Scommetto che l’ho già postato. Però è ancora quel (brutto) periodo.
Archivi tag: 365
346 – richiamo
Non potevo resistere all’idea di un’altra serata solo per noi due, a parlare, chiacchierare, ridere.
Non potevo resistere al richiamo di Bergamo, quella città che presto sarà la mia città .
E così di nuovo in macchina, ovviamente in ritardo, in viaggio verso Bergamo lungo un’autostrada piena di cantieri ma vuota di macchine.
Un cinese buonissimo, di quelli che ti sazia, costa il giusto e soprattutto non ti impuzzolentisce.
Un giro in macchina verso Città Alta, ovviamente chiusa per traffico.
La ricerca di un parcheggio, la camminata, il freddo alle gambe (pantaloni corti, perché?), la funicolare, i discorsi delle altre persone, le occhiate che ci lanciavamo e le risate che soffocavamo.
I tanti passi, i molti discorsi con sullo sfondo una Città Alta in una notte meravigliosa.
Poi un pub con birra artigianale, una media e qualche grado di troppo di alcool, ma va bene così.
Va bene perché pur sentendoci sempre, serate così fanno bene al cuore.
E mi fanno capire quanto ti voglia bene, cara amica mia.
345 – ricordi
Forse dovrei smettere di girarmi tutte le volte che passo davanti a quella casa.
Dovrei smettere di rallentare e scrutare il giardino sperando di vedere la tua macchina parcheggiata (che poi, chissà se la tua macchina è ancora la tua, quella di infiniti viaggi assieme e chiacchiere e risate e sogni e progetti da condividere).
Dovrei smettere di sperare di vederti, perché sicuramente con il tuo lui e la tua figlia chissà dove abiti e sarebbe particolarmente strano trovarti qui.
Dovrei smettere di pensare a tutto quello che abbiamo vissuto assieme e a tutto quei momenti di felicità per te che mi son perso e che non abbiamo condiviso: il tuo matrimonio, la nascita della tua bambina e – perché no – tu che le le insegnavi a chiamarmi “zio”, come tante volte mi avevi raccontato.
E in fondo basterebbe poco, basterebbe poco a provare ad alzare il telefono, dirsi “ciao” e lasciare le cose andare e vedere come va a finire.
Però, porca di quella miseria, perché devo essere sempre io a sentire la lontananza delle persone?
Tu non provi nulla di tutto ciò?
Sono così inutile e senza peso nei ricordi e pensieri degli altri?
344 – elenco
Altro inutile post di pura cronaca della mia giornata, questa volta in forma di punto elenco:
- credo di aver battuto il mio record di ore di sonno, visto che mi sono svegliato alle 13, ho pranzato, poi mi son messo sul divano a leggere ma mi sono addormentato dopo un po’ e mi sono risvegliato che erano le 17;
- finalmente ho restituito la giacca ad un’amica che l’aveva dimenticata in macchina troppo tempo fa: però tra il mio essere a Bergamo, le sue ferie e poi gli impegni del weekend siamo arrivati ad oggi, con una consegna al volo da ti lascio il cancello aperto e la gruccetta appesa alla finestra sui cui metterla, perché devo partire e devo ancora prepararmi. Situazioni che adoro, tipo 🙂 ;
- si passa dalle serate in cui ci sarebbero 250mila impegni sovrapposti a quelle in cui non si ha nulla da fare. Sono finito che aspetto un’amica e poi ci vedremo un film e mangeremo patatine IKEA;
- credo di odiare tutti quelli che sei sparito, non curanti del fatto che per un dialogo bisogna essere in due a volerlo e che se proprio ti va di sentirci, prima puoi scrivere anche tu anziché accusare al volo. Il bello è poi hanno una capacità  nulla di reggere la conversazione e ti smontano con una serie di ok che anche no, grazie;
- ho deciso di provare a sfrattare il ragnetto che ha preso casa nello specchietto sinistro di Adam; non per altro, ma vederlo saltarlo fuori di tanto in tanto sulla sua tela che tutte le volte ricostruisce non mi piace. Soprattutto considerando che i ragni non sono esattamente i miei animali preferiti;
- giornata di (piccoli) record per aspiranti #cityrunners: 6km di fila, senza pause, senza barare, con un passo finalmente abbastanza costante (e la musica, alla fine, aiuta). Soprattutto se all’inizio ci sono quegli 8 minuti di meravigliosità di Monument.
343 – produttiva
Oggi alla fine è stata una giornata produttiva, a parte il solito risveglio alle 13.
Ho finito di leggere L’isola dei segreti e iniziato Maschio bianco etero.
Ho finalmente visto il film di Need for Speed e non riesco a capire se era effettivamente meno peggio di quello che mi aspettavo o se semplicemente avevo delle aspettative troppo basse. Ma una cosa è certa: non aveva nulla del feeling del gioco, mi spiace.
Ho lavorato un po’ e portato avanti qualche progetto.
E si continua la ricerca disperata di posate per la casa. Che in realtà le avrei già trovate, ma forse non è il caso di prendere queste qua.
342 – cena
Che poi, se mi si chiede cosa abbia fatto oggi, la risposta è niente.
Solo un’altra giornata di dolce far nulla, questa volta in attesa della cena con amici che non si vedeva da troppo tempo… a cui ovviamente arriverò in ritardo, visto che devo ancora andare a correre e si sta facendo un po’ troppo tardi.
341 – simil
Altra giornata di simil shopping per la casa, questa volta da Alessi prima e da Lagostina poi.
Un vedere e non comprare per il momento, intanto che si decide cosa prendere e cosa no.
E poi la voglia di un giro al lago, ma il tempo non ha collaborato e così non c’è stato niente di meglio di un’altra cena al giapponese.
340 – pace
Prima giornata di circa ferie.
Dormito molto, fatto qualcosina per un lavoro, ma non tropo.
Letto un bel po’ tanto che ora c’è da decidere quale nuovo eBook comprare.
Iniziati due nuovi serial, giusto perché non ne seguivo già abbastanza: Extant e The Leftovers.
Giocato un po’ con Metrico e con Road not Taken, anche se ero molto dell’umore per risolvere quegli enigmi. Giocato invece tantissimo a The Crypt of The Necrodancer.
Poi altro giro tra OBI e GranCasa, giusto per scoprire che al solito gli unici servizi di piatti che mi piacciono costano un occhio della testa, mentre invece il servizio di posate sarà una tragedia notevole.
Poi cena e un’uscita di quelle organizzate all’ultimo ma che ti mettono in pace con il mondo a suon di chiacchiere e chiacchiere.
339 – metÃ
Decisamente una lazy sunday, tra dormite, letture di Kindle, giocate con la PS Vita e la PS4 e qualche serial tv visto.
La (ri)visione de Il mio vicino Totoro.
E il pensare che oggi è sì San Lorenzo, ma è anche il giorno a metà tra il compleanno precedente e quello successivo: solo 6 mesi esatti mi separano dalla fatidica soglia dei 30 anni.
E sembra quasi tempo di bilanci. Mi sembrava di non aver combinato nulla, eppure nel giro di pochi giorni cambierà un po’ tutto: non solo il nuovo lavoro, in un’altra città (che adoro), ma una casa nuova finalmente mia, nuovi ritmi e per forza di cose una base (si spera) di nuovi giri e nuove amicizie (tentando ovviamente di non perdere quelle vecchie e più importanti).
Non so perché questi 30 anni mi spaventano così tanto, forse perché sembrano quasi il segno di un’età adulta per cui però non mi sento pronto e per cui mi sento ancora indietro, avendo perso tempo su molti fronti.
Però boh, si vedrà , giusto? Tanto non si può fermare nulla e solo continuare ad andare avanti.
338 – sveglia
Il programma era svegliarsi presto, andare a correre, sbrigare 2 faccende, andare a Milano e poi all’IKEA.
Di tutto questo niente, si è solo dormito fino alle 12:30, grazie ad una sveglia mai puntata, risposto al volo a messaggi preoccupati di chi doveva fare i giri con te e non ti aveva ancora sentito.
E poi niente, 2 spiluccate al volo e via in macchina per iniziare i giri.
Prima corso Vercelli, un salto alla Swatch, un giro per i vari negozi alla ricerca di pantaloncini che non riesco a trovare, uno alla Nespresso per scegliere il prossimo acquisto per la casa (la U della Krups arancio, molto probabilmente. C’è solo da valutare se prendere subito o più tardi l’Aeroccino. E aspettare qualche offerta con sconti o buoni di cialde gratis) e poi via: IKEA, anche se è solo un guardare, pensare e non toccare.
Anche perché c’è da vedere bene cosa serve per casa e in realtà quel che serve c’è già e quello che manca sarebbe un di più da valutare attentamente una volta entrato e vissuto un po’ l’appartamento: per capire se effettivamente mi serve, le dimensioni e soprattutto cosa sta meglio dove.
Poi il rientro a casa, una doccia e via, di nuovo fuori anche per cena.
Una serata tranquilla, mangiando cotolette alla milanese con pancetta e scamorza affumicata, al sicuro dal temporale che imperversava fuori.