forse non so cosa mettere domani per andare in ufficio, che signora mia è cambiato il tempo e non si sa più come vestirsi. E poi dovevo mandare un’invitation di remind per quella skype call. E dovevo pure andare in macchina a recuperare l’iPod per aggiornarlo con le nuove playlist (cioè, non avevo ancora Wrecking Ball e Work Bitch, come ho potuto?).

Ah, dite che dovrei dormire e tentare finalmente di andare a Milano in treno, dopo più di un mese di macchina? Naaa, quello no, non serve. Tanto il conto corrente mica piange da solo, finché non entri sull’online e controlli quanto poco c’è, giusto?

32 – Glitter

Mi hanno detto che il Glitter è l’unico locale di Milano dove si può andare da soli e non sentirsi soli.

Io ci sono andato per la prima volta questa notte, dopo la decisione repentina del giorno precedente.

E ho persino superato quella stanchezza che mi aveva portato ad addormentarmi sul divano guardando Grey’s Anatomy, incazzandomi a morte per W.

E alla fine non son stato per nulla solo. Perché c’erano i miei amici, che avevano la capacità di apparire dal nulla e sparire nel nulla un istante dopo; c’era il mio ex, che mi ha sorriso; c’era un carinissimo armadio di muscoli che mi ha detto: “facciamo che sono il tuo flirt della serata” e che poi, ricollegando i puntini, è possibile che lo conoscessi già da anni (o per lo meno, ne avessi già sentito parlare) per amicizie in comune; c’era un amico da Genova che mai avrei pensato di incontrare e con cui ci siamo divertiti come dei pazzi in danze random (cit.) su intramontabili pezzi dei tardi anni ’90; c’era una fotografa che probabilmente mi ha sempre beccato in pose imbarazzanti ed inguardabili; c’erano ex compagni del Poli che non pensavo di rivedere così facilmente, date le nostre rispettive impegnatissime vite e le difficoltà che incontriamo ogni volta che vogliamo organizzare un aperitivo; ed infine c’era un amico del carinissimo armadio di muscoli che mi ha chiesto l’amicizia su Facebook, giusto per mandarmi in mattinata un video parodia della reunion delle Spice.

Quindi, grazie Glitter, grazie amici per la bella serata. Quando replichiamo?

31 – cene

Avete presente quando prendete una decisione ai limiti della follia, che implica un investimento di soldi che di questi tempi si potrebbero anche tenere tranquillamente in banca ma anche il dover superare quelle che sono delle vostre ansie e paure? Ecco.

Avete presente quando poi salta tutto? Ecco.

Il punto è che già dalla mattina c’erano dei presupposti che non facevano intendere nulla di buono. Ma la speranza è sempre l’ultima a morire e io mi sono scoperto improvvisamente perseverante. E sembrava persinco che ci fosse ancora spazio di manovra! Ma quando si ha a che fare con certi VIP, il capriccio è dietro l’angolo e quando ho visto il tutto andare in mille pezzi sono rimasto inebetito ed incredulo.

E quindi niente, non so come, ho vagato per quasi 2 ore per Roma, ho ritrovato la via verso la stazione e sono rientrato sul FrecciaRossa a Milano. Dopo sono ovviamente riuscito a sbagliare non solo fermata della metro, ma anche la direzione da seguire una volta tornato in superficie.

Ma fortunatamente poi è stata una notevole serata, tra le chiacchiere, i racconti, la cena, lo scoprire che il mondo è sempre troppo piccolo, le sfide a Just Dance (abbiamo un nuovo principiante professionista!) e le risate.

E tutto semplicemente perché sono riusciti a convincermi a restare per cena, quando quello volevo fare era andare a casa e accucciarmi in un angolino di solitudine e tristezza.

 

30 – trenta post

E così siamo arrivati a trenta post, trenta giorni.

Un mese che è stato forse uno dei più intensi – in ogni senso – della mia vita.
Cose che cambiano repentinamente da un momento all’altro e ti destabilizzano non poco, piccoli passi per quel progetto di gruppo che chissà come si evolverà e cosa diventerà, amicizie che sembravano chiuse con una grossa X sopra ma che sembra ci sia modo di recuperare (e voglio farlo, con tutto me stesso!), il sole e il caldo di Rimini a Settembre, le tante parole scambiate con facce nuove, gli aperitivi con persone che credevi irraggiungibili e invece sono simpatiche e alla mano, la follia di un viaggio a Roma a/r in giornata, le giornate pesanti (e troppo lunghe) a lavoro, la febbre e quel raffreddore che pare non volermi abbandonare, troppe è uscite video ludiche importanti e troppo poco tempo per starci dietro e seguirle e giocarle tutte.

E quindi niente… via di corsa verso un altro mese, ma intanto tento di farmi almeno un’ora di sonno su questo frecciarossa.

23 – like a child

Ieri sera ho avuto la possibilità di partecipare ad un evento, in cui ho provato un nuovo giocattolino tecnologico.

Il punto è che – a parte il generale malessere fisico – mi son divertito, tra chiacchiere, visi amici, la curiosità di provare e testare il prodotto e quel flusso continuo di idee che mi venivano in mente.

Non so se è l’effetto rimini, non so se è la conseguenza di altre cose, ma in qualche modo mi sento rigenerato e pronto per fare qualche grosso cambiamento nella mia vita.

Cosa, nello specifico, ancora non lo so. Certo è che devo far funzionare un minimo la ragione per evitare che l’impulsività che mi contraddistingue in questi caso prenda il sopravvento e mi porti a prendere decisioni di cui poi potrei pentirmi.

19 – post mortem

E quindi, è finita.

Tanta stanchezza accumulata, le ultime cose da sistemare, la rabbia per le cose che non hanno funzionato al primo colpo, ma tanta tanta soddisfazione per questo primo evento.

Ora c’è solo da analizzare a tavolino com’è andato il tutto e imparare dagli errori e mancanze di tutti per migliorare per una eventuale seconda volta.

Ed intanto, a Rimini il sole splende e i lettini in spiaggia chiamano per ultimo saluto prima di tornare a Milano.