Oggi, più di ieri.
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164 – G.
Non sono uno che ricorda facilmente numeri e date.
Però riesco sempre a ricordarmi che oggi sarebbe il tuo compleanno.
E se ci penso, mi ricordo anche quel tuo numero di casa che componevo praticamente ogni pomeriggio e mi ricordo le telefonate lunghissime, passate sdraiato sul tappeto del corridoio, col filo della cornetta tirato rischiando di far cadere il telefono da un momento all’altro e parlando chissà più di cosa per ore e ore.
E penso che oggi avresti anche tu 29 anni e chissà costa staresti facendo e se saremmo riusciti a rimanere in contatto, nonostante il passare del tempo.
163 – incredibilitÃ
Lo ammetto: non ci ho mai creduto fino in fondo.
Perché sapevo che ci sarebbe stata troppa gente da gestire, troppe variabili da considerare e troppe poche persone veramente convinte di.
Poi abbiamo fatto tardi, tra apertitivi + torta in posti affollatissimi, tra la ricerca di noodles (chiusi) e la scorpacciata di arrosticini.
E poi arriviamo, c’è una coda pazzesca e ci arrendiamo, il gruppo si divide e ci muoviamo verso il Ricci con l’idea di bere qualcosa e ovviamente no, chiude.
Sconfitti decidiamo di tornare a casa, ma poi arriva una provvidenziale chiamata, inversione di macchina e via, pronti per ballare.
Il locale è strapieno, si muore di caldo.
Ma ci vuole un attimo e la serata parte per il verso giusto, tra incontri di amici e chiacchiere varie con perfetti sconosciuti. Finisce poi che arriviamo a chiusura e un bel ragazzetto semi ubriaco va dal tuo amico a chiedere il permesso di rubarti.
E a parte queste conclusioni di serata che solo al Glitter possono succedere, arrivi a pensare che è incredibile come ci si riesca sempre a divertirsi, uscendo con un sorriso stampato e una allegria esagerata.
E no, malfidenti, non è colpa della troppa vodka. Perché con quella ci sono andato leggero, dovendo portare a casa sana e salva una dolce donzella.
162 – tetris
Un solito impegnativo week-end, tentando di incastrare tutti gli impegni e le poche ore di sonno con lavori da consegnare, amici che vengono a Milano e che sarà impossibile vedere, cene di compleanno, serate al Glitter, pomeriggi in buona compagnia e un concerto di Max Pezzali.
161 – convinzioni
Non c’è nulla di peggio di avere delle convinzioni e di vederle improvvisamente andare tutte in frantumi.
160 – wonderful life
Ci sono di quelle canzoni che hai ascoltato all’infinito, di cui sai a memoria il testo, ma te le dimentichi chissà perché. E poi basta poco per ricordarle, così, all’improvviso.
On a bridge across the Severn on a Saturday night,
Susie meets the man of her dreams.
He says that he got in trouble and if she doesn’t mind
He doesn’t want the company
But there’s something in the air
They share a look in silence and everything is understood
Susie grabs her man and puts a grip on his hand as the rain puts a tear in his eye.
159 – futuri
È che sei abituato a prendere la situazione del momento, proiettarla nel più roseo dei futuri ed essere convinto che sarà così.
Poi le cose cambiano, il futuro più roseo cambia di conseguenza e però sei tranquillo.
Poi le cose cambiano ancora – e di molto – e ti ritrovi all’improvviso senza un futuro roseo a cui fare affidamento, ma ti immagini davanti a te solo una serie di nubi particolarmente indecise sul rovesciarti addosso secchiate d’acqua ed infinite saette o se farsi cullare via dal vento e mostrarti un sole splendente.
158 – indecisione
Ed è bastato un giorno per ribaltare tutto.
La voglia di una serata a base di spritz e sbagliati con colleghi e amici è improvvisamente arrivata, anche se ormai se ne parlerà venerdì o sabato prossimo.
Mumble mumble mumble.
157 – quasi trenta
Oggi mi hanno chiamato quasi trentenne, anche perché con oggi ho raggiunto questa strana età dei ventinove.
Ho sempre aspettato con trepidazione il compleanno, aggiungendoci l’ansia di organizzare qualcosa di grande, fare tutto il giro di amici vicini e lontani, organizzare aperitivi/cene/altro per poi puntualmente rimanerci (leggermente) male tutte le volte che le cose non andavano come desiderato.
E per la prima volta da anni, tutto questo non mi interessa.
156 – post abitudini
Sì, è vero, l’unica cosa che vuoi è togliere le scarpe, far vivere i piedi e poi fiondarti a letto, sotto il piumone.
Ma lo fai felice e spensierato.
Perché, tra le altre cose, avevi  ragione e lo sapevi.