[…] Può il capo del governo imbrogliare il garante della Costituzione? Può inserire con un artificio un codicillo già respinto per l’inesistenza di “necessità e urgenza”? Deve firmarlo il Capo dello Stato? Può non firmarlo? E’ una strada “difficilmente praticabile”, si dice, anche perché “non ci sono precedenti”. E si comprende. La Costituzione dà per implicita la leale collaborazione tra gli organi dello Stato. Quando questa non c’è o diventa beffa, bisogna esplorare strade nuove. Esistono? Quali sono? Quale contributo culturale intende dare oggi la società dei costituzionalisti a questo confronto? Il governo diffonde la bubbola che il codicillo (liberatorio per Berlusconi) consente ai giudici di affrontare i reati più gravi.
[…]
Forse sarebbe meglio affrontare tutti coloro (e sono moltissimi, i più) che sono sordi ai guai giudiziari di Berlusconi e pensano che “vabbè, è un corruttore, ma per me va bene lo stesso…”. Forse bisogna informarli che, non di Berlusconi si discute, ma della loro, personale sicurezza. Perché se, come sostiene l’avvocato del Cavaliere, diventano reatucci la rapina semplice, il furto in appartamento, l’omicidio colposo degli ubriaconi al volante, il sequestro di persona non a scopo di estorsione (non erano i partiti di governo a suggerire che le zingarelle portano via i bambini dalla culla?), la sicurezza in pericolo non è quella del capo del governo e del suo legale, ma di chi è esposto a questi reati. […]
Â
Povera italia, poveri italiani. Che lo hanno votato, chiudendo gli occhi, mettendosi i tappi alle orecchie, tappandosi il naso e spegnendo la voce della logica e della ragione.