Oggi, che poi è già ieri.
Nottata sveglio a far tavole.
Ore di attesa per una prima revisione assolutamente demoralizzante.
Altre ore e ore e ore e ore (fino alle 20.00) di attesa per una seconda revisione. Più utile, meno demoralizzante ma ugualmente portatrice di altro lavoro.
Un bidello che mi si avvicina e mi apostrofa con un “ma è lei il professore?”.
Un consorte che arriva in Bovisa Beach giusto quando stavo uscendo dall’edificio giallo e via di corsa verso un aperitivo, arrivando ovviamente in ritardo.
Aperitivo passato decisamente troppo in fretta. Discorsi iniziati, persi, incrociati, mai finiti. Con due personcine che più le vedo, più le apprezzo, più sento che mi ci sto affezionando, pure. E una terza è sulla buona strada.
Poi il ritorno. Il disco di Adele, di sottofondo, scoperta grazie allo Stef tempo fa. Conciliante. Per il sonno. E di fatti…
E poi l’arrivo a casa.
Pigiama, online per scrivere queste insulse quattro righe.
E poi il calduccio delle coperte, prolungabile a lungo: domani, in uni, si va solo al pomeriggio.
vedi che mi trascuri? per me solo una solitaria parolina… 🙁 sigh
Beh dai Bybbino, consolati, t’ha chiamato “consorte”… Solo io lo trovo assai romantico?!
Tu Lore! Dormiiiii!!! Che ti fa bene!