Ieri altra giornata di ozio totale.
Sveglia con molta calma, si passa a prendere il Byb che si è svegliato con ancora più calma di me e poi di corsa da un’amica.
Pranzo tranquillo, prosciutto e melone.
E poi fuori a cambiarsi, per tuffarsi in piscina.
Peccato per le condizioni della stessa: una massa unica di foglie sulla superficie e sul fondo a causa del vento (beh, definirlo vento è un riduttivo) della notte prima.
Armati di retini, si inizia la pulizia, quando ci accorgiamo di un riccio in acqua. Lo prendiamo e lo tiriamo fuori e lo appoggiamo all’ombra di un albero. Tenta di appallottolarsi, quindi fortunatamente è ancora vivo.
Continuiamo l’opera di pulizia e alla fine, litigando con varie prese elettriche riusciamo anche ad avviare il robottino che si preoccuper di pulire il fondo al nostro posto.
Nel frattempo il sole è caldo e l’acqua fresca.
Stiamo tutto il giorno in acqua, tranne quando l’amica esce a curare Riccio. Che trema, trema e non vuole mangiare nulla (sperando che un po’ di frutta gli piaccia, ovviamente).
Relax totale. Solo noi, il sole, un venticello fresco, il materassino che galleggia e l’iPod che suona ottima musica.
Poi la doccia, iniziamo a vedere Eagle Eye (molto carino, ora voglio sapere come finisce) e portiamo il riccio nel giardino interno e lo lasciamo lì, con qualcosa da mangiare.
[…]
Alla fine arriviamo a Milano e raggiungiamo amici di amici.
Qualche problema di parcheggio e poi Colonne di San Lorenzo, seduti per terra (che schifo), in mezzo ad un sacco di gente, a bere (finto?) Spritz, birra e vino (portato da casa).
Non esattamente la serata milanese che avevo in mente, che prevedeva per lo meno camerieri e sedie, però qualche volta si può pure fare…
Si torna a casa dell’amica. Controlliamo Riccio. Sparito. Cerca di qua, cerca di là . Ed era finito nell’unico punto che avevamo pensato non finisse. Si era buttato nel tombino aperto. E poco alla volta stava andando verso le fondamenta della casa. A questo punto, viene pure il dubbio che si fosse buttato volontariamente in piscina. Altro che colpo di vento!
Salvato per l’ennesima volta. E che ne siamo andati, salutato la cara amica, mentre Riccio sembrava si fosse ripreso e zampettava goffamente avanti e indietro (tentando pure di buttarsi giù dal tavolo).