Ne ho parlato persino prima dei Googlisti.
Yeah 😀
Carissimo utente di Google che sei arrivato sulle mie pagine cercando “biografia steve jones apple”, mi spiace.
Qua non la troverai.
E anche ci fosse, tra queste pagine, non la troveresti, usando Google.
Per un semplice e banale motivo: Steve Jobs, eccheccavolo!
Dopo una piccola modifica al theme, ecco che cambiano i pulsantini di Gmail for Google Apps.
Ora, da “More action” sono state tolte le opzioni relative ai label, che hanno ora due pulsanti autonomi: “Move to” e “Labels”. Ma la differenza esatta e precisa tra i due, al momento, mi sfugge..
Update: i nuovi pulsanti sono comparsi pure sulle caselle Gmail “classiche”, non collegate ad un dominio.
Apro la mail targata Google Apps collegata al mio dominio.
E cosa scopro?
Hanno cambiato i colori. E così, a mio avviso, sono semplicemente tremendi, un pugno nell’occhio. Pensavo che finalmente avessero implementato anche sulle Apps la possibilità di scegliere i temi. E invece…
Bleah!
Nuovo google-logo per Jackson Pollock
Sinceramente, mi ci devo abituare.
Ma sembra decisamente più veloce e leggero di prima.
Così, ieri 21 novembre 2008, Google ricordava il 110° anniversario della nascita di René François Ghislain Magritte. E, grazie prima a Serena e poi approfondendo su 02blog, scopro che proprio oggi viene inaugurata una mostra a Palazzo Reale con 100 delle sue opere.
Quando ci andiamo?
31 ottobre.
S. Google ce lo ricorda così…
Università + Lavoro = Google Reader 1000+
Argh!
Ti avevo chiesto di non googlarmi più.
Nonostante la tua promessa, te ne sei fregato.
Te ne sei fregato settimana scorsa. E hai già dimenticato cosa è successo?
Ma te ne sei fregato di nuovo.Â
Sì, ti ho scoperto. Sei arrivato qui, da Google.
No? E invece sì. Alle ore 08:09:33 del 2008-09-26. Sei approdato alla home e poi hai letto l’archivio di settembre.
Poi, non contento alle ore 18:11:32, sei ritornato, sempre da Google, con le stesse keywords. Hai letto ancora l’archivio di settembre, poi sei approdato al tag web.
Ero felice, contento e fiducioso.
Ora sono deluso, arrabbiato (nero) e letteralmente sconcertato dal tuo comportamento.
Vuoi, volete lasciarmi vivere? Ca**o!
Smettela di starmi addosso, di opprimermi, di soffocarmi!
Smettela di fare promesse, dire belle parole. E rimangiarvele subito.
Io sono stufo.
Non posso più andare avanti così.
Avevamo un patto per l’università .
Io rinunciavo a parte della mia indipendenza, per poter frequentare. A condizione però che qui, in casa, ci fossero le condizioni giuste, delle condizioni migliori.
Beh, queste non lo sono.
Per nulla.
E inizio a pensare che ho sbagliato.
Sbagliato ad ascoltare chi mi consigliava di fare di tutto per recuperare il rapporto con voi, perchè siete la cosa più importante della mia vita. E sapete chi me lo aveva detto? Ironia del destino, proprio colui che voi mi state impedendo in tutti i modi di vedere.
Ho sbagliato ad ascoltarlo.
Ho sbagliato a credervi.
Ho sbagliato a pensare che le cose possono migliorare.
Come sempre, è tutta e solo una misera e instabile facciata.
Ma vi rendete conto che mi avete fatto stare male?
Vi rendete conto che mi state facendo male?
E vi rendete conto che, imperterriti, continuate a farmi male, malissimo?
Â
Voglio andarmene. Andarmene da queste quattro mura. E non vi voglio più vedere.Â
Anche se ciò significherà rinunciare ai miei sogni. E per questo, vi ringrazio. Ora siete contenti e soddisfatti?