Mi chiedo: di cosa avete paura? Della solitudine? Venite a provarla: non è così spaventosa. Certo, bisogna abituarsi, ma non è la bestia nera che tutti pensano.
Altra domanda: avete davvero bisogno di tutta la retorica e il finto interesse da parte degli altri? Non sapete validare da soli le vostre capacità ?
Il punto è che Matt ha ragione.
Pensandoci bene, è la prima volta che sto sperimentando la solitudine. O meglio, è la prima volta da “cresciuto” che la sto sperimentando. E dico “cresciuto” semplicemente perché, anche se alla soglia dei 30 anni, ho quasi paura a definirmi adulto.
Da bambino ero un tipo solitario, vuoi per lo stampo ricevuto dai miei genitori, vuoi per oggettivi differenti interessi che non permettevano la creazione di legami forti: la mancanza di passione per il pallone, il preferire divorarmi un Piccoli brividi o un libro del Battello a vapore piuttosto che stare fuori all’aria aperta con altri, il provare a risolvere per l’ennesima volta quel malefico enigma dei fiammiferi in Paperon de Paperoni e l’isola del tesoro sul computer di papà .
Ma poi sono cresciuto e in realtà tutto è cambiato. Ho iniziato a sentire il peso del non avere amici, contatti, non condividere esperienze di vita con i miei coetanei (anche fossero stupidate) e con quelli del paesello era ormai tardi. Ma sono arrivate le superiori, l’università , il lavoro, gli amici dei social, una vita di coppia: basta solitudine per anni e anni e anni perché non potevano esistere per principio possibili momenti di solitudine.
E ora è cambiato di nuovo tutto: una vita di coppia che è finita, un cambio radicale di lavoro e casa, l’inizio dell’indipendenza dalla casa natia: è l’inizio di nuove abitudini, ma soprattutto sto imparando a conoscermi, sto imparando a stare da solo con me stesso, a non vergognarmi di mangiare da solo in un ristorante affollato e mi va bene così, anche stare a casa una sera da solo a farmi le mie cose o non far proprio nulla.
La solitudine, alla fine, non è una cosa così brutta.