C’è questa cosa che a me piace tantissimo guidare.
Eppure è la prima volta nella mia vita che mi son trovato a fare più di 300km da solo. Non sono abituato.
Però non è stato affatto male. Il sole che entrava dal tettuccio, davanti a me un bel cielo terso e la temperatura che poco alla volta saliva non mano che mi allontano da Milano, una playlist scelta a caso (2007?) con canzoni in ordine casuale.
Ed è incredibile come ogni canzone mi portava in mente un ricordo diverso.
Tipo che quando è partita Shining Star mi son ritrovato nel mio periodo “Limelight” con quel nuovo gruppo di amici della Cattolica (e a ben pensarci, non ricordo neanche più come ero finito a frequentarli!). Ricordo il Limelight al giovedì (o era il venerdì?) sera, il jeans+camicia per entrare, i tavolini sulle scale, la bottiglia di vodka, l’house di quel periodo. Ricordo tutte le foto che ci eravamo scattati, venute ovviamente male causa cappa di fumo. Ricordo la felicità e l’assenza di pensieri di quelle ore a ballare.
E poi invece parte “Pure Imagination”, la versione rifatta dagli Stylophonics. È mi ricordo i viaggi in treno con A., ad ascoltarla a cuffiette smezzate. Prima quella e poi l’originale. E poi, giusto per non farci mancare nulla, passare da queste a qualche canzone a caso Disney. E la più quotata, ovviamente, era “Stia con noi”, cantata senza ritegno in mezzo a pendolari che ci davano sicuramente per matti persi. E chissà , A., come stai e cosa fai.
Feels like, coming home
After traveling a million miles
I am, not alone
Searching for the starlight in the darkest skies
A complex, surface
Laid out right before our eyes
Everything, makes sense
Now that you are by my side
I’m as light as I can be
You got me feeling weightless
You take me on an odyssey
You got me feeling weightless
You make me float free
My love for you is endless
No ties are binding me
Oh I’m in zero gravity
Now I’m in zero gravity
Oh I’m in zero gravity
All the, pain in me
No more needs to be expressed
Feels like, I can breathe
You lift a burden off my chest
Traces, of sadness
No more chain me to the ground
I am, limitless
Ever since you came around
I’m as light as I can be
You got me feeling weightless
You take me on an odyssey
You got me feeling weightless
You make me float free
My love for you is endless
No ties are binding me
Oh I’m in zero gravity
Now I’m in zero gravity
Oh I’m in zero gravity
Now I’m in zero gravity
Oh I’m in zero gravity
I’m as light as I can be
You got me feeling weightless
You take me on an odyssey
You got me feeling weightless
E alla fine è arrivato Settembre ed Apple non se ne sta tranquilla, con un evento in cui si parlerà probabilmente di musica, visto il disegno sugli inviti.
E ci sarà lo streaming in diretta su Apple.com. Che la qualcosa di grosso stia bollendo in pentola?
In ogni caso, c’è una piccola nota:
Viewing requires either a Mac® running Safari® on Mac OS® X version 10.6 Snow Leopard®, an iPhone® or iPod touch® running iOS 3.0 or higher, or an iPad™. The live broadcast will begin at 10:00 a.m. PDT on September 1, 2010 at www.apple.com.
E mi sei venuta in mente pensando che 4 anni sono passati in fretta.
Quattro anni fa eravamo entrambi soli. Per un motivo o per un altro ci eravamo allontanati dai rispettivi gruppi di amici e ci siamo ritrovati. E si stava bene insieme. Io ero sparito, avevo cambiato scuola, non avevo finito il Liceo dove l’avevo iniziato. Poi ero diventato contro voglia uno studente di economia. Tu invece eri alle prese con l’anatomia.
Pensandoci, quattro anni fa, in questo periodo, ero sempre a casa tua. Per tanti motivi, ma anche vedere tutte le partite dell’Italia. Non che il calcio mi abbia mai appassionato, eppure per la Nazionale un’eccezione si può sempre fare.
E poi è bello e divertente vedere le partite con gli amici. E mangiare qualcuno dei tuoi tiramisù.
E mi ricordo anche quella serata, quella della vittoria. La felicità e la gioia. E poi in macchina, via verso Milano, ad intasare il centro. Fare strade alternative, trovare parcheggio e sentire gli amici della Cattolica.
Già , conoscevi alcuni miei cari amici dell’università . E sempre quell’anno, se non sbaglio poi siamo andati in vacanza proprio con uno di loro, A. Era assurdo come con A. mi trovassi così a mio agio, riuscendo a parlare di cose di cui non avevo parlato a nessun altro, neanche a te.
È stata una vacanza strana. Mi ricordo del mare, del sole del primo mattino, con la spiaggia ancora vuota, del condizionatore puntato sul mio lettino e dei pinguini che giravano per la camera quando tu regolavi il termostato.
Ma mi ricordo anche delle tante persone conosciute, degli scambi di cell e di email e delle amicizie richieste su facebook. Scoprire che il mondo è minuscolo e conoscere in Tunisia una piccola genietta laureanda in Cattolica, in Economia.
E non so com’è successo, dev’esserci stato lo zampino di qualcuno. E forse anche qualche mio scazzo, visto che l’idea di essere il gossip del momento del gruppone che si era formato, mi dava veramente fastidio.
Ma poi niente, alla fine è basta parlarsi e tutto è andato a posto. Ed è arriva la fine della vacanza, di quella vacanza e ho lasciato per la seconda volta quel villaggio vacanze con un magone tremendo.
Poi è successo che tu, imperterrita, in quel villaggio sei tornata pure l’anno successivo. E lì hai conosciuto due ragazzi, uno dei quali ora è il tuo ex, l’altro invece continua a girarti attorno, ma alla fine non so bene cosa sia successo.
Il tuo ex ora è mio amico, uno di quelli a cui tengo di più. E trovo assurdo come riesca ad organizzare di vedersi più facilmente con lui che non con te, da quando avete rotto. Ma in fondo, è da quando l’ho conosciuto che è sempre stato così.