Forse dovrei smettere di girarmi tutte le volte che passo davanti a quella casa.
Dovrei smettere di rallentare e scrutare il giardino sperando di vedere la tua macchina parcheggiata (che poi, chissà se la tua macchina è ancora la tua, quella di infiniti viaggi assieme e chiacchiere e risate e sogni e progetti da condividere).
Dovrei smettere di sperare di vederti, perché sicuramente con il tuo lui e la tua figlia chissà dove abiti e sarebbe particolarmente strano trovarti qui.
Dovrei smettere di pensare a tutto quello che abbiamo vissuto assieme e a tutto quei momenti di felicità per te che mi son perso e che non abbiamo condiviso: il tuo matrimonio, la nascita della tua bambina e – perché no – tu che le le insegnavi a chiamarmi “zio”, come tante volte mi avevi raccontato.
E in fondo basterebbe poco, basterebbe poco a provare ad alzare il telefono, dirsi “ciao” e lasciare le cose andare e vedere come va a finire.
Però, porca di quella miseria, perché devo essere sempre io a sentire la lontananza delle persone?
Tu non provi nulla di tutto ciò?
Sono così inutile e senza peso nei ricordi e pensieri degli altri?