Credo sia il caso di postare qualcosa. Giusto per iniziare a far scivolare via il post precedente. Per ricacciare nell’armadio quel mostro che è di nuovo saltato fuori.
Ma ora, non riesco a scrivere nulla. Nulla che sia degno della serata di ieri. Il thè a casa di F. + N., le briochine chimiche nel cestello da picnic di cartone, le sagge parole di F., il giro in Bergamo Alta, la tranquilla festicciola a casa del R., la speranza di riuscire finalmente a fare quello che voglio della mia vita, il ritrovamento del mio book, il sogno di abbandonare Milano e provincia, il Get Up, il viaggio di ritorno e quei momenti sotto casa tua. E la tua domanda. Quella che iniziava con tutti i vari se. Ti ho già risposto. Ma, voglio ripeterlo. Sì, vorrei andare a vivere con te. Appena riusciamo. Ma sappi che io, nelle faccende di casa, sono un disastro.
(K)(K)(K)
(L)(L)(L)
ok, posso perfino pensare di fare io le pulizie, ovvero ti metterò di corvee per i lavori più tremendi, mentre io dirigerò le operazioni.
ah, comincia a valutare l’opportunità di vivere soltanto con camicie no stiro
😀
ehm, scusa la battuta, ma avevo bisogno di ironia, per cercare di smettere di piangere.
(K)