Una settimana di piccoli cambi a lavoro, di corse a Milano, di notti in ufficio e poco sonno, di serrature impazzite.
Il tutto per qualcosa che alla fine ti soddisfa – e non poco – però ti lascia sempre un po’ perplesso.
Una settimana di piccoli cambi a lavoro, di corse a Milano, di notti in ufficio e poco sonno, di serrature impazzite.
Il tutto per qualcosa che alla fine ti soddisfa – e non poco – però ti lascia sempre un po’ perplesso.
Sono passato, nel giro di pochi anni, dal farmi giornate di 48h dietro a consegne e studio e lavoro senza troppi problemi a non resistere se non mi faccio le mie 9 ore di sonno.
Sto diventando troppo vecchio, troppo in fretta. E non solo per i capelli bianchi arrivati troppo prima dei 30 anni.
Una casa di nuovo piena di amici, un po’ – troppo – sushi take away, persone che non si conoscono tra loro ma che sembrano andare subito d’accordo, partite infinite a Mario Kart 8 prima e a Super Mario 3D World poi, con un po’ di Destiny alla fine.
E non c’è Instagram che basti per immortalare questa bella sensazione, questa serata improvvisa che neanche ad averla organizzata sarebbe uscita così bene.
E io, per l’ennesima volta, sono molto contento di quello che questa Casa mi sta permettendo di vivere.
A volte hai paura a raccontare certe cose a qualcuno perché non vuoi che si preoccupi per te, anche se in realtà sapere che c’è alcuno che si preoccupa per te vuole in realtà dire che ti vuole bene.
A volte hai paura a raccontare certe cose perché vorrebbe dire distruggere certezze che gli altri hanno su di te.
A volte hai paura a dire certe cose a voce alta perché hai paura che poi diventino effettivamente vere.
Ma forse la paura peggiore è scoprire che in realtà non le dici perché non sai a chi raccontarle.
La verità è che ci sono un sacco di persone che ho lasciato indietro 60km fa.
E mi mancano e vorrei sentirle sempre, sapere come stanno, cosa fanno, essere aggiornato sulle loro vite, vederle e trovarci per cene e aperitivi.
Ma poi tutto questo improvvisamente diventa faticoso quando non c’è simmetria nel cercarsi, quando sei sempre tu il primo (l’unico?) a scrivere o a chiamare, quando a domanda segue risposta e poi tutto si ammutolisce, quando gli inviti cadono puntualmente nel vuoto.
E quindi ti ritrovi a rivalutare tutto e a domandarti di nuovo se in fondo il problema non sei tu, che forse hai preteso di vedere amicizie importanti dove non in realtà non erano presenti o se semplicemente non sei abbastanza per loro.
Poi passa, però la tristezza rimane.
In fondo poi, qualsiasi sia il motivo, sei tu quello che sei scappato.
Il punto è che in un modo o nell’altro si arriva sempre punto e a capo, come se nulla fosse cambiato, come se nulla potesse cambiare.
Per quanto ci si sforzi, gli sbagli vengono perpetrati all’infinito, per poi essere trascinati in una spirale di ansie e paure da cui non si riesce ad uscire.
E l’essere così da solo non fa altro che peggiorare le cose.
Volevo scrivere qualcosa.
Ma l’essere sotto le coperte mi fa solo chiudere gli occhi su questa faticosa giornata.
È strano: sono le 21.38 e sono già a letto.
Non è vera e propria stanchezza, perché riesco a dormire di più, ho degli orari di lavoro più umani, sono più rilassato, mangio meglio e sicuramente più sano.
Anche le giornate son belle, il sole è caldo, faccio le mie commissioni in giro per il paese a piedi e la macchina è chiusa in box da 2 giorni.
Quindi boh? Sarà la primavera?
Che poi, ero convinto di tutt’altro
E mi sbagliato.
Mi ero chissà perché incattivito nei tuoi confronti.
E invece siamo riusciti a parlare, con la scusa di parlare di altro.
Ed è tutto tornato a posto.
Perché nel giro di 5 minuti mi sei tornata quella persona allergica al contatto umano che tanto ammiro e apprezzo.
Mi mancherai un sacco, anche se in realtà non abbiamo mai avuto quel rapporto più profondo che invece avevi con altri e di cui sono sempre stato un po’ invidioso.
E poi tu non lo sai, ma lunedì mi hai fatto sorridere con quell’abbraccio ad una festeggiata. Perché sono due i casi: o hai fatto uno sforzo enorme per fare quel gesto o alla fine non è poi così tanto vero che sei allergica al contatto umano come invece vuoi far credere.
È che gli imprevisti capitano, spesso prima che poi, in ogni forma.
La cosa positiva è che questa volta nessuno si è fatto male, ci saranno solo sbattimenti vari per affrontare le conseguenze, soldi che se ne andranno inutilmente e buoni propositi per questo 2014 per arginare possibili cause che lo facciano ripetere.