Timehop è quell’applicazione perfida è malvagia che ti ricorda un sacco di cose che tu hai dimenticato.
Magari sono status che a distanza di anni ti vergogni di aver scritto: post in 3ª persona agli albori di Twitter, cretinate varie, frasi che non riconosci più perché scritte con uno stile che non è più il tuo, foto tirate fuori dalla library che anche no grazie.
Però Timehop riporta a galla anche frasi e immagini che ti fanno ricordare subito la situazione, il momento. Cose che avevi sepolto e che a volte ti fanno piangere, a volte ti fa piacere ricordare, come ad esempio una foto scattata in ufficio, 3 anni fa.
È così ti ricordi i tuoi compagni di stanza, i lavori di quel periodo, i fogli alle pareti e riesci a ricordare la storia, il periodo, gli aneddoti, l’atmosfera che si respirava.
E va bene, è un ricordo piacevole e si potrebbe anche pensare di ringraziare Timehop.
Il problema però viene fuori quando confronti quel passato con il tuo presente e quella brutta sensazione che in questo momento non stai costruendo alcun ricordo altrettanto forte. Adesso fai e disfi senza sosta, ma sei sempre insoddisfatto, per nulla rilassato e forse neanche troppo contento.
Poi c’è una protagonista di quel periodo che ti scrive su WhatsApp che alla fine 3 anni fa eravamo dei giovani pirla. E ha ragione, da vendere.
Però ora che Timehop ti ha ricordato quei momenti, quei momenti ora ti mancano da qui all’infinito.