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337 – sorpresa

È stata una giornata bella.

E i presupposti c’erano tutti, visto la sera prima ti arriva un messaggio che bene o male ti dice:

“Ma se domani venissi a Bergamo riusciamo a trovarci?!?”

E come puoi rispondere di no?

Certo, solo per pausa pranzo perché durante la giornata si deve lavorare e ci sono (troppe) cose da finire, però è quanto basta per renderti felice.

Perché c’è qualcuno a cui tieni tantissimo che ha pensato alla tua nuova città per passare un giorno di relax e per passare con te anche solo pausa pranzo.

E così il giorno dopo ti messaggia, ti avvisa che è arrivata, le indichi un parchetto (meraviglioso) vicino all’ufficio in cui inizia a leggere sfruttando la bella giornata. Alle 13 precise è sotto il tuo ufficio pronta per andare a mangiare qualcosa in pausa pranzo. Decidi per un jappo (anche perché sono giorni che hai voglia di jappo) o meglio, decidi per il Miyabi, ma ovviamente scopri che è chiuso per ferie. Consulto rapido con una collega e opti per un baretto fantastico in Borgo Santa Caterina. Poi le chiacchiere, e tic toc tic toc il tempo passa e finisce il pranzo, tu torni in ufficio e a lei indichi la strada per Città Alta.

Arriva sera, le 6 meno qualcosa e dal baretto sotto arriva la consegna di spritz + aperitivo con tzatziki, patatine al bacon (aaawwwww) e altre schifezzine varie, ordinate dal capo direttamente dalla Grecia.

Aperitivi di buone vacanze con tzatziki che arrivano a sorpresa. ❤️

E poi finisci, mandi le ultime mail, chiudi tutto, ti rivedi con lei che ti racconta del suo pomeriggio, della bella giornata di sole, di quanto Città Alta sia meravigliosa e non puoi fare a meno che sorridere e pensare che in fondo lo sai e che hai scelto Bergamo anche per questo.

E poi niente, è ora di prendere le macchine e tornare verso casa, tu davanti in Adam, lei che ti segue con la sua.

Zero traffico, qualche incertezza causata da personaggi che non sanno usare le 4 corsie ma si è a casa in un’oretta. Tempo di una doccia, 4 chiacchiere e poi cena di nuovo con lei e poi ancora si raggiungono amici in un bar per alcuni saluti prima che alcuni partano per le loro vacanze.

E poi crolli addormentato a letto, col sorriso.

336 – TLC

Ero convinto che l’ultimo giorno di lavoro fosse il 7. Invece non è così, visto che il 7 era oggi e oggi non è esattamente stato l’ultimo giorno di lavoro.

Anzi.

Però, anche se faticoso, in questo giorno mi sono tolto delle soddisfazioni lavorative.

E nel frattempo va anche a finire che mi chiama già il tecnico Telecom per attivare la linea, mentre ancora non avevo inviato a Fastweb il contratto firmato, anche perché mi ero accorto di un paio di inesattezze e volevo parlare con un operatore per avere chiarimenti.

Tecnico Telecom che ho scoperto essere necessario perché la Fibra che Fastweb vende a Bergamo in realtà non arriva fino all’abitazione, ma solo fino alla centrale di prossimità, mentre da lì all’abitazione il collegamento è fatto con un doppino che dovrebbe però garantire ottime velocità (incrociate le dita per me).

Comunque, dopo neanche 5 giorni lavorativi dalla richiesta, ho già un signore che vuole fare verifiche e installare, mentre al momento della stipula del contratto mi avevi detto che comunque ci sarebbero voluti almeno 20 giorni minimo…

Il problema ovviamente è che non ho ancora accesso alla casa, quindi ho dovuto rimbalzare il tecnico al 29 e in una successiva telefonata con Fastweb ci siamo accordati perché facessero una nuova richiesta verso fine mese.

Sono rimasto stupito da questa velocità e soprattutto dalla cortesia e gentilezza sia del tecnico Telecom che della ragazza del team social care di Fastweb con cui ho poi chiarito le questioni contrattuali e la gestione dell’installazione.

Ma la cosa migliore è che entrambi davano l’idea di essere preparati e competenti nel loro lavoro e sono riusciti a infondermi una sensazione di fiducia nei confronti delle società di TLC che prima non avevo.

335 – solitudine

Mi chiedo: di cosa avete paura? Della solitudine? Venite a provarla: non è così spaventosa. Certo, bisogna abituarsi, ma non è la bestia nera che tutti pensano.

Altra domanda: avete davvero bisogno di tutta la retorica e il finto interesse da parte degli altri? Non sapete validare da soli le vostre capacità?

Via Matt Brendan – Elogio della solitudine

Il punto è che Matt ha ragione.

Pensandoci bene, è la prima volta che sto sperimentando la solitudine. O meglio, è la prima volta da “cresciuto” che la sto sperimentando. E dico “cresciuto” semplicemente perché, anche se alla soglia dei 30 anni, ho quasi paura a definirmi adulto.

Da bambino ero un tipo solitario, vuoi per lo stampo ricevuto dai miei genitori, vuoi per oggettivi differenti interessi che non permettevano la creazione di legami forti: la mancanza di passione per il pallone, il preferire divorarmi un Piccoli brividi o un libro del Battello a vapore piuttosto che stare fuori all’aria aperta con altri, il provare a risolvere per l’ennesima volta quel malefico enigma dei fiammiferi in Paperon de Paperoni e l’isola del tesoro sul computer di papà.

Ma poi sono cresciuto e in realtà tutto è cambiato. Ho iniziato a sentire il peso del non avere amici, contatti, non condividere esperienze di vita con i miei coetanei (anche fossero stupidate) e con quelli del paesello era ormai tardi. Ma sono arrivate le superiori, l’università, il lavoro, gli amici dei social, una vita di coppia: basta solitudine per anni e anni e anni perché non potevano esistere per principio possibili momenti di solitudine.

E ora è cambiato di nuovo tutto: una vita di coppia che è finita, un cambio radicale di lavoro e casa, l’inizio dell’indipendenza dalla casa natia: è l’inizio di nuove abitudini, ma soprattutto sto imparando a conoscermi, sto imparando a stare da solo con me stesso, a non vergognarmi di mangiare da solo in un ristorante affollato e mi va bene così, anche stare a casa una sera da solo a farmi le mie cose o non far proprio nulla.

La solitudine, alla fine, non è una cosa così brutta.

334 – calmare

Forse qui serve una calmata.

Anche perché oltre alle ore di lavoro in agenzia (e oggi si è lavorato ad oltranza, per tutta una serie di piccole cose che una dopo l’altra hanno fatto perdere un sacco di tempo), ci sono giusto quei 2-3-4-5 clienti extra che fanno sempre comodo per arrotondare e calmare un po’ quell’ansia (in realtà al momento non tanto fondata, anche se uno sgrat scaramantico è d’obbligo) di rimanere senza soldi.

Complice anche la soluzione di alloggio temporanea, che ovviamente non offre la possibilità di vedere comodamente film e telefilm, giocare alla play, complice il tempo che non ha permesso di prendere e girare a caso alla scoperta di Bergamo, complice la estenuante ricerca della casa, il relax si è un po’ fatto desiderare.

Però ora è ora di uno stop.

E capitano giuste giuste queste 3 settimane di ferie, che finiranno col botto del trasloco e mi catapulteranno definitivamente nella nuova vita Bergamasca, senza se e senza ma.

333 – sfida

Lo ammetto: sul lavoro la monotonia è la cosa che meno sopporti.

È ora, sono invece in una situazione che è l’esatto opposto: varietà estrema.

E molte attività per me sono una sfida, perché, ad esempio, in realtà nella mia carriera professionale ho toccato solo di sfuggita quello che è l’adv tradizionale e il creare una campagna degna di questo nome.

È così tutto è nuovo, tutto è bello è tutto è un mettersi alla prova.

E c’è anche la soddisfazione di fare cose per la prima volta e – da quello che ti dicono – farle bene.

332 – matrimonio

E così ieri si sono sposati.

La cerimonia è stata bella e commuovente (no, sposo, non dovevi dire a tradimento quel “prendo te come mia bellissima sposa”), i coriandoli al posto del riso han fatto il loro effetto, il tempo è stato clemente, i festeggiamenti sono stati impeccabili per location, menù, organizzazione dei tempi e poi il tutto è finito con gli sposi e gli invitati più giovani a bere birra in un noto pub della zona.

Il mio abbigliamento ha fatto la sua porca figura, ma la storia delle scarpe è girata talmente tanto che tutti erano preoccupati per me, persino anche la madre dello sposo (maledetti social!).

E insomma, a parte un po’ di rivalità tra i tavoli per colpa degli Haribo-segnaposto e della guerra a rubare le caramelle degli altri, alla fine è stata un giornata di gioia e risate e sorrisi, di quelle che ti lasciano una bella sensazione piacevole, anche se arrivi a casa alle 2 di notte un po’ stanco e crolli addormentato sul letto.

331 – scarpe

Oggi è un grande giorno.

E credevo, per una volta di essere arrivato tranquillo, preparato e pienamente soddisfatto dell’abbigliamento scelto.

Abito bellissimo trovato al primo colpo, la sicurezza di una camicia di Duiliu’s, una elegantissima (ma non troppo) cravatta e pochette color Tiffany da Andrew’s Ties comprata settimana scorsa.

Ma giustamente all’ultimo (o meglio: giovedì sera) mi è venuta ansia per le scarpe. Volevo mettermi le solite, ma alla fine ho pensato che sono un po’ troppo vecchie e usate e forse era il caso di comprare qualcosa di nuovo. Solo che ieri diventava un po’ difficile andare alla ricerca di qualcosa e rimaneva solo oggi mattina. Sì, la mattina stessa del matrimonio.

E pensa di qua e pensa di là, perché non provare a fare un salto a Parabiago, da Fratelli Rossetti? Come potevo immaginare, ovviamente è stato amore a prima vista con un modello della nuova collazione, mica con uno dei 150mila modelli diversi in saldo.

Però alla fine quando si sposano due carissimi amici che conosci letteralmente da una vita, è il minimo che puoi fare, vero?

 

330 – qui

È bello quando prendi e organizzi all’ultimo una serata così.

Parti da Bergamo, ovviamente in ritardo perché ti eri imposto di finire un lavoro (figo) che è anche venuto figo. Arrivi a Milano, alla tua solita e amata Osteria Qui Da Noi. E poi è tutto perfetto.

La compagnia, le chiacchiere, il cibo, il giro per Porta Nuova, Gae Aulenti, corso Como e via fino a Eataly.

E poi alla fine prendi e saluti e inizi a sentire un po’ il peso della difficoltà crescente di organizzare serate così e la paura di perdere di vista persone a cui, in realtà, vuoi un mondo di bene.