Perché qui, anche se a volte si parla solo di Mele, GaGa, si copiano incollano cose figose sul design, in realtà la vita va a avanti.
Va avanti, come al solito, anche se uno la vuole un po’ lasciare fuori da queste pagine bianche e magenta.
E uno la vuole lasciare fuori perché come al solito non bastano mai le lacrime, la rabbia, la tristezza e quel senso di spaesamento di essere a casa e non sentirsi a casa.
Perché ti scontri con un muro che non vuole sentire le tue ragioni, che ha deciso che la tua è la scelta (come se fosse sbagliata), che porta dritta all’inferno.
Perché quando fai notare che qualcuno ha detto queste parole, parte a rinnegare, ad accusarti di essere matto e di avere inventato tutto.
Ti accusa di esserti allontanato e di non parlare più. Ma lo so, è voluto. E li avevo avvisati. Dopo mesi insopportabili li avevo posti davanti ad una scelta, sperando che almeno quello li spronasse in qualche modo.
O mi accettate per quello che sono, o non saprete più nulla di me.
E invece niente, mi sono sbagliato.
Qui si pretende di poter non accettare un figlio e che continui a comportarsi come tale.
E nel calderone delle cose oscene fatte dal figlio genero, tiri pure in ballo la copertina di un libro (Trueblood nello specifico). Come la copertina di un libro dicesse tutto.
E a me partono i problemi, le ansie, i brutti pensieri, le lacrime.
Perché se prima c’è una gola dolorante per il troppo urlare, dopo c’è solo un silenzio straziante che trafigge il cuore. Un silenzio pieno di lacrime che prendono e cadono, sopra ogni cosa.
E si vuole prendere e scappare da questa realtà .
In tutti i modi, veri o fantastici che siano.