Ero stato invitato ad un incontro di presentazione di un progetto abbastanza ambizioso: la creazione di una nuova banca operante nel nostro territorio locale.
Un’idea venuta al padre di una mia carissima amica e già supportati da un nutrito gruppo di imprenditori che si trovano in notevole difficoltà con la situazione attuale del sistema creditizio italiano che si rifiuta sempre di più a concedere fidi e di dare anche solo una risposta veloce, puntuale e motivata, al di là della ridicola “quando avrai capitalizzato di più, torna e ri-discutiamo il fido”, che, insomma, se uno chiede un fido è per capitalizzare di più, no?
Un incontro decisamente interessante, non solo per l’illustrazione del progetto, ma soprattutto per la spiegazione di come funziona tutto il sistema delle BCC, le Banche di Credito Cooperativo e dei loro vantaggi rispetto alle banche tradizionali. Le piccole dimensioni, lo stretto rapporto con il territorio, la conoscenza del proprio interlocutore (in entrambi i sensi), la copertura dei risparmi (garantiscono anche le obbligazioni, non solo la liquidità in deposito), la capacità di assumere decisioni rapide su un prestito e la possibilità di dialogare. Un ritorno alle origini, a quello che erano le banche ora diventate grandi colossi che non più hanno rapporti col territorio e che ora pensano solo al guadagno.
Durante l’incontro si è risvegliata in me la parte sopita che aveva studiato economia e tutti gli approfondimenti fatti sulle aziende di credito e come al solito la voglia di dare la mano in un progetto del genere è tanta.
Solo che al momento servono i capitali, oltre che al numero di soci (se ho capito bene, parla di 2 milioni di € minimi, meglio se 3-4 per aprire con tranquillità e almeno 200 soci fondatori). E l’iter burocratico è lunghissimo (almeno 2 anni).
E io posso solo fare numero e fornire ben pochi capitali. Però vorrei, se ci fosse l’occasione, dare una mano per quello che riguarda tutta la parte di comunicazione. E credo che sarebbe una bella esperienza!