167 – #Max20

Che poi alla fine domenica sono riuscito ad andare, per la prima volta nella mia vita, ad un concerto di Max Pezzali, insieme a G. e I.

Inutile dire quanto mi sia piaciuto, a parte l’inizio incerto con le canzoni del nuovo album (che non apprezzo molto) e una serie di lyrics backdrop piuttosto scialbi e amatoriali (ma dico io, anche il Times New Roman dovevano usare? Ci mancava poco che comparisse anche il Comic Sans!).

Inutile parlare delle emozioni nel ricordarsi ancora a memoria tutte (TUTTE) le canzoni e riuscire ad associarla ognuna ad un ricordo più o meno felice dell’infanzia.

E il tutto è stato apprezzato maggiormente visto che eravamo seduti in ottimi posti numerati. E questo è solo merito di G. che si è sbattuto per comprarli.

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164 – G.

Non sono uno che ricorda facilmente numeri e date.

Però riesco sempre a ricordarmi che oggi sarebbe il tuo compleanno.

E se ci penso, mi ricordo anche quel tuo numero di casa che componevo praticamente ogni pomeriggio e mi ricordo le telefonate lunghissime, passate sdraiato sul tappeto del corridoio, col filo della cornetta tirato rischiando di far cadere il telefono da un momento all’altro e parlando chissà più di cosa per ore e ore.

E penso che oggi avresti anche tu 29 anni e chissà costa staresti facendo e se saremmo riusciti a rimanere in contatto, nonostante il passare del tempo.

163 – incredibilità

Lo ammetto: non ci ho mai creduto fino in fondo.

Perché sapevo che ci sarebbe stata troppa gente da gestire, troppe variabili da considerare e troppe poche persone veramente convinte di.

Poi abbiamo fatto tardi, tra apertitivi + torta in posti affollatissimi, tra la ricerca di noodles (chiusi) e la scorpacciata di arrosticini.

E poi arriviamo, c’è una coda pazzesca e ci arrendiamo, il gruppo si divide e ci muoviamo verso il Ricci con l’idea di bere qualcosa e ovviamente no, chiude.

Sconfitti decidiamo di tornare a casa, ma poi arriva una provvidenziale chiamata, inversione di macchina e via, pronti per ballare.

Il locale è strapieno, si muore di caldo.

Ma ci vuole un attimo e la serata parte per il verso giusto, tra incontri di amici e chiacchiere varie con perfetti sconosciuti. Finisce poi che arriviamo a chiusura e un bel ragazzetto semi ubriaco va dal tuo amico a chiedere il permesso di rubarti.

E a parte queste conclusioni di serata che solo al Glitter possono succedere, arrivi a pensare che è incredibile come ci si riesca sempre a divertirsi, uscendo con un sorriso stampato e una allegria esagerata.

E no, malfidenti, non è colpa della troppa vodka. Perché con quella ci sono andato leggero, dovendo portare a casa sana e salva una dolce donzella.

162 – tetris

Un solito impegnativo week-end, tentando di incastrare tutti gli impegni e le poche ore di sonno con lavori da consegnare, amici che vengono a Milano e che sarà impossibile vedere, cene di compleanno, serate al Glitter, pomeriggi in buona compagnia e un concerto di Max Pezzali.

160 – wonderful life

Ci sono di quelle canzoni che hai ascoltato all’infinito, di cui sai a memoria il testo, ma te le dimentichi chissà perché. E poi basta poco per ricordarle, così, all’improvviso.

On a bridge across the Severn on a Saturday night,
Susie meets the man of her dreams.
He says that he got in trouble and if she doesn’t mind
He doesn’t want the company
But there’s something in the air
They share a look in silence and everything is understood
Susie grabs her man and puts a grip on his hand as the rain puts a tear in his eye.

159 – futuri

È che sei abituato a prendere la situazione del momento, proiettarla nel più roseo dei futuri ed essere convinto che sarà così.

Poi le cose cambiano, il futuro più roseo cambia di conseguenza e però sei tranquillo.

Poi le cose cambiano ancora – e di molto – e ti ritrovi all’improvviso senza un futuro roseo a cui fare affidamento, ma ti immagini davanti a te solo una serie di nubi particolarmente indecise sul rovesciarti addosso secchiate d’acqua ed infinite saette o se farsi cullare via dal vento e mostrarti un sole splendente.