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307 – terra

C’è questa cosa che dovrebbe chiamarsi tenere i piedi per terra.

Ma io puntualmente, non ci riesco.

Però è anche quel periodo in cui anche se cado, non mi sto facendo troppo male e troppe cose stanno accadendo così velocemente intorno a me che una cicatrice in più è solo un piccolo trofeo da mostrare… no aspetta non funziona mica così?

304 – coincidenze

È strano come a volte ti ritrovi a vivere e provare più o meno le stesse cose che provano dei tuoi amici. O forse lo strano è la coincidenza di come in quel determinato momento si sta provando la stessa cosa. Un po’ meno strano come loro invece riescano a descrivere molto meglio la situazione, quindi niente, lascio la parola a Xlthlx:

Sono state giornate piene, e serate positivamente piene, e quindi sono arrivata a questo weekend piuttosto soddisfatta.
Come mi era successo già anni fa, quando di giorno insegnavo e la sera studiavo per gli esami, riempire le giornate con cose differenti aiuta moltissimo la mente a focalizzare, nonostante la stanchezza, e a sentire in qualche modo che si sta usando bene il proprio tempo.
È il significato della frase: se si ha molto da mettervi dentro, una giornata ha cento tasche.
Però adesso ho proprio bisogno di un po’ di riposo.

Via: #239 – Si, lo so

 

303 – metodo

Inizia il weekend e si conclude una settimana lavorativa pensante, ma bella e ricca di soddisfazioni.

Il punto però è ripensare a questo 365, perché troppe volte non riesco a scrivere ogni giorno, troppe volte recupero dopo, snaturando un po’ il senso della cosa.

Serve più metodo. Perché dovrebbe diventare una routine costante e non qualcosa che ricordo ogni tanto, giusto?

300 – tonda

E così, con alti e bassi, siamo arrivati a cifra tonda.

Fa strano, molto strano, pensando a tutto il tempo che è passato, quasi volato, e a tutti i cambiamenti della mia vita rispetto a 300 giorni fa.

300 giorni fa mi vedevo qui dove sono oggi, così come sono oggi, a fare quello che faccio oggi? Sinceramente no.

Ma al momento mi piace dove sono, mi piaccio come sono, mi piace quello che faccio.

298 – zen

Ci stavo pensando prima, parlando a cena con un amico.

Tanto sono preso e agitato e sempre di corsa esternamente – tra spostamenti, doppi tripli quadrupli lavori, palestra, corsette, pranzi e cene con amici e amici – quanto in realtà sono sereno e tranquillo internamente – quasi ai limiti dello zen -.

In effetti, a ben pensarci, le ultime decisioni sono state prese più per istinto e per la voglia di “tentar non nuoce”, che non ragionando dieci cento mille volte, magari chiedendo pareri esterni e senza più sapere a chi dare retta.

E invece no. Ho deciso che è meglio sbagliare e rendersi conto di aver fatto una cazzata, dopo averci provato con tutte le proprie forze, che non rimuginare per poi rinunciare e rimpiangere l’occasione per tutta la vita.

E sto vivendo anche con quella scelleratezza di chi non si fa (troppi) problemi se alle 17 di un lunedì di trasferta non è ancora stato prenotato l’alloggio. Tanto, alla fine, tutto si risolve, in un modo o nell’altro.

Quindi, perché sprecare energie in inutili pensieri che ti ingarbugliano la mente e ti bloccano ad ogni passo?

 

297 – stretto

Mi hanno taggato in questa nota su FB:

Le persone care se ne vanno.
E cominciano a farlo quando sono ancora in vita..
Ognuno prende la propria strada, le proprie decisioni..
E sappiamo bene come l’avvicinarsi verso qualcosa irrimediabilmente ti allontani da un’altra.
E vale per persone e cose eh.
Così finiamo distanti, inghiottiti dal tempo, e tutto diventa più difficile.
È un semplice, banale ma fondamentale monito: le persone care, devi tenertele strette, viverle, chiamarle, coccolarle, sgridarle, trattarle cn rispetto, sincerità…
Devi ricordarti di loro anche quando nn presenti, nei momenti di gioia, nn solo di sconforto, ma soprattutto di sconforto xk la consolazione fortifica le alleanze. Non so se tutto questo implichi anche il perdono, ma di sicuro la distanza genera incomprensioni e le incomprensioni sperano nelle seconde possibilità.
Oggi sono felice di tutte le possibilità che ho concesso e mi sn state concesse, e mi andava di ricordarmelo.

È veramente un strana coincidenza, visto che stavo facendo più o meno gli stessi pensieri, in questo (lungo) periodo di cambi.

Il punto è che però ci sono dei casi in cui il tentare di tenere stretto qualcuno non sembra recepito e ricambiato dall’altra persona, per quanto tu ti sforzi di farti sentire e cercarla: non perché hai bisogno di qualcosa, ma solo per il gusto di 2 chiacchiere e rimanere aggiornati reciprocamente sulle proprie vite.

E una volta passi sopra, la seconda volta tenti di far finta di nulla, ma alla terza, quarta, quinta inizi a pensare che sia tutta fatica sprecata, che per l’ennesima volta credevi in un’amicizia che a quanto pare non c’è e decidi di arrenderti

296 – #friendshiphappens

Rubo l’hashtag a qualcuno di molto più creativo di me con le parole, perché è veramente il riassunto perfetto di buona parte del bello di ieri.

Un giornata meravigliosa, ricca di contenuti interessanti e di interventi assolutamente inspiring.

Un’occasione per rivedere amici a cui tengo tantissimo, nonostante le possibilità di incontrarsi siano sempre troppo poche.

Un’occasione per entrare in contatto con persone bravissime, simpatiche, alla mano e assolutamente umili (anche quando in realtà potrebbero permettersi di tirarsela un po’ di più).

E poi quella strana sensazione di come le prime impressioni su Genova (il traffico, la viabilità folle, le colate di cemento) vengano invece completamente ribaltate scoprendo luoghi fantastici, come la villa Durazzo Bombrini, sede dell’evento, e il fantastico Dall’Orso Publichouse dove ci siamo poi recati per concludere la giornata con hambuger e birre.

 

295 – #gamehappens

È oggi: #gamehappens, a Genova.

Sono presente per conto di fuorigio.co efarò del mio meglio per documentare gli interventi via Twitter. Ma sotto sotto è anche l’occasione per rivedere carissimi amici, fare nuove conoscenze, ma soprattutto per scoprire il mondo del gaming da un’altra prospettiva.

E poi, è l’occasione per mangiare chili di focaccia. Quella buona.

294 – veloce

Finora mi credevo uno da corse in solitaria, cuffiette, musica pompata al massimo.

Solo io, il mio passo, la mia fatica.

Mi credevo uno da passo veloce (e di questa settimana è il mio personale record: 5m 34″ al km, su 3km)

E invece mi sono reso conto che non è così. Grazie a 2 amici che mi hanno portato a correre sulla distanza, in un percorso meraviglioso, con calma e tranquillità, chiaccherando e scherzando e ridendo. Non ho accusato il sali scendi delle colline bergamasche e non ho accusato i troppi (5,55) chilometri. E così, altro personale record, questa volta sulla distanza.

E poi, giusto perché siamo in tema di corsa, da martedì sera a riguardo ci saranno belle novità. Ma forse lo scriverò sull’altro blog 🙂