Secondo giorno di corso.
Decisamente meno leggero e meno ego-boosting della lezione di settimana scorsa, ma è andata avanti tranquillamente, stando ovviamente sempre dietro al telefono per controllare le mail…
Secondo giorno di corso.
Decisamente meno leggero e meno ego-boosting della lezione di settimana scorsa, ma è andata avanti tranquillamente, stando ovviamente sempre dietro al telefono per controllare le mail…
Vi ricordate quella cosa che volevo imparare a dipendere meno dall’iPhone?
Ecco, poco alla volta, si migliora.
Ma in questo weekend più lungo del solito mi sono accorto di una situazione che conoscevo molto poco e che non so gestire, senza telefono in mano: essere seduto sul sedile del passeggero.
E in quei casi, non c’è nulla da fare… l’occhio e il pensiero cadono troppo sullo schermo del telefonino? Anche perché non sono affatto abituato a non guidare: cosa si fa quindi? Si parla? Si osserva il paesaggio? Ci si annoia?
Ci sono poche cose che non sopporto in una persona.
Una di queste è lo piangersi addosso sempre e continuamente, possibilmente online, possibilmente per ottenere tutta una serie di pat pat virtuali, quando io invece risponderei con un pugno o uno schiaffo.
Voglio dire, io non sono per nulla sicuro di me, sono timido a livelli folli, mi faccio mille remore a parlare anche quando sono certo che quello che voglio dire è giusto e corretto, ma ci sono tante cose che ho imparato.
Ho imparato a volermi bene e a essere consapevole delle mie capacità ; ho imparato a prendere delle decisione assumendomene le responsabilità e ho anche imparato a continuare lungo la strada senza guardarmi troppo indietro, per quanto possa far male, perché purtroppo non si può cambiare nulla di quello che ormai fa parte del passato.
Ho imparato che se c’è qualche cosa che non funziona allora si prende e si combatte e si lotta perché finalmente funzioni. Oppure si valutano pro e contro e si cambia completamente strada, essendo ben consapevoli di quello che si lascia e per nulla di quello che si troverà .
Ho imparato che se si vuole migliorare e crescere ci vuole un po’ di rischio. E preferisco veramente prendere al volo ogni occasione che mi permetta di migliorare anche solo di poco piuttosto che stare a casa a far nulla sul divano o a piangermi addosso.
È vero, poi va a finire che sono stanco, che non dormo, che non riesco a godermi parte della vita. Ma ho 28 anni, c’è la crisi bla bla bla, ho scelto di lavorare in un settore veramente difficile. Ma se non ci provo io ora con tutto me stesso a costruirmi le basi per il mio futuro, chi altri lo farà ?
Ci sono cose a cui in realtà devo ancora abituarmi.
E una di queste è la possibilità che quelle uniche 2 volte che decido di andare al Glitter possa ritrovarmi davanti il mio ex.
Nulla di grave, sia chiaro. La città è grande, ma i posti alla fine son quelli e di bello come il Glitter c’è solo il Glitter.
La cosa che però ti lascia un po’ così è per la prima volta vederlo limonarsi qualcuno che non sei tu. E ha fa ancora più effetto se sono 2 tizi diversi e se il tutto avviene nel bel mezzo del dancefloor, con una foga che mai aveva avuto con te.
Però casualità o destino vuole che proprio in quel momento il DJ decide di far passare prima Dancing on my own della mai troppo amata Robyn e Get out of my way di Kylie.
I’m in the corner, watching you kiss her, ohh
I’m right over here, why can’t you see me, ohh
I’m giving it my all, but I’m not the girl you’re taking home, ooo
I keep dancing on my own
I keep dancing on my own
Get outta my way, get outta my way
Got no more to say, he’s takin’ your place
Get outta my way, way outta my way
Got no more to say, he’s takin’ your place
Get outta my
Al corso abbiamo fatto un paio di quei giochi di gruppo di problem solving e devo ammettere che mi sono divertito in entrambe le prove.
Poi ci hanno spiegato la teoria di non ricordo quale grandissimo psicologo americano che sostiene che in un lavoro di gruppo ognuno indossi un cappello di un colore a seconda delle caratteristiche dimostrate ed è venuto fuori che io indosso un cappello blu (leader / moderatore) e bianco (razionale).
Addirittura?
E con ieri sarebbero stati sei anni.
E invece no.
Aprire Timehop.
È bello com eall’improvviso si siano svegliati idraulico, parquettista, imbianchino.
Tutti in contemporanea.
E così ti ritrovi tizi che cambiano la caldaia, macchinari immensi in corridoio, odori strani di solventi chimici che massì teniamo le finestre aperte che tanto fa caldo, ma soprattutto tutti i contenuti delle stanze del piano di sopra sono stati mossi al piano di sotto.
Così non solo non puoi non sdraiarti sul cuscinone per guardare qualche serial in tv, ma non riesci neanchead accendere una console (per scrivere una delle tante recensioni in pending) perché – semplicemente – tu a quel tasto di accensione non ci puoi arrivare, visto tutto quello che ti ritrovi davanti.
E, ovviamente, tutto deve succedere proprio nell’unica settimana in cui hai bisogno di far venire a casa il fotografo per quel bel progetto fotografico promosso dall’agenzia.
Sigh.
Ultimo giorno di Games Week 2013, ultimi giri, ultime prove, ultimo bagno di umanità che non si lava.
14€ di parcheggio sul tetto di Fiera, assolutamente ben spesi per l’enorme comodità di prendere un ascensore ed essere in fiera.
Una piacevole serata nascosta dietro a necessità redazionali con autoinvito a cena non premeditato.
E il rientro verso casa e verso una nuova settimana, dopo aver ovviamente sistemato le 259mila cose in sospeso.