È andata.
E anche piuttosto bene, a sentire i presenti.
Un bel po’ di persone, difficilmente quantificabili. Ufficialmente c’erano più di 1000 iscritti all’evento su Facebook. Poi c’erano tutti i contatti, gli amici i conoscenti raggiunti offline.
Ho avuto l’onore di fare una nuova conoscenza, peccato non essere riuscito a beccare qualcun’altro. Purtroppo, solo nel dopo fiaccolata, visto che ovviamente anche oggi ho lavorato.
Nella attesa degli articoli dei giornali di domani (o taceranno la cosa?), ecco quello pubblicato poco da gay.it:
Milano – A volte il silenzio fa più rumore delle grida, e ancor più se è accompagnato da tante piccole fiammelle. Si avverte da subito nell’aria una grande energia, quando numerose sono le persone che cominciano a raggrupparsi in piazza Oberdan intorno alle 20.30. Sembra che stia per succedere qualcosa di speciale o quanto meno di diverso, abituati come siamo ai clamori, la musica, il casino e i colori dei gay pride.
In silenzio, ordinatamente, pochi minuti dopo le 21.00 il corteo, senza nessuno che si sia messo a impartire ordini o istruzioni, si è messo in marcia. Pochi gli striscioni, tante le bandiere rainbow, moltissime le candele. “Presenze non bersagli” recita uno slogan su alcuni piccoli volantini che vengono consegnati. E quanto alle presenze c’è chi parla di 2.000 persone, a occhio e croce la partecipazione sembra sicuramente più massiccia: al primo semaforo di corso Venezia la fiumana di persone arriva a coprire tutto il tratto di strada sino ai Bastioni di Porta Venezia. Durante il percorso, dal centro del corteo non si riesce a scorgerne l’inizio e tantomeno la fine.
Tra i volti noti si scorgono Vladimir Luxuria e Ivan Scalfarotto. Presenti anche i presidenti di Arcigay nazionale e del Cig di Milano. Tanti i gay, le lesbiche, e se da un lato si è notata una scarsa partecipazione di persone trans, molte invece erano le famiglie, con tanto di bambini (e cagnolini) e le giovani coppie di eterosessuali a manifestare la loro solidarietà .
Per circa un’ora, senza nessun intoppo o incidente, è stato attraversato il cuore di Milano, nessun eccesso, nessuno slogan scandito e, come era stato annunciato, nessun comizio finale. Tutto si è concluso con un grande applauso in una piazza San Babila gremita di persone che, in una notte di fine estate, è diventata improvvisamente il salotto buono della Milano gay. Per oltre un’ora, infatti, i manifestanti si sono fermati a conversare, come si converrebbe ai migliori aperitivi della Milano da bere.
Il successo della manifestazione è andato ben oltre le aspettative, e tutto questo dovrebbe, quanto meno, farci riflettere sul modo in cui fino a oggi abbiamo condotto le nostre battaglie e rivendicato i nostri diritti. Il silenzio, si sa, talvolta vale più di mille parole.
Via Gay.it