Avete presente quella cosa del “devo staccarmi dal cellulare”?
Beh, c’è stato un altro passo in avanti, su Whatsapp: via la comunicazione dell’ora dell’ultimo accesso, via l’ansia e la paura.
Avete presente quella cosa del “devo staccarmi dal cellulare”?
Beh, c’è stato un altro passo in avanti, su Whatsapp: via la comunicazione dell’ora dell’ultimo accesso, via l’ansia e la paura.
Ma soprattutto, mille paure.
E son qui, a casa, dopo un week-end durato troppo poco.
Un week-end a casa di amici, alla scoperta di una città che non conosco per nulla, con una parentesi canterina, una parentesi culturale, una parentesi video ludica, una parentesi di giochi da tavolo.
E poi buon cibo (qualcuno ha detto pesto, focaccia, focaccia, pesto?), ottima compagnia, gatti pelosissimi e ruffiani, e un’ospitalità che non riuscirei a descrivere adeguatamente.
Quindi, grazie ad entrambi per questi splendidi due giorni. Peccato siano volati via così in fretta.
Poi torno, eh.
Ma intanto sto via per il w-end 🙂
E dal nulla, quando meno te lo aspetti.
Il punto è che col senno di poi, sono tutti bravi a ragionare e dare consigli. Eppure in questo momento sto pensando che avrei potuto essere più impulsivo e fidarmi del mio istinto per dare un radicale cambio alla mia vita.
E invece non ho agito, mi sono lasciato risucchiare dalle (troppe) solite cose e le possibilità di movimento sono finite.
È vero: più che un agire sarebbe stato un salto nel vuoto, eppure ho la fortuna di avere un po’ di ancore di salvezza e devo solo ricordarmi di non aver paura ad usarle in caso di necessità .
Così ora si è di nuovo in quello strano limbo in attesa che succeda qualcosa. Ci sono un paio di eventi da tenere d’occhio, ma per quanto vicini, mi sembrano lontanissimi ed irrangiubili. Sigh.
Oh sì che ce l’ho fatta.
Rimane però il dubbio del perché riesca a buttarmi così tanto giù, anche se poi alla fine in un modo o nell’altra riesco a farcela. Febbre a parte, ovvio.
Domani ritorno allegro e contento e spensierato e non starò mai fermo. Promesso.
Ma oggi, oggi è andata così:
Ho le lacrime nascoste negli occhi
e il mio cuore trema, il mio cuore trema.
Come farò ad affrontare tutto questo?
E soprattutto, mi chiedo, ce la farò?
Ne stavo parlando proprio qualche giorno fa con un amico.
Del fatto che io, ammalarmi, ma figuriamoci! Non mi succede quasi mai, se non intorno alla metà di Febbraio, possibilmente il giorno prima della data in cui ho organizzato la cena per il mio compleanno.
E invece, oggi sono a casa sul divano, sotto la coperta, col Mac sulle ginocchia a dare una mano alla collega rimasta praticamente da sola in ufficio, con la stufa accesa e un termometro beffardo che dice che ho 38,5°.
Appoi.
A quanto pare, io sono il cretino da fregare ad ogni costo.
Ma tu, un minimo di orgoglio e rispetto – non dico per me – ma per te e la tua intelligenza, non ce l’hai?