Ieri è stata la giornata della Color Run.
Ed è stata qualcosa di indescrivibile.
Lo ammetto: man mano che si avvicinava il giorno, cresceva in me un senso di preoccupazione (ce la farò ad arrivare alla fine?) e di ansia (cosa mi metto?). Infatti era molta la paura per l’equipaggiamento, la paura che il colore non andasse più via e di dover buttare nella spazzatura ogni cosa. Poi è subentrato il “ma chi me la fatto fare”, bello attivo e costante camminando (con i colleghi <3) da Lotto verso il punto di ritrovo a San Siro e ancora di più mentre sotto il sole eravamo in coda per prendere braccialetto e pettorina.
E poi no. Recuperi la maglietta, ti metti la pettorina, sistemi la fascetta in testa, qualche foto prerun e via!
Inizi a goderti la musica, le 10mila persone intorno a te, la massa che si accalca per la partenza. E ti rendi conto che c’è di tutto: giovani e meno giovani, gruppi di amici e amiche, sposi e spose, tizi sui trampoli, bambini, bimbi in carrozzina.
10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1, partenza!
E tenti di prendere il ritmo, uscire dalla massa che va piano, ritagliarti un tuo spazio. E arriva senza fatica il primo chilometro e il primo colore. E poi il secondo. E poi inizia a farti male il piede, ti fermi per togliere quello che credi un sassolino e invece no. Ma ormai hai perso il gruppo e il passo e il piede fa troppo male e cammini. Tranne poi sentire in lontananza della musica ed acceleri e riinizi a correre e cerchi i volontari che ti devono sporcare di colore e cerchi gli obiettivi dei fotografi, perché sì che ti stai divertendo. E poi di nuovo il dolore, il ritmo rallenta, fino a quando un I don’t care, I love it! in lontananza ti carica e corri verso il rosa e poi verso l’arrivo.
E ritrovi gli altri, che non hanno fatto tanto prima di te e ed è tutto un’esplosione di foto, di sorrisi, di musica e balli, di color blast sotto il palco.
E poi il rientro. Mai vista una metro così allegra e colorata. Mai viste così tante facce stupite nei passanti che si trovavano davanti queste 6 persone piene di colore dalla testa ai piedi. Mai capitato di sorridere a perfetti sconosciuti solo perché sono conciati come te. E tutta quell’ansia per “chissà se verrà mai via il colore” sparita. Anzi, rimane una macchia sulle scarpe? Meglio così 🙂
The Color Run: the happiest 5k on the planet!Â
E ora la domanda è: quand’è che la rifacciamo?