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Tutto è simmetria

Nel mondo del design circolano tante leggende. Altrettante urban legends circolano sul conto di Apple e di Steve Jobs, suo fondatore dall’enorme carisma, capace di aver risollevato l’azienda dalla crisi che l’aveva colpita e di averla guidata per un cammino che l’ha resa pioniera dell’indistria informatica, del design, della musica e del cinema.

Un CEO con un seguito enorme di fan, protagonista di storielline e anedotti e di numerose satire, Re Mida del 21° secolo. E una delle storielle in voga in questi giorni sulla rete è la sua – presunta – fissa per la simmetria e il design.

Preparatevi.

Due viti del pannello laterale sinistro del MacBook sembrano allentate e danno l’impressione che tale pannello non sia ben saldato al resto del computer, come se le viti si fossero spanate e non aderiscano alla filettatura interna.
E ora entra in gioco la leggenda: sembra che gli ingenieri si siano presentati da Jobs con un propototipo del portatile…

Con leggerezza Steve prese il nuovo MacBook, lo capovolse e, indicando la vite non centrata, disse “mettettela al centro”; dopo guardò entrambi i lati del portatile e disse “mettete due viti su questo lato” e allungò il MacBook al team… senza… neanche… aprirlo. 

Così gli ingenieri hanno inserito le 2 viti sul pannello laterale sinistro per nude e crude ragioni estetiche e senza una precisa funzione di fissaggio. Però già che le dovevano inserire..non potevano usarle per fissare meglio il pannello? E la questione simmetria è però relativa, visto che che su un lato ci sono tutte le porte di connessione, sull’altro la fessura dello slot-in del drive cd.

Sottigliezze a parte, sembra che tale leggenda sia confermata. Non solo dai Mac Genius degli Apple Store americani, ma anche dallo stesso design di alcuni negozi: il quadro elettrico è di solito posto nella parte sinistra del negozio, ma ha una sua controparte (ovviamente non funzionante) simmetrica sulla destra.

Da tutto ciò emerge quindi la figura di uno Steve Jobs ossessionato dalla simmetria. Oltre che con una cura maniacale per il design (ma Ive.. fa qualcosa in quell’azieda, o ritira solo i premi?).
Leggenda? Realtà? Nel frattempo le parole del CEO qualche dubbio lo insinuano..

Nel vocabolario della maggior parte delle persone, design significa rivestimenti in legno. Significa decorazione d’interni. È la scelta del tessuto per il copridivano. Per me nulla è più lontano dal significato di design. Il design è l’anima fondamentale di ogni creazione dell’uomo che finisce per esprimersi in consecutivi strati esterni del prodotto o del servizio offerto. 

Questo non è giornalismo

INFORMATICA LA RIVALITÀ
Apre il primo store in Campania nel 2008 venderà anche l’iPhone Gioco, lavoro e multimedialità: l’identikit dei due schieramenti
MARIAGIOVANNA CAPONE I fan dei computer Macintosh sono entusiasti. Ma l’altro esercito del web, i rivali che mai rinuncerebbero a cliccare sulle «finestre» Windows, non demordono affatto e si difendono. Ha appena aperto i battenti il primo e unico Apple Store autorizzato della Campania, e il duello si riaccende. Gli uni contro gli altri armati di mouse. In piazza Carità, nel premium seller «No Code» sorridono Francesco e Claudio, 24 anni ciascuno, preparazione da veri «secchioni» dell’informatica, che supervisionati dal direttore dello store, Gianluca Sampagnano, sono pronti all’ennesima disfida che appassiona e divide il popolo di internet. Sui tre piani dello store sono esposti tutti prodotti leader della Apple, a cominciare dagli iPod, feticcio del terzo millennio con i suoi dieci milioni di pezzi venduti soltanto nei primi quattro mesi del 2007 e con un incremento sullo stesso periodo nello scorso anno del 21 per cento. Ma anche accessoristica indirizzata ai prodotti Apple, dalle auricolari agli impianti audio, dalle bag per notebook fatte su misura e dai colori sgargianti ai software dedicati. Un negozio che per molti napoletani rappresenta una specie di Disneyland della tecnologia, un paese dei balocchi dove «adottare» un computer con cui si farà un bel pezzo di strada insieme. E nonostante l’opening party, una vera e propria convention con la presenza dei vertici di Apple Italia, si terrà soltanto sabato prossimo, i napoletani, tra diffidenza (quella dei seguaci storici di Bill Gates) e curiosità ( quella dei fan di Steve Jones) parlano già da settimane dello store a due passi da via Toledo. In prima fila quelli del visitatissimo portale napoletano «imaccanici.org», che ha perfino registrato un video dal titolo «Quando il Mac ti cambia la vita», messo poi su You Tube, in cui accompagnano proprio nel negozio di piazza Carità il comico Enzo Fischetti. Eugenio, Franz e Stefano dispensano consigli e informano sulle novità del mercato a una comunità appassionata e fedele alla società della mela, che nella filosofia del «think different» basa la propria vita. Il fatto è che l’universo informatico è davvero basato sull’eterna lotta «Apple vs Microsoft», dove questi ultimi sono una massa eterogenea e incostante (ma comunque più diffusa così come i software per Xp 2000) e i primi una setta di fanatici che venera la propria macchina, consapevole del proprio stato elitario. E poi ci sono loro, le gemme di casa Apple: iPod, iTouch (l’iPod con lo schermo) e Aperture, che di sicuro in migliaia si troveranno sotto l’albero stando alle prenotazioni. Senza contare l’attesa per gli iPhone, i rivoluzionari telefoni capaci di tutto. Con l’apertura dello store «No Code», nome preso in prestito da un famoso album dei Pearl Jam, Napoli si candida come capitale del Sud Italia di una élite fedele ed esigente. E la sfida si riaccende.

La fonte? beh, qui. Ma guai a voi se cliccate. Perchè ho riportato io il testo integralmente. E mi sembra già abbastanza patetico di suo. iPhone Gioco (cos’è?)? “della Apple”? Le auricolari? Steve Jones? L’orrore grammaticale “in prima fila quelli del portale , che HA persino registrato un video”? Windows Xp 2000? l’iTouch (che è un iPod con lo schermo – ci mancherebbe solo quello..), Aperture (che si troveranno in migliaia sotto l’albero?).

Patetico. Patetico. E patetico.

Shopping shopping

Oggi è stata una strana giornata.
Prima tappa: redazione. Questa settimana c’è da lavorare un po’, visto lo swap da Quark Xpress (lo odio!) al ben più simpatico, usabile, funzionale (e pesante) InDesign CS3. Una manna dal cielo.
Passo in redazione però solo per tappare un buco. E perdo un treno. E perdo il secondo. E rischio pure di perdere il terzo. Ma mi sbrigo e non lo perdo. Ormai LeNord non potranno più fregarmi: si parcheggia dietro la stazione, a due passi dalla scaletta per salire sulla banchina..
E nel frattempo mi accorgo di un sms arrivato ore (e ore) (e ore) prima. Si messaggia un po’. Ed è la mia metà che mi invita al giroIkea che stiamo rimandando da ormai troppo tempo.
Faccio un paio di calcoli e…. beh, ovviamente ho sbagliato treno! Potevo prendere il treno successivo con molta più calma (e magari riuscire a mangiare qualcosa).
Così, arrivato a Milano.. beh, devo prendere la custodia per Leo. Rigorosissimo salto da Mac@work. Hanno un po’ di custiode, le migliori sono (e rimangono) le Tucano. Peccato per il prezzo, salatissimo. Soprattutto il modello valigetta sottilissima (e quindi comodissima) che mi piace tanto. Era arancio metallizzato, ma diceva che le aveva di tutti i colori (che poi sono arancio, nero, grigio). Rivedo la loro favolosa lampada Lego a forma di meletta mangiucchiata. Un giorno o l’altro comprerò anche quella. O manderò qualcuno a comprarmi.
Dico che ci devo pensare per il prezzo.. e al piano di sotto vedo un iPod Touch. Lo provo. Ma è meraviglioso. E’ una figata!! Sarei persino quasi pronto a strisciare il bancomat. Se solo su internet non ho qualche sconto in più. E se solo ci fosse da 32GB, visto che il 16gb mi andrebbe stretto tra musica, foto e video (sai che figata vedersi Heroes, PrisonBreak, Lost in treno? sullo schermo dell’iPod Touch, messo ovviamente in verticale?). E giochicchiando.. mi è venuto in mente un certo:

Music is my boyfriend
Music is my girlfriend
Music is my dead end
Music is my imaginary friend
Music is my kingsize bed
Music’s where I make my friends
Music is my hot hot bath
My music is where I’d like you to touch 


Eccome se aveva ragione. E’ bellissimo!! Inutile dire che ora aspetto al varco l’iPhone. Sperando che esca con qualche contratto decente così.. ciao ciao 3-cambia-tariffe-a-tradimento!
Uscito dal negozio mi dirigo verso Mondadori in centro. Guardo le stesse custiode, hanno più o meno gli stessi prezzi. E vedo lui, il Nabaztag. E lo vedo pure dal vivo, in tutto il suo candore. E scopro che poggia su una base arrotondata: così può oscillare leggermente. Geniale!
Ma la Mondadori non mi convince. E poi manca la figosissima Fnac, dai prezzi gonfiati, ma dalle mille promozioni. E vi avverto che è quello il logo del misfatto.
A parte la disposizione dei reparti completamente cambiati, scopro il nuovo angolo Apple, con molti computer esposti, accesi, un sacco di iPod Nano (e neanche un classic o un iTouch) e con anche persino un macGenius (che in realtà è un ex dipendente del Mac@Work) e il calendario dei seminari organizzati. Vedo la custodia. Vedo il Mighty Mouse Bluetooth. Vedo Lui, di nuovo. Il maledetto “secondo primo coniglio”. E chiedo cosa devo fare per prenderlo o se mi devono fare una bolla. L’addetto mi dice che posso prendermelo e portamelo a casa. E mi ricorda le fondamentali orecchie colorate. Peccato che sono solo rosa, a cuoricini. Fossero state a tinta unita si poteva fare l’investimento.. ma tanto c’ho un plotter a disposizione. Posso personalizzarlo come voglio, io! E così, fregato da tutti questi conigli che mi dicevano “prendimi” e dalla facilità dell’azione.. me lo prendo sottomano. Cerco lo spazio soci, chiedendo la situazione punti… beh, avevo guadagnato il mio BonusDay (che ti danno dopo 1500€ di acquisti :S). Beh.. ovviamente lo richiedo. E mi porto a casa Nabaztag/tag, Mighty Mouse, custodia grigia (che costava leggermente meno che da M@W e leggermente di più che da Mondadori, ma con lo sconto era tutta un’altra cosa!). Poi faccio un giro all’ultimo piano, il piano libreria. A parte la favolosa novella grafica di Frank Miller che puntavo già da un po’ (cavolo, 300 – film – è proprio uguale a 300 – fumetto – !), volevo L’autobiografia di Alice della Gertrude Stein. Ovviamente non c’era, dovevo ordinarla (seeeee). E così vagando carico come un mulo e con tutto in equilibrio instabile passo davanti a una copertina nera e magenta che mi folgora. E tiro su anche quella.

Passaggio (che ormai era un rito) alle casse, tra fogli foglietti tessere, bancomat, Nabaztag messo dalla cassiera in bilico e che rischiare di morire senza neanche nascere. E me ne sono tornato in uni tanto contento. E sicuro di aver speso un sacco di soldi per una cosa utile (custodia), una cosa che potrebbe avere un motivo (mighty mouse.. non mi andava bene un qualsiasi Logitech? no, eh!) e una che è assolutamente inutile. Il libro nero e magenta non si conta perchè la cultura va sempre bene. E’ da notare però che tutto quello che ha fatto scattare la marea di acquisti è stata la cosa assolutamente inutile. E che quindi dovevo assolutamente comprare.

Lezione in uni.. a cui rischiavo persino di arrivare in ritardo. E senza ancora aver pranzato. Doh!
Fine lezione, punto di ritrovo. Si opta per una cioccolata calda. Finalmente pranzo! Ore 18:15 circa.. metro, 10 chilometri di camminata, macchina, 10km in macchina. E siamo all’Ikea.
Ovviamente si punta subito al ristorante svedese. Si cena. Ma lo si fa con così tanta calma (ed era solo un’insalatona gigante che da Richy’s è molto più buona e costosa) che abbiamo perso un sacco di tempo.
Giro per l’Ikea, fermandosi ad ogni cosa possibile e sognando:

  1. di avere una casa enorme da riempire di (alcuni) mobili Ikea. Soprattutto i nuovi modelli della collezione autunno ’07-’08 VINTAGE: divani floreari, lampade con coprilume in tela multicolore, pouff muccati e Billy neri con disegni bianchi.
  2. di lavorare come arredatori Ikea. Ancora meglio. Tutto lo spazio che vuoi, tutti gli accostamenti assurdi possibili. E un costo (per divertirsi) pari a zero. Anzi, renumerato (anche se credo non molto)!!

E di reparto in reparto, passando per miliardi di cose da acquistare (sarà, ma io mi farei un salotto ikea con mobili laccati bianchi, divani in pelle bianchi con angolo.. il tutto su parete rossa. O Blu. No, meglio rossa).
Ovviamente alla fine ci hanno praticamente sbattuto fuori, ma solo dopo aver pagato gli acquisti. E meno male che non ho trovato i poggia polsi/proteggi scrivania in finta pelle. Sennò spendevo soldi pure per quelli! E che sia chiaro. Mica li acquisterei per i miei polsi. Li acquisterei per non far graffiare la superficie inferiore di Leo. Tratto bene i miei bimbi, io!

Fatto un’orario improponibile (ma credendo di essere in orario, non sapendo leggere un orologio con lancette), è arrivato il tempo di dirigersi verso la redazione. Tornando dove tutto è cominciato. E dimenticandosi di passare da casa a prendere due cose tutto sommato piccole e sottili, ma dal grande valore. E continuare la nottata, lavorando. E poi devo arrivare e aggiornare i blog. E poi devo dare vita al coniglio. E tanto domani ho ben un’ora in treno da sfruttare dormendo, cosa voglio di più?