Ed eccomi qui.
A scrivere dei miei soliti patemi e improvvisi sbalzi di umore e di volontà .
E già immagino voi, lì che vorrete prendere qualcosa e lanciarmela addosso per farmi tornare a ragionare.
Ma non ce la faccio.
Saranno le troppe cose da fare, i millemila libri da studiare (in neanche 3 mezze giornate, visto che l’altra metà è occupata dal lavoro), l’atmosfera irrespirabile di casa, ma non ce la faccio.
O forse non ce la voglio fare, non voglio fare sforzi e voglio arrendermi, visto che è troppo difficile e forse ben oltre le mie possibilità quello che mi sono messo in testa di fare.
Ho chiesto aiuto, ho delegato un po’ di cose da fare, ma adesso sono di nuovo da capo.
E la cosa è ancora più grave, pensando al fatto che forse, sono rimasto con matematica. Quella matematica che la segreteria non ha voluto riconoscere come credito formativo, quella matematica che non riuscivo a frequentare (e dare i parziali) per il lavoro. Bene, ora sembra sia saltato fuori che non avendo dato i parziali non potrò fare l’intero.
Bene, vivissimi complimenti a me che pensavo che le cose funzionassero logicamente come da altre parti, che non vedendo nulla che dicesse il contrario non mi sono preoccupato della fattibilità , complimenti a me che ora mi ritrovo con un esame in più da dare l’anno prossimo.
E così è l’ennesima cosa che si aggiunge all’ansia delle cose da fare, all’elenco delle cose che non vanno e che forse potevano andare diversamente.
È il famoso imprevisto che non deve esistere. Anzi, è il secondo imprevisto che non deve esistere. Il secondo, dopo la questione informatica (addio 30 e lode).
E queste cose sono deleterie, perché fanno rifrullare nella mia testa la presunzione di ha già un lavoro e sa di saper fare bene quello che sa fare.
Che ci faccio di nuovo tra i banchi? Ha senso trattare con persone che considerano un perfetto imbecille che nulla sa? Con persone che parlano così, in astratto, di concetti inutili che poi non vanno neanche ad applicare? Sarà che non sono per nulla soddisfatto delle materie di questo secondo semestre, ma mi domando se ora, la scelta del Politecnico, sia quella giusta, per me.
Sicuramente lo sarebbe stato 4 anni fa. Ma ora?
Sono le stesse cose che mi domando anche io, domande che mi frullano in testa riempiendola di fastidioso rumore di fondo e che mi frenano dall’idea di fare una specialistica. Quindi stavolta non ho risposte, proprio no.
Ma in compenso ti dico che mancano solo 25 giorni al nostro rendez-voua, giornatina idilliaca in cui passeremo ore e ore solo a svagarci, bere, mangiare, cazzeggiare, ciaccolare etc.
Io ne ho veramente veramente bisogno 😀
Tesoro, tu ti angosci e ti ansizzi troppo. Per un esame in più da fare l’anno prossimo, poi… capirai!
Con l’università devi essere più elastico. Gli esami persi un anno si recuperano l’anno dopo. Non è un dramma, è la vita. Come te, mille e non più mille ragazzi si trovano o si sono trovati nelle tue stesse condizioni.
Le tue ansie sono le stesse di tanti altri.
Sono normali, quotidiane, sane. Le devi guardare con un sorriso, pensando “ecco, sono arrivate”… e poi andare avanti. Sempre con un sorriso.
Non è il caso di dargli più peso di un sorriso, appunto.
Abbi fiducia in te e soprattutto DATTI TEMPO, la fretta non serve a nulla.
@Rosa: sì, non vedo l’ora!
@Gatto: l’unica cosa che non ho e non posso darmi è il tempo. Non con la situazione attuale a casa, non con tutte le ore che passo in ufficio.
Però, alla fine, lo sapevo, quindi semplicemente sto raccogliendo il seminato, giusto?
Lore, io ho detto “datti tempo”, non “trova il tempo”.
Il tempo c’è già . È una questione di percezione.
Sei tu che devi imparare a vivere le cose con meno ansia, con meno obiettivi da perseguire a scadenza scelta. Il tempo è elastico, ci possono essere ritardi e contrattempi: è la vita, non farne un dramma.