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Post Scriptum [aka: Wall•E e la fuffa™]

Non so perchè mi sia venuto in mente ora, mentre impazzivo per il collage.

Però:

1) Wall•E, quando si avvia, fa lo stesso booong dei Mac.

2) nel design di EVE è stato coinvolto un certo Jonathan Ive.

3) pensare che tra l’unico robot sulla Terra e Eva, compaia, in senso lato, mela smozzicata fa un po’ strano..

Per il significato del termine fuffa™, vi rimando a Gné Gné Gné.

Wall•E

Finalmente, con il mio solito ritardo, l’ho visto.

E non ho parole.

Perchè con questo film la Pixar ha superato se stessa. E quanto di più bello io abbia visto sul grande schermo, da un sacco di tempo a questa parte.

Un insieme unico di buoni sentimenti, fantascienza, ambientalismo.

Perchè non si può non ridere dei piccoli disastri quotidiani, non si può non patteggiare per il povero robottino schiacciarifiuti innamorato della tecnologica Eve, non si può non odiare il malefico Auto e non si può non tremare nella scena della discarica sulla nave spaziale.

E tutto mentre sullo sfondo assistiamo alla degenerazione della razza umana, incapace di camminare, agire, pensare da soli, senza l’ausilio della tecnologia, una degenerazione interrotta proprio da uno dei “pasticci” di Wall•E.

Ed è pazzesco come Pixar ha dato vita e sentimenti a dei robot che non sono esattamente antropomorfi. Era già riuscita egregiamente in questo compito con i pesci di Alla ricerca di Nemo e le macchine di Cars, ma ora si è superata. Wall•E, Eve e quasi tutti gli altri robot sono vivi e comunicano i loro stati d’animo praticamente senza parlare.

L’Oscuro

Alla fine, sono riuscito a vederlo.

E sono ancora senza fiato. Tremavo, chiudevo gli occhi e li riaprivo. Perchè ti prende. E non ti lascia più andare. 

Affrontare Il cavaliere oscuro mette comunque in difficoltà, perché ti rendi conto immediatamente che le solite parole non bastano. Quelle di elogio della mostruosa, indicibile, uberumana performance di Heath Ledger, e di tutto il cast con lui. Di come Chris Nolan sia riuscito a trovare un equilibrio definitive tra le due anime del suo cinema, schizofrenico e fenomenale come gli splendidi, corposi personaggi di questo film. Di come Il cavaliere oscuro abbia ben poco del comic book movie, ma sembri piuttosto, come molti hanno detto, l’ultimo thriller metropolitano possibile, un film complesso e adulto, nonostante le impennate e nonostante le maschere, che risente più della lezione di Michael Mann che di Tim Burton. Del fatto che quella macchina da presa che volteggia tra i palazzi fa del pipistrello un simbolo decadente, mentre la protagonista è proprio la città – una città che è impersonificata e resa carne, con il suo caos e il suo caso, il suo dolore e il suo disperato eroismo, e la sua fioca speranza. Gli occhi che ci guardano, e che ci parlano, fin dalla prima inquadratura, sono le mille e mille finestre di Gotham City. Pronte a scoppiare.

Via Giovanecinefilo

Domande da dipendenza

[attenzione, questo post potrebbe contenere un alto grado di spoiler. State leggendo a vostro rischio e pericolo]

Sono finalmente riuscito a vedere gli ultimi episodi che mi mancavano della quarta stagione delle Desperate. C’era addirittura il rischio dell’happy ending con morto. E invece no, perchè come avevano già fatto con Lost, era necessario il flash forward. Così, mentre in Lost la terza stagione si era chiusa con un Jack ubriaco e distrutto, tornato sulla terra ferma, nelle Disperate invece… passi pure la figlia buzzicona di Gabrielle, passino i discoli di Linette trasformati in teppistelli ladruncoli di 16/17 anni, passi Bree acclamata scrittrice di libri di cucina con un figlio e un marito premurosi, passi Caterine al settimo cielo per la figlia che si sposa, però qualcuno mi spiega chi diavolo è il tizio che Susan bacia una volta tornata a casa? E Mike dove cavolo è finito?

Fever! E le Desperate arrivarono alla quinta stagione

Solo per conoscenza. E in realtà, questo video, è abbastanza inutile. Sembra quasi voler dire che tanto, anche se non vi anticipiamo nulla, anche se mettiamo un po’ di mele che rotolano qua e là e le casalinghe ammiccanti e ballerine con una Madonna dei primi anni Novanta, voi, grandi appassionati di TV con una seria dipendenza, vi guarderete lo stesso questa quinta serie. Dal 28 settembre, su ABC, only in the USA.

E da noi, quando cavolo arriva? E io, quando cavolo riuscirò a vedere le puntate che mi mancano della 4a stagione?

 

via Inchiostro Digitale

via YouTube

Telegiornale (?)

Ecco, come potete vedere questo tenero cucciolo di orso è stanco e non riesce a tenere in alto la testa, fino ad appoggiarla sulla ciotola. Proprio come un bambino quando non riesce a tenere aperto gli occhi per il sonno, incurante dei passanti.
Studio Aperto, mercoledì 30 Aprile 2008 ore 12:55

Ecco. Solo perchè capita che, a volte, facendo zapping, ti trovi al momento sbagliato sul canale sbagliato. Ecco.

Dipendenze

Non bastava la 4a stagione di Lost.
Non bastava la nuova di Nip/Tuck, quella di Fix Feet Under e i nuovi episodi in arrivo di tutte le serie interrotte a causa dello sciopero degli sceneggiatori.
Ora c’è anche questa. Costata 38 milioni di dollari, con record d’ascolti ovunque sia stata trasmessa.

…racconta, con “gusto” moderno ma con il linguaggio dell’epoca, la storia della famiglia Tudor, la dinastia inglese dei sovrani al potere fra la fine del 1400 e l’inizio del 1600, da Enrico VII a Elisabetta I. La serie inizia raccontando il regno di Enrico VIII, interpretato Jonathan Rhys Meyers (Match Point) e la storia di Anna Bolena (Natalie Dormer). I Tudors, che hanno debuttato un anno fa negli Usa, secondo la critica americana hanno saputo mixare alla perfezione dramma storico, saga famigliare e soap opera, creando un prodotto originale ed interessanteÂ