http://youtu.be/h6eNuJdxAoQ
Il punto di questo video è che non importa quanto tu possa essere distante dai protagonisti, ma ti prende e ti colpisce e non può far altro che toglierti il respiro, metterti ansia e lasciarti male, malissimo.
http://youtu.be/h6eNuJdxAoQ
Il punto di questo video è che non importa quanto tu possa essere distante dai protagonisti, ma ti prende e ti colpisce e non può far altro che toglierti il respiro, metterti ansia e lasciarti male, malissimo.
C’è questa cosa che a me piace tantissimo guidare.
Eppure è la prima volta nella mia vita che mi son trovato a fare più di 300km da solo. Non sono abituato.
Però non è stato affatto male. Il sole che entrava dal tettuccio, davanti a me un bel cielo terso e la temperatura che poco alla volta saliva non mano che mi allontano da Milano, una playlist scelta a caso (2007?) con canzoni in ordine casuale.
Ed è incredibile come ogni canzone mi portava in mente un ricordo diverso.
Tipo che quando è partita Shining Star mi son ritrovato nel mio periodo “Limelight” con quel nuovo gruppo di amici della Cattolica (e a ben pensarci, non ricordo neanche più come ero finito a frequentarli!). Ricordo il Limelight al giovedì (o era il venerdì?) sera, il jeans+camicia per entrare, i tavolini sulle scale, la bottiglia di vodka, l’house di quel periodo. Ricordo tutte le foto che ci eravamo scattati, venute ovviamente male causa cappa di fumo. Ricordo la felicità e l’assenza di pensieri di quelle ore a ballare.
E poi invece parte “Pure Imagination”, la versione rifatta dagli Stylophonics. È mi ricordo i viaggi in treno con A., ad ascoltarla a cuffiette smezzate. Prima quella e poi l’originale. E poi, giusto per non farci mancare nulla, passare da queste a qualche canzone a caso Disney. E la più quotata, ovviamente, era “Stia con noi”, cantata senza ritegno in mezzo a pendolari che ci davano sicuramente per matti persi. E chissà , A., come stai e cosa fai.
Sarei già dovuto essere in viaggio, verso l’ospitalità di divani amici. Per rivedere un po’ di facce che non vedo da troppo tempo e con cui è sempre stato impossibile organizzarsi.
Invece sono ancora a casa, indeciso su cosa fare.
E così, avendo praticamente saltato le ferie estive, è il mio turno di prendere qualche giorno di riposo dall’ufficio.
Il problema è che ci sarà da capire bene come riempire questi 10 giorni. Ok, la parte finale è già bella piena e occupata con un progetto folle che si spera – incrociando le dita – vada a buon fine.
Il problema principale sarà gestire l’inizio e quella prenotazione in albergo per una singola, in una città semi-sconosciuta, lontano da tutto e da tutti, solo con me stesso.
Una settimana iniziata quasi in sordina e poi improvvisamente decollata sotto le lame di un frullatore di cose da fare che ti sballonzolava di qua e di là e non sapevi più dove mettere la testa.
Poi oggi capita di uscire all’orario adatto per essere in macchina, imboccare lo svincolo per la A4 per Torino e vedere davanti a te un cielo di quelli che ti toglie il fiato.
C’è questa cosa che mi accorgo capitarmi sempre più spesso.
Arrivo a casa, lascio la macchina in giardino senza alcuna voglia di portarla in garage, apro la portiera per scendere, prendo in mano il telefono e poi finisce che mi distraggo dietro a qualche notifica.
E rimango così, seduto sul sedile, con la portiera aperta. Intanto le luci del giardino e della macchina si spengono, l’aria fresca della notte entra nei polmoni e sono circondato dal buio e dai rumori della notte sileziosa.
Qualche macchina che passa sulle strade vicine, a volte il rumore del vento e delle foglie, altre volte nulla più.
Ed è meraviglioso.
Oggi è il giorno in cui si ci si ricorda di quella data e si pensa a dove eravamo e cosa stavamo facendo prima che succedesse il tutto.
Ma oggi è un giorno brutto anche per altri motivi.
Non so come diamine facevi, ma mi ha sempre fatto incazzare la noncuranza con cui salivi sulla macchina nuova e riuscivi sempre a sporcare la portiera destra con le tue scarpe.
Ora l’ho pulita.
Ma adesso mi fa incazzare il fatto che non ci sei più a sporcarla.
È incredibile quando si possa star male con due segni di punteggiatura.
È un altro importante pezzo di passato che viene per sempre accantonato.
Ed è altrettanto incredibile vedere quanto possano far male like altrui.
🙁