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Montanelli: “L’Italia di Berlusconi è la peggiore mai vista”

Scopro via Facebook (ehi, qualche volta è persino utile!) questo articolo di qualche anno fa. Così, giusto per ricordarcelo e farci del male.

La Repubblica, 26 marzo 2001

di Laura Laurenzi

MILANO – Sembra essere diventato il nemico numero uno del Polo. Berlusconi gli dà del bugiardo e dell’ingrato, Fini lo descrive come l’ennesimo giornalista “strumentalizzato” dalla sinistra, i giornali della destra portano il suo nome nei titoli di testa in prima pagina. La sua “colpa” è il tradimento: ha dichiarato di votare per il centrosinistra, ha partecipato alla trasmissione di Santoro, dove – capo d’imputazione gravissimo – ha persino dato ragione alla ricostruzione fatta da Marco Travaglio sulle vicende del Giornale. Indro Montanelli ha risposto con le sue armi: un editoriale al veleno sul Corriere della sera in cui restituisce l’accusa di mendacio al Cavaliere, gli replica punto per punto e chiosa: “Chiagne e fotte, dicono a Napoli dei tipi come lui. E si prepara a farlo per cinque anni di seguito”. Dopo l’articolo, da ieri mattina il suo telefono non ha fatto che suonare.

“La cosa più impressionante – racconta Montanelli – sono state le telefonate anonime. Ne sono arrivate cinque una dopo l’altra, tre delle quali di donne. Non so chi avesse dato loro il mio numero, che è assolutamente introvabile. Dicevano tutte la stessa cosa: delle invasate che urlavano: lei che per vent’anni ha mangiato alla mensa di Berlusconi! Io, capirai? Come se io fossi stato mantenuto da Berlusconi”.

Insomma, siamo alle minacce.
“Veramente la scoperta che c’è un’Italia berlusconiana mi colpisce molto: è la peggiore delle Italie che io ho mai visto, e dire che di Italie brutte nella mia lunga vita ne ho viste moltissime. L’Italia della marcia su Roma, becera e violenta, animata però forse anche da belle speranze. L’Italia del 25 luglio, l’Italia dell’8 settembre, e anche l’Italia di piazzale Loreto, animata dalla voglia di vendetta. Però la volgarità, la bassezza di questa Italia qui non l’avevo vista né sentita mai. Il berlusconismo è veramente la feccia che risale il pozzo”.

Lei sembra veramente spaventato.
“No, spaventato no: piuttosto sono impressionato, come non lo ero mai stato. Va bene, mi dicevo, succede anche questo: uno dei tanti bischeri che vengono a galla, poi andrà a fondo. Ma adesso sono davvero impressionato, anche se la mia preoccupazione è molto mitigata dalla mia anagrafe. Che vuole, alla mia età preoccuparsi per i rischi del futuro fa quasi ridere”.

Ma lei è sicuro che la partita elettorale sia già giocata? Il centrosinistra non ha nessuna possibilità di battere Berlusconi?
“Guardi: io voglio che vinca, faccio voti e faccio fioretti alla Madonna perché lui vinca, in modo che gli italiani vedano chi è questo signore. Berlusconi è una malattia che si cura soltanto con il vaccino, con una bella iniezione di Berlusconi a Palazzo Chigi, Berlusconi anche al Quirinale, Berlusconi dove vuole, Berlusconi al Vaticano. Soltanto dopo saremo immuni. L’immunità che si ottiene col vaccino”.

Lei, Montanelli, oggi è diventato il problema politico principale del centrodestra. Da qualche giorno il suo nome è al centro delle dichiarazioni degli uomini del Polo.
“E’ strano: io non avevo mai preso parte alla campagna di demonizzazione: tutt’al più lo avevo definito un pagliaccio, un burattino. Però tutte queste storie su Berlusconi uomo della mafia mi lasciavano molto incerto. Adesso invece qualsiasi cosa è possibile: non per quello che succede a me, a me non succede nulla, non è che io rischi qualcosa, è chiaro. Quello che fa male è vedere questo berlusconismo in cui purtroppo è coinvolta l’Italia e anche tante persone perbene.”.

Tutta questa polemica è nata dal programma di Luttazzi. Lei vede programmi di satira politica in televisione? Come li giudica?
“Ne vedo, come no. Beh: l’unico modo per combattere questa cosa è la satira. Che sia sempre fatta bene però non direi, molto spesso è volgare anche quella. Ma forse è peggiore la facilità, la spontaneità con cui Berlusconi mente, e con cui le sue menzogne, a furia di ripeterle, evidentemente vengono bevute dagli altri. Lui racconta a modo suo la fine della mia direzione al Giornale, il giorno dopo la mia uscita, quando non ho potuto certamente influire più sulla stesura della cronaca. Paolo Granzotto scrisse un resoconto di come erano andate le cose. Ecco: andatevi a rileggere quella cronaca, coincide esattamente con le cose come le ho raccontate io. Berlusconi sostiene che io ero al Giornale sognando di farne un altro: non sta né in cielo né in terra. Questa menzogna è semplicemente una scemenza: quanta volgarità, quanta bassezza”.

Passiamo alle notizie serie °1

Le donne si sposano con Giovanni, il ricco ingegnere, ma poi sognano Gino il muratore.

Parola di Annamaria Bernardini De Pace. Sì, quella lì.

Se il tradimento fosse ancora punito per legge, infatti, secondo l’avvocato, le prigioni italiane sarebbero piene tanto di uomini quanto di donne: il numero delle scappatelle è in costante crescita, specialmente tra le donne, visto che il 64% dice che, se ne avesse la possibilità, tradirebbe il compagno. Secondo gli esperti la scappatella oggi funziona come un antidepressivo naturale, che regala l’occasione di uscire dalla monotonia della quotidianità. […] Al centro dei desideri proibiti al femminile c’è il vero maschio, l’uomo forte e muscoloso, “la sostanza”.

via Ansa.it

Questo non è giornalismo

INFORMATICA LA RIVALITÀ
Apre il primo store in Campania nel 2008 venderà anche l’iPhone Gioco, lavoro e multimedialità: l’identikit dei due schieramenti
MARIAGIOVANNA CAPONE I fan dei computer Macintosh sono entusiasti. Ma l’altro esercito del web, i rivali che mai rinuncerebbero a cliccare sulle «finestre» Windows, non demordono affatto e si difendono. Ha appena aperto i battenti il primo e unico Apple Store autorizzato della Campania, e il duello si riaccende. Gli uni contro gli altri armati di mouse. In piazza Carità, nel premium seller «No Code» sorridono Francesco e Claudio, 24 anni ciascuno, preparazione da veri «secchioni» dell’informatica, che supervisionati dal direttore dello store, Gianluca Sampagnano, sono pronti all’ennesima disfida che appassiona e divide il popolo di internet. Sui tre piani dello store sono esposti tutti prodotti leader della Apple, a cominciare dagli iPod, feticcio del terzo millennio con i suoi dieci milioni di pezzi venduti soltanto nei primi quattro mesi del 2007 e con un incremento sullo stesso periodo nello scorso anno del 21 per cento. Ma anche accessoristica indirizzata ai prodotti Apple, dalle auricolari agli impianti audio, dalle bag per notebook fatte su misura e dai colori sgargianti ai software dedicati. Un negozio che per molti napoletani rappresenta una specie di Disneyland della tecnologia, un paese dei balocchi dove «adottare» un computer con cui si farà un bel pezzo di strada insieme. E nonostante l’opening party, una vera e propria convention con la presenza dei vertici di Apple Italia, si terrà soltanto sabato prossimo, i napoletani, tra diffidenza (quella dei seguaci storici di Bill Gates) e curiosità ( quella dei fan di Steve Jones) parlano già da settimane dello store a due passi da via Toledo. In prima fila quelli del visitatissimo portale napoletano «imaccanici.org», che ha perfino registrato un video dal titolo «Quando il Mac ti cambia la vita», messo poi su You Tube, in cui accompagnano proprio nel negozio di piazza Carità il comico Enzo Fischetti. Eugenio, Franz e Stefano dispensano consigli e informano sulle novità del mercato a una comunità appassionata e fedele alla società della mela, che nella filosofia del «think different» basa la propria vita. Il fatto è che l’universo informatico è davvero basato sull’eterna lotta «Apple vs Microsoft», dove questi ultimi sono una massa eterogenea e incostante (ma comunque più diffusa così come i software per Xp 2000) e i primi una setta di fanatici che venera la propria macchina, consapevole del proprio stato elitario. E poi ci sono loro, le gemme di casa Apple: iPod, iTouch (l’iPod con lo schermo) e Aperture, che di sicuro in migliaia si troveranno sotto l’albero stando alle prenotazioni. Senza contare l’attesa per gli iPhone, i rivoluzionari telefoni capaci di tutto. Con l’apertura dello store «No Code», nome preso in prestito da un famoso album dei Pearl Jam, Napoli si candida come capitale del Sud Italia di una élite fedele ed esigente. E la sfida si riaccende.

La fonte? beh, qui. Ma guai a voi se cliccate. Perchè ho riportato io il testo integralmente. E mi sembra già abbastanza patetico di suo. iPhone Gioco (cos’è?)? “della Apple”? Le auricolari? Steve Jones? L’orrore grammaticale “in prima fila quelli del portale , che HA persino registrato un video”? Windows Xp 2000? l’iTouch (che è un iPod con lo schermo – ci mancherebbe solo quello..), Aperture (che si troveranno in migliaia sotto l’albero?).

Patetico. Patetico. E patetico.