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Motociclisti. Hoavutotantapaura.

Stavo tornando a casa, distrutto da una giornata niente male a lavoro.

Calmo, tranquillo per la mia strada. Strada che, nello specifico, passando nel sottopasso di Scarampo/Serra, si restringeva ad una corsia (quella di sinistra), visto che (dice il Byb) lo stanno imbiancando.

Fatto sta che me ne esco calmo e tranquillo dal sottopasso ristretto ad una corsia, andandando alla mia bella e tranquilla andatura cittadina post lavoro e metto la freccia per tornare sulla prima corsia di destra, visto che – si sa – di notte ci sono pazzi che vogliono sfrecciare.

Finalmente non arriva più nessuno e inizio a spostarmi sulla destra e – come me – noto che vogliono fare la stessa manovra anche altre macchine più indietro. Esco quasi dalla mia corsia e compare, all’improvviso, nell’angolino dello specchietto, un motocicista. Arriva da un’altra strada che si immette su quella che stavo percorrendo ora. Entra nella corsia di accelerazione, supera una macchina sulla prima corsia, entra sulla seconda e continua a spostarsi sempre più verso sinistra, per entrare sulla terza corsia, ad elevata velocità.. e sembra quasi che mi punta. Do’ una brusca sterzata (ed una frenata) per evitarlo e lui incurante continua alla sua velocità e lo vedo scomparire, lì davanti a me, zizgagando.

E io, in realtà, ho avuto paura.

Paura di uno che arriva a velocità folle da un’altra strada, si è buttato sulla “mia” strada, ha superato tutto e tutti e mi ha tagliato la strada (3 corsie + quella di accelerazione bruciate in un secondo). Ho avuto paura di uno che percorre a quella folle velocità una strada pericolosa, piena di buche, in piena notte. Ho avuto paura di non riuscire ad evitarlo e che lui si schiantasse contro la mia portiera. E mi sono immaginato la moto sbalzata chissà dove, lui per terra, la telefonata al 118, l’ambulanza, i lampeggianti della polizia, il traffico bloccato. Ma ho avuto paura anche di controsterzare troppo e finire contro la barriera in cemento e prendere il volo. E farmi male, distrugger la macchina. Così, per nulla, per colpa sua.

E non lo capisco il desiderio di velocità, di infrangere i limiti, di mettere a rischio la propria vita (cavoli, vai in giro su due ruote, mica in un cassone con quattro!) e degli altri. Sì, anche degli altri. Perchè, credo, se uno ti viene addosso e si fa male, tanto male, e non è neanche colpa tua, certamente non stai bene, ti senti un po’ la causa di tutto. O almeno, io mi sentirei così.

E così per tutto il viaggio ho avuto questa bruttissima sensazione addosso. Sì, ok, va bene, non è successo nulla. Me se non mi fossi accorto che arrivava? Se non avessi sterzato e frenato in tempo? Se mi prendeva in pieno?

Ci sono eventi, attimi che mi rimangono impressi.

E continuo a pensarci, ragionarci.

Forse troppo.

E a starci male.

Forse troppo.

 

PS:  Uscita obbligatoria al casello di Arluno. Autostrada ristretta da 3 corsie ad una sola. E un pazzo, il più furbo di tutti, che arriva a tutta velocità sulla seconda corsia. Vuole rientrare, visto che nel giro di pochissimo la corsia diventa unica. Peccato che sull’unica corsia disponibile c’ero io. Con la mia solita andatura tranquilla da profonda notte, su un’autostrada letteralmente tempestata di lavori in corso, da anni. E così mi vede, capisce che non può rientrare e tira dritto, tirando su tutti i segnalini “restringi corsia” ed evitando per un soffio una ruspa lì parcheggiata. Senza abbassare minimamente la velocità. Altro spavento. Ma continuo con la mia solita velocità. Esco col telepass. E indovinate lui dov’è? E’ fermo al casello, in coda, per pagare in contanti.

Non ho parole. Ma quanto è stupida e scellerata la gente?