Archivi tag: paesello

Grazie, è stato un piacere lavorare per te

Alla fine, sono stato trattato male, malissimo. Paga, praticamente nulla, per quanto abbia lavorato per lui almeno 9 mesi. E dire che, insomma, ci conoscevamo praticamente da sempre. Non credo di esagerare a dire che ho dato una grossa mano per portare avanti il progetto, che senza di me in quella prima settimana infernale forse non sarebbe andato in porto.

Poi le parole, le promesse, un contratto all’orizzonte. Aver impostato tutto sulla fiducia, sulla parola. Credere alle sue promesse, d’altronde perché dubitare? Ci conosciamo da una vita, abitiamo nello stesso paesello. Cosa vuoi che succeda?

Beh, e invece… si è visto com’è andata a finire. Silenzi, mail non risposte, impossibilità a vedersi, impegni improvvisi che fanno saltare appuntamenti.

E ora, vabbé.

Oltre ai danni materiali, la beffa.

E il fatto che in famiglia non si può toccare l’argomento, visto che – di base – secondo loro, ho sbagliato io boccalone a dare fiducia ad uno che conoscevo da una vita. E, ovvio, che se ne discute, si alza la voce e non mi va.

Perché aggiungo arrabbiatura ad arrabbiatura.

Grazie mille.

È stato un piacere lavorare per te.

Telepass bippanti e semafori giallo rossi

Capita che il Telepass voglia funzionare un passaggio sì e l’altro forse, in maniera completamente casuale. Sì, probabilmente il triplo bip significa che la batteria è scarica, però succede che di giorno funziona senza problemi e la sera da’ problemi.

Così, previdente, ho imparato a passare per le corsie promiscui, così se la sbarra non si apre col Telepass, ritiro il biglietto e poi pago all’uscita. Peccato che questa sera non avevo neanche 10 centesimi nel portafogli! Avevo finito i soldi, finito le monete. Dovevo ricordarmi di prelevare, una volta uscito dall’ufficio. E ovviamente me ne sono dimenticato.

Così, arrivato al casello di uscita, penso di pagare col bancomat o con la carta di credito e mi sembra praticamente inutile andare in una con l’omettino. Entro quindi nell’unica corsia che accetta le carte, che ha anche il Telepass.

Il mio Telepass si sveglia, dialoga col casello e bippa allegramente: un bel bip acuto, come se tutto fosse a posto. Peccato che la sbarra è abbassata, il semaforo è rosso. Inserisco il biglietto, ma mi accorgo che il display della colonnina che non ha dati di ingresso del Telepass. Subito dopo compare la tariffa e tento di infilare la carta. Non me la fa infilare in alcun modo. E mentre tento di pagare in qualche modo, la voce mi saluta e mi ringrazia, il semaforo rosso si spegne e la sbarra si alza.

Boh.. alla fine non ha voluto farmi pagare direttamente, mi ha alzato la sbarra. Potrò passare, no? Sì, peccato che appena mi son mosso, mi son visto accecare dallo specchietto con la luce del flash: mi hanno fotografato. Argh!

Ora.. spero, sinceramente, che sia andato tutto bene. E spero di non ritrovarmi brutte sorprese in fattura. Però domani proverò a chiamare l’assistenza clienti e vediamo se a loro risulta tutto regolare.

In ogni caso, giusto per non farmi mancare stranezze, arrivato nel paesello, il semaforo mi accoglieva con 5 lampeggi gialli e uno rosso lunghissimo. Me ne ero accorto da lontano. E mi sono avvicinato pian piano, studiando il “nemico”. Sì, nemico, visto che a quel semaforo c’è la macchinetta antipassaggicolrosso. Così, appurato il comportamento strano, tentavo di calcolare il ritmo per essere sicuro di passare col giallo e non correre il rischio di essere fotografato. Ovviamente, mentro ero fermo al semaforo, sopraggiunge in tutta fretta un grosso SUV che slampeggia all’impazzata con i suoi fari allo xeno.

Me ne frego e mi prendo tutto il tempo che voglio per passare, subito dopo che il rosso è finito. Il SUV, ovviamente, è passato subito dopo di me. Col rosso. Ed è stato flashato.

E tutto sommato gli sta bene. Perchè anche se il comportamento del semaforo era decisamente anomalo e anche se non so quanto sia corretta una multa per passaggio col rosso con un semaforo impazzito, poteva starsene tranquillo e capire che, se ero fermo a quel semaforo, avevo pure qualche motivo, no?

Comunicati stampa [del proprio paesello]

L’amministrazione comunale del mio paesello ci tiene a farmi sapere via mail che..

L’Amministrazione Comunale di Paesello, anche a seguito di esposti pervenuti dalla Cittadinanza, si è attivata presso la competente sede Asl di Paesello Un Po’ Più Grande Settore prevenzione, al fine di segnalare l’anomala presenza di mosche sull’intero territorio comunale.

Il Sindaco ha provveduto a trasmettere la raccolta firme dei Cittadini e nel contempo ha invitato l’ASL ad individuare al più presto l’origine di tale problema che può trasformarsi in emergenza sanitaria e ad intervenire con una massiccia disinfestazione.

L’Amministrazione confida in un pronto intervento dell’ASL e rimane in attesa di conoscere le cause del fenomeno.

Come al solito, in tempo di ben più importanti eventi e discussioni , si raccolgono firme per una (presunta?) invasione di mosche. E sì, le voglio sapere anche io le cause del fenomeno. Già già

Amici del paesello

Nella foga di questi giorni, ho utilizzato questo mio spazietto nel mare del web anche come valvola di sfogo, per riordinare le idee e tentare di capire come stavo.

E un commento appena ricevuto, mi ha fatto tornare in mente che, alla fine, questo blog, potrebbe leggerlo chiunque e che, nella cerchia di chi legge e non si palesa ci sono anche alcuni amici del paesello, a cui, effettivamente, certi aspetti di me potrebbero sembrare una novità.

La volontà di dire qualcosa, parlare, mostrare anche questa parte nascosta di me c’è sempre stata.

Ma è stata frenata dalle solite incognite.

L’incognita dell’accettazione, la paura di rimanere solo, di perdere degli Amici che ho sempre considerato e che considero molto importanti e che, anche se non lo sanno, mi hanno dato una mano ad affrontare momenti difficili, semplicemente con la loro compagnia, la loro vicinanza, le pizzate, le serate cinema o i wiiparty.

Può essere brutto o strano venire a sapere certe cose di me dal mio blog e per questo mi scuso, con la speranza che le mie paure fossero solo stupide e insensate elucubrazioni mentali che non hanno alcuna attinenza con la realtà.

See you soon,
Lo