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Sinceramente

Sinceramente sono stufo di tornare a casa e trovarti sveglia, ad aspettarmi. E a iniziare una litigata appena giro la chiave nella toppa. Per dire sempre le stesse identiche cose che, tradotte, implicano che io possa mettere il naso fuori di casa solo per andare a lavoro e nient’altro. Neanche uscire nel w-end o anche solo andare a prendere un gelato in piazza. E no, non dirmi di telefonarti. Perchè sai benissimo che è solo ipocrisia. Visto che poi litigeresti al telefono, con tuoi no, no, no, no. E ti chiuderei il telefono in faccia. 

 

Io non posso, non riesco a continuare così. Mi spiace.

Cose non dette

In realtà, nel post precedente, volevo parlare d’altro. Ma poi mi son perso, come mio solito. E alla fine mi sono ritrovato, prima, leggendo sul Reader un post di Xlthlx che ora esiste sono nella cache di Google..

In ogni caso..

fanno di tutto per farlo: contratti a termine, precari, al limite della legalità, stipendi da fame, disorganizzazione cronica, mezzi limitati o assenti, ambiente di lavoro al limite del mobbing, familismo amorale, raccomandazioni, prese per i fondelli limitate o globali, sfiducia parziale o totale, ritmi di lavoro stressanti, ritmi di lavoro inesistenti, totale autonomia che in realtà ètotale indifferenza, responsabilita’ inesistenti, responsabilità riversate sul lavoratore per lavarsene le mani, controllo delle azioni sul lavoro ma totale indifferenza al risultato del lavoro stesso, tante piccole/medie/grandi aziende che alla fine sono in mano a padri/padroni che credono di poter decidere della vita e della morte dei loro dipendenti.

Sì. Alcune di queste cose le ho vissute/le sto vivendo sulle mie spalle, invischiato come sono nel mondo della produzione di massa dell’info(rmazione)grafica. E son queste alcune delle cose a cui ho imparato a disinteressarmi. Non so se sia un bene o un male, ma ora, queste cose, non mi fanno più così tanto male come prima.

Dalla lunga e articolata riflessione di Xlthlx si arriva a questa conclusione:

quello che quindi ne dovresti dedurre e’ per forza di cose: fai il minimo indispensabile, non curati del lavoro perche’ non ne vale la pena, puoi solo ricavarne grosse delusioni.

Già. Purtroppo. Già capitato. Progetti in cui mi sono buttato a capofitto con entusiasmo, per poi ricavarne cosa? Nulla. A parte, ovviamente, falsità, bugie, straordinari non pagati e promesse non mantenute.

care piccole/medie/grandi aziende italiane, vorrei dirvi due paroline.
saro’ molto poco italiana in questo, ma se non faccio qualcosa con vivo interesse preferisco non farla proprio.
e se mi mettete in condizione di lavorare male, di non essere giudicata per il lavoro che faccio ma per mille altre stronzate del cazzo che vi passano per quel cervellino bacato, se pensate di potermi fottere con contratti di merda o orari disumani, se credete davvero di potermi manipolare in un qualsiasi modo, ricordatevi sempre di una cosa: non mi toglierete mai la mia passione.
il che vuol dire che non mi controllerete, non faro’ quello che volete, vi troverete sempre davanti un muro.
e prima o poi me ne andro’ sbattendo la porta, non prima di avervelo messo almeno un po’ in culo.

Sotto la doccia (pensieri)

Ci stavo pensando questa mattina, sotto la doccia.

Tutte le volte che “on-the-net” ho cambiato la mia identità virtuale. Passando da un blog ad un’altro. Cambiando.

Perchè a volte cambiavano le situazioni esterne, a volte quelle interiori.

Stavo rileggendo i vecchi archivi, che sono solo in locale sul mio (vecchio) iBook. Archivi di anni fa. E quanto ero diverso. Solo, nascosto, insicuro, con la necessità di avere uno spazio mio e solo mio (e chissenefrega se non mi legge nessuno).

Poi qualche casino, una migrazione, un cambiamento. Di come vivevo i miei sfoghi online, di quel che doveva essere il mio blog. Che, però, è diventato sempre più stretto, indissolubilmente legato alla mia identità.

E così, un’altro cambiamento. Uno sdoppiamento, per la verità. Tentando di separare la mia vita personale dal lavoro, dalla mia passione. Senza però, diciamocelo, riuscirci bene. Senza riuscire a delineare (e alla fine è pure logico) confini netti.

E così, di nuovo, un cambiamento, recente. Su queste pagine, mescolando di nuovo tutto, facendo casini con le categorie e i tag, con un theme ancora a metà, che probabilmente rimarrà abbandonato a se stesso come succede con molti dei miei (faraonici) progetti.

Ma stavo pensando. Stavo notando come è cambiato non solo lo stile in cui scrivo, ma anche gli argomenti stessi. Forse, un po’, come persona e come blogger, sono cresciuto.

Mi rendo conto che sono mesi che non scrivo più lunghi post lamentosi di quello o di quell’altro, per il lavoro, per gli “amici” o altro.

Forse sto guardando la mia vita con occhi diversi, occhi più comprensivi. O forse no. Forse è solo una mia impressione, perchè ci sono sempre cose, comportamenti, atteggiamenti che non sopporto. Ma forse non mi fanno così male, non mi danno così fastidio come prima. Forse sto diventando insensibile. O forse sto solo imparando, poco alla volta, a dare a ogni cosa il suo giusto peso.

Sicuramente è anche grazie alla serenità interiore che sento sempre più crescere dentro me stesso. E per questo posso solo ringraziare chi mi è accanto. Chi mi ama, chi mi vuole bene come amico, chi mi apprezza come persona, chi trova piacevole perdere tempo con me online.

Sinceramente, mi sento sempre più forte. E in virtù di questa nuova forza voglio riuscire a mettere ordine nella mia vita, far chiarezza su alcuni punti, sistemare alcune (importanti) questioni lasciate in sospeso.

E, come al solito, mi son perso per strada, iniziando a parlare (scrivere) senza un filo logico. Di cos’è che volevo parlare in questo post?

Ricordi preziosi

Torno a casa mentre i primi raggi di sole illuminano la volta scura del cielo, disegnando nubi dalle varie forme.
Torno a casa mentre qualche goccia sola e annoiata scivola senza forza sul parabrezza.
E mi rendo conto che è tardissimo.
Ho poco, pochissimo tempo prima che Morfeo mi colga di sorpresa, affievolendo i ricordi di questa bella serata.
Ho poco, pochissimo tempo per fissare nei ricordi questi momenti di tenerezza vissuti con Te.
E, mentre chiudo gli occhi dal sonno, là fuori si risveglia la vita.
Tanti uccellini cantano felici un inno al nuovo giorno appena iniziato.