Alla fine, sono stato trattato male, malissimo. Paga, praticamente nulla, per quanto abbia lavorato per lui almeno 9 mesi. E dire che, insomma, ci conoscevamo praticamente da sempre. Non credo di esagerare a dire che ho dato una grossa mano per portare avanti il progetto, che senza di me in quella prima settimana infernale forse non sarebbe andato in porto.
Poi le parole, le promesse, un contratto all’orizzonte. Aver impostato tutto sulla fiducia, sulla parola. Credere alle sue promesse, d’altronde perché dubitare? Ci conosciamo da una vita, abitiamo nello stesso paesello. Cosa vuoi che succeda?
Beh, e invece… si è visto com’è andata a finire. Silenzi, mail non risposte, impossibilità a vedersi, impegni improvvisi che fanno saltare appuntamenti.
E ora, vabbé.
Oltre ai danni materiali, la beffa.
E il fatto che in famiglia non si può toccare l’argomento, visto che – di base – secondo loro, ho sbagliato io boccalone a dare fiducia ad uno che conoscevo da una vita. E, ovvio, che se ne discute, si alza la voce e non mi va.
Perché aggiungo arrabbiatura ad arrabbiatura.
Grazie mille.
È stato un piacere lavorare per te.
una vendetta trasversale no!?
Brutta storia; mi dispiace molto. Essere fregati non fa mai piacere, esserlo da chi si pensava non lo potesse fare é ancora peggio.