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Delusioni da shopping

E alla fine siamo usciti.

Un giro al nuovo (beh, ormai mica tanto) svavillante centro commerciale vicino casa.

Un primo giretto da H&M, diretti al (minuscolo) reparto uomo, giusto per scoprire che a) orrore, H&M ha una nuova sottomarca che cose a bassimo prezzo ma con materiali tremendi b) sono troppo grasso per entrare in un pantalone taglia 34 slim c) ci sono molte cose figose, ma rientrano nella categoria del vorrei ma non posso perché: mi fanno sembrare un palo vestito, non ho nulla da abbinarci, non ho mai messo cose del genere, d) mi intistrisce l’idea di dover comprare capi fall/winter quando non mi sono neanche gotuto l’estate.

Poi un giro da Carpisa, giusto per scoprire che il mio portamonete non è ancora arrivato (o mai arriverà).

Poi uno, lunghissimo, da Saturn. Con la voglia di comprarmi il pack Plastation3 + Little Big Planet + PSP a 399€, quando in realtà a Settembre uscirà la nuova PS3 Slim, più piccola e con HD più grosso, allo stesso prezzo, ma avrei ho comunque tempo di giocarci, né ho un televisore HD per sfruttarla al massimo delle sue capacità. E vabbè, poi abbiamo (ho?) sbavato un po’ davanti al TV Samsung Serie 7 a tecnologia LED. Lo necessito per il mio (nostro?) salotto. E abbiamo perso tempo alla ricerca della chiavetta USB perfetta (e siamo finiti su una SONY 8GB con sistema di chiusura a molla. Figossima).

Poi giretto da Games Stop per vedere se c’era qualcosa di interessante.

Poi al TreEsse Sport, attirati da magliette Tokidoki in vetrina, ma ovviamente avevano la nuova collezione da donna e delle bellissime shopping bag Tokidoki+Onitzuka Tiger, ma di modelli maschili neanche l’ombra, a parte un paio di magliettine che no, non mi piacevano per nulla.

E poi un salto all’Iper alla ricerca di un paio di cose per la cena di questa sera. E abbiamo usato con soddisfazione le casse Self&Via, dopo la tragica esperienza di ieri ad un altro Iper (ma lascio al Byb l’onere di parlare delle pessima avventura).

E alla via di corsa a casa.

E la mia mastercard pretende di essere strisciata un po’.

Uff.

[Pootooo, quando vieni a Milano e mi dai una mano a rinnovare tutto il guardaroba!?]

Lamentandosi

È troppo che tengo spenta la macchina fotografica.

Non mi piace tutto quello che non sto scrivendo qui sul blog.

Che, insomma, vorrei prendere, chiudere e riaprire da qualche altra parte, su altri lidi. Un altro nome, un altro me. Perché il me di Meornot? sta lentamente sfumando, in quelle 4 mura, sebbene le 4 mura sappiano benissimo che mi succede, leggendolo proprio su queste pagine.

Dovrei mettermi a lavorare su un paio di cose. Un sito con alcuni ritocchi da fare, un badge viola da preparare, qualche preventivo da mandare.

Però, boh.

Paralysis.

Oggi [riassunto e considerazioni]

Eccoci all’ennesimo post della solita serie (che voi non volete leggere).

È che oggi tra una storia e l’altra non ho fatto nulla. Cioè, sì, ho dormito, studiato Javascript, ho accompagnato un’amica a fare shopping (e parlato, che ne avevamo bisogno entrambi), ho ricevuto una brutta chiamata di lavoro che mi conferma che i prossimi giorni saranno tremendi e lo sarà pure Agosto, ho raggiunto il Byb a Bovisa e siamo andati insieme a fare un aperitivo col Gatto al Lelefant ed è andata bene, tra chiacchere, risate, commenti acidi, camerieri lumaconi e finto-brasiliani.

Eppure ho la sensazione di non aver fatto nulla.

Non nulla in generale. Ma nulla per me.

E domani, in ogni caso, la giornata sarà molto simile…

Definizioni #2

Secondo post per la serie “Definizioni”

La definizione di oggi è bambino, ovviamente contrapposta ad adulto o persona matura.

Persona che nelle cose di tutti i giorni si comporta con loro come un bambino. Pigiama, calzino, etc. E dopo vuole che lo trattino da adulto quando gli fa comodo.

oppure

Si fa trattare da bambino quando gli fa comodo, per poi cercare di farsi accettare come persona matura poco dopo.

Altra definizione su cui riflettere. Soprattutto considerando il fatto che non mi sembra che vado d’amore e d’accordo con i miei, né che mi coccolino troppo. Senza considerare che il caso di permanenza prolungata e forzata in casa forse dovrebbe essere un’eccezione: per sopravvivere una malattia dalla lunga convalescenza e soprattutto per stare tranquilli bisogna pur scendere a compromessi. Non ci si può sempre scornare, anche da malati. Le forze – forse – non ci sono.

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Again and again and again #3

Oggi, fortunatamente, tutto bene.

Nessuno strano giramento, nessun problema in ufficio o a tornare a casa.

Bene, molto bene.

È che ho la strana impressione che forse interiorizzo troppo quello che mi succede a livello mentale e riesco a trasformarlo in malessere fisico.

So di non essermi fatto vivo. Ma avevo bisogno di un po’ di tempo per risistemarmi un po’. Ammetto che ho accusato notevolmente il colpo subito. Che poi, era pure bello forte e doloroso.

E ora… beh, direi che è ora di ricominciare.

A domani.

Lune

Nervosismo, pomeriggio incasinato, programma non fatto.
La tecnologia e il non credito che ci si mette di mezzo.
E ti arrabbi, rispondi male, chiudi le comunicazioni e ti butti sul letto, rannicchiato, solo tu e la tua testolina del cavolo.
Mandi messaggi di getto, non sai cosa pensare, chiami 1 2 3 persone che ovviamente non ti rispondono, prendi la Canon e le chiavi della macchina. Hai mente di fare una cosa, ma salta, e giri di qua e giri di là, a caso, dove ti porta la strada..
E man mano che la luce si abbassa non sai più perché e con chi sei arrabbiato. E ti arrabbi ancora di più con te stesso per esserti arrabbiato.
Poi un messaggio, diviso in due. E una telefonata. Le lacrime scorrono. Metti in moto e questa volta sai dove andare. Guardi nello specchietto e ti fermi. E scendi dalla macchina. Un cielo azzurro e rosa ti sta dolcemente salutando.