Di solito non parlo mai di questi argomenti. Ma ho scoperto una cosa. Esisteva un banner. Un banner “Il Papa condanna questo blog”. Un banner che forse per qualcuno era un po’ pesante. Ma che per altri significava un netto allontanamento e una dura critica nei confronti di alcune posizioni espresse dagli esponenti della Chiesa Cattolica. Anzi, come dice lo stesso autore del banner:
I motivi di questo banner li spiegai in questa pagina. Mi sembra chiaro, a parte il tono ironico, il significato: il banner etichetta in modo goliardico il sito come un luogo in cui si esprimono opinioni (filosofiche, politiche, chiamatele come volete) DIFFORMI da quelle della Chiesa Cattolica (si parla quindi di semplice diritto di critica). Le posizioni della Chiesa sono rappresentate dal Papa, suo principale rappresentante, solo per sineddoche, non si tratta di un attacco personale.
[…]
Insomma, per farla breve, questo Papabanner non voleva offendere nessuno e, anche sforzandosi, non credo si possa attribuirgli più significati di quelli esposti (che tra l’altro erano già ben spiegati a suo tempo nell’apposita pagina): diritto di critica e un po’ di ironia. Se uno invece è d’accordo col Papa, perfetto, che non si prenda il banner, non c’è bisogno di insultarmi come molti hanno fatto, attaccandomi personalmente, offendendo me e i miei congiunti. Dei veri cristiani!
Ed ora, però, è giunta la denuncia! Secondo il suo racconto, Burbero Scontroso è stato contattato da un lavoratore dell’hosting su cui si trovava il banner, comunicandogli che la polizia li aveva contattati informandoli di una denuncia e quindi lo spazio web era stato disattivato (con conseguente sparizione del banner). Ma, al momento, quella fantomatica denuncia non è ancora arrivata, non è ancora stata ufficializzata (come al solito, in Italia, il denunciato è l’ultimo a saperlo!). E dopo alcuni controlli…
Vengono fuori due cose, una rassicurante, una inquietante. La prima è che non c’è una vera denuncia come mi era stato detto, ma solo la minaccia di una possibile azione legale, ovvero qualcuno ha contattato la polizia e gli ha detto che avrebbe potuto procedere se la cosa non rientrava. La questione inquietante è che io pensavo che a farlo fosse stato uno di quei mitomani senza nulla da fare se non venire ad insultarmi sul blog. Invece si tratta della Chiesa stessa. Esatto. Questo spiega molte cose, come ad esempio il perché la polizia non li ha mandati al diavolo per questa sciocchezza.
E, sinceramente, non capisco. Non capisco il motivo della “denuncia”, dell’intimidazione, per un bannerino, chiaramente provocatorio e satirico che – tra l’altro – non ha neanche riscosso poi così tanto successo (l’autore stesso parla di 500 blog, molti dei quali sconosciuti ai più).
E, tanto per concludere in bellezza:
Il poliziotto mi ha detto che non succederà nulla se le cose rimangono come adesso, ma che io sono libero di rimettere il banner, sapendo però che c’è qualcuno che potrebbe denunciarmi per questo. Questa non è proprio censura in effetti, ma un modo tutto italiano di ottenere lo stesso risultato: non è che ti impediamo di fare una cosa, tu la puoi fare, ma sappi che se lo fai dovrai vedertela con gente molto più potente di te che, magari anche a torto, può vincere in tribunale perché si può permettere dei buoni avvocati.
Povera, povera Italia. Perchè, come viene scritto nei commenti a quel post:
In Italia la responsabilità non è mai proporzionale al potere. Un povero cristo crea il Papabanner e lo si oscura. Un comico lancia delle accuse (fondate) e lo si denigra pubblicamente. Un ministro fa gestacci all’Inno Italiano e non soffre nessuna conseguenza. E’ l’Italian Style: schiacciate le formiche, giustificate gli impenitenti.Â
E con questo, veramente, chiudo.
E con questo, sinceramente, la mia voglia di scappare altrove aumenta, sempre più, a dismisura.