231 – corta

E così si è arrivati alla fine di questa settimana corta e intensa.

È la giornata non ha mancato di stupire, con un lavoro urgente che comprendeva l’uso di termini come bunner e machette (sì, sigh, me li hanno scritti sbagliati). E così di colpo si è tornati al 2009, alle tipografie, ai quiotidiani e a quel misto di soddisfazione e terrore quando mandi in stampa qualcosa che verrà visto da X mila persone.

230 – sudato

Che poi, mi so perso un po’ di aggiornamenti per strada e scrivendo di altro non scritto nulla sulla fantastica serata di sabato al Glitter.

Mezzo vuoto, rispetto alla solita affluenza, ma con il giusto numero di gente per avere la pista piena, divertirsi ma avere abbastanza spazio per vivere, muoversi e respirare.

E poi rivedere i soliti amici, fare gli scemi, ridere e divertirsi. E poi amici che non si vedevano da un po’, scoprire cose che non sapevi e che forse a pensarci bene potevi saperlo, ma va anche bene così che tanto per certe cose chissene frega, finché uno sta bene con se stesso e decide di vivere la vita a modo suo.

E poi i troppi cocktail di pessimo alcool, la musica, il momento cantata trash a squarciagola con Max Pezzali.

E quindi via, come al solito si torna a casa il giorno dopo senza voce, (un po’ meno) sudati (del solito) e felici.

229 – folli

Avete presente quelle decisioni difficili e folli? Quelle scelte che fai pur sapendo che sono senza logica, che andrà tutto male e tu ci starai da schifo perché per l’ennesima volta non ce l’hai fatta a far prevalere il cervello sul cuore e sull’impulso?
Ecco.
Però alla volte il tutto finisce bene. E ti rimane appiccicata addosso questa sensazione bellissima.

227 – copertina

Sentivo proprio il bisogno di una #runlorerun easter edition.
Vestito a puntino, con l’iphone carico, la fida playlist sincronizzata, cuffiette, fascia da braccio, chiavi.
Finalmente esco di casa: un vento gelido mi fa desistere e finalmente comprendo perché oggi in casa facesse così tanto freddo che abbiamo persino riacceso la stufa.
Rientro abbattuto e triste, mi cambio e mi rimetto sul divano sotto la copertina. Sigh.

226 – volata

Avete presente quelle sere che esci ma ti dici che no, questa sera non fai tardi, che devi dormire e poi il giorno dopo hai il trainer e poi devi vederti per pranzo con la tua commercialista?

Ecco, finisci una giornata di lavoro folle. Arrivi a casa e ti riposi un attimo. Riparti con calma per Milano, passi dalla festeggiata per 4 chiacchiere in compagnia. Salite in macchina verso il ristorante, quell’Osteria qui da noi che tanto adori. Entri con gli altri 4 della serata, 2 dei quali conosci appena.

E mangi, bevi, sono tutti estremamente soddisfatti del cibo, del posto e poi anche del conto. La serata procede liscia e si parla, si ride e si scherza.

Si cerca un bar, se ne provano 2, uno più chiuso dell’altro e ne trovi un terzo, che potrebbe essere bellissimo se non fosse così vuoto. Però il posto è bello e il tuo cocktail è veramente buono.

E poi, tra una cosa e l’altra, saluti tutti, riaccompagni la festeggiata a casa e ti rendi conto che sono le 2 e passa e pensi che questa serata è volata.

225 – incastrare

La decisione è presa, l’abbonamento pagato, altri soldi son stati versati alla Decathlon.

Ora non rimane altro che rispettare l’appuntamento del lunedì e del giovedì per fitboxe, capire dove e come e quanto incastrare degli allenamenti in sala pesi, capire se ho persino voglia di correre in altri giorni.

Sì, è vero: questa cosa mi sta DECISAMENTE sfuggendo di mano

222 – secret

Che poi, perché non mi avete detto prima dell’esistenza di questo “Secret Princes”?

Dovevo scoprirlo io da solo, tra i consigli (che è tutto dire) di Netflix?

secret princes

2 lord, un principe spagnolo e uno indiano, catapultati ad Atlanta a vivere in un catapecchia, obbligati a lavorare per arrivare a fine giornata (baristi i primi 2, pet groomer gli altri 2) con lo scopo di trovare la loro principessa che non sia interessata al titolo o ai soldi, ma solo a loro.

LOL, vero?