Il cambiamento è arrivato in America, dove tutto è possibile.
Non siamo una collezione di individui.
Siamo gli USA
Barack Obama, 5-11-’08
Il cambiamento è arrivato in America, dove tutto è possibile.
Non siamo una collezione di individui.
Siamo gli USA
Barack Obama, 5-11-’08
Bene o male, vista dall’altra parte dell’Atlantico, era un personaggio che comunicava fiducia, ispirava simpatia e speranza.
Tutto il contrario del suo oppositore e della sua -lasciamoperderecosa- vice.
Lo davano per favorito.
E sembrava troppo bello per essere vero.
E l’America ha assolto il suo dovere democratico, votando, ieri.
E l’America ha scelto lui.
Barack Obama.
Brava America.
E ora c’è speranza e fiducia per quello che farà , per come gli USA riuscirà ad influenzare il mondo, per come gestirà le patate bollenti lasciategli da Giorgio Cespuglio.
Yes, we can.
Sì. Tu e gli USA ci sieti riusciti.
Complimenti
Ok, lo so. Io odio Paris. Però pensare che una bionda come lei si interessi di politica, ovviamente a suo modo, mi fa ben sperare..
Anche Paris Hilton si schiera. Anzi, si vendica contro Mc Cain che l’aveva indicata in uno spot come esempio negativo da non seguire, quintessenza dei disvalori promossi dal mondo della comunicazione. E lo fa lanciando un cocktail pro Barack, come racconta il periodico usa Glamour. È capitato venerdìsera nella sua villa di Los Angeles dove si sono ritrovati oltre mille vip da Jennifer Lopez a Mariah Carey, da John Travolta a Keanu Reeves. “Vi ho convocati qui non solo per divertirvi ma anche per lanciare un messaggio. Io non capisco molto di politica, ma Obama mi sta simpatico ed è per questo che ho ideato un cocktail che ho imparato a mettere insieme nelle isole Fijii, e che ora vi propongo”. Oltre 200 camerieri hanno quindi servito agli invitati il “seven tiki”, un misto a base di rhum, pompelmo rosa, pineaple, il frutto tropicale per eccellenza. Paris si è presentata agli ospiti con una camiciona a fiori, sarong, una gonna di paglia e con al collo una collana di fiori stile laguna blu. Al braccio destro sfoggiava un bel tatuaggio stile Maori. Fin qui niente di nuovo, visto che il cocktail in questione è già trendy da mesi negli ambienti alla moda negli Usa. Il tocco di Paris sta nell’aver ornato il beverone di un ombrellino che raffigura Obama in costume fijiano. Una trovata che ha contagiato già tutti i locali alla moda della costa californiana. “Qualunque cosa faccia io si traduce in moda, in soldi, in business – ha chiosato Paris – per questo ho voluto lanciare questo coktail, è un mio contributo ma non so proprio se Obama gradirà ….”.
Zetterling disegna così (per il quotidiano svedese DN) la situazione italiana.
Povera Giustizia, poveri noi.
Bang. Bang. Bang.
“Ouch! Cos’hai fatto?â€
“Ti ho sparato Silvio, sì. Era una cosa che sognavo di fare da anniâ€.
A Midsummer’s Nightmare, incubi di una notte di mezza estate, tutti da leggere. Giusto per non pensarci troppo seriamente.
Via (indovinate?) XlthlxÂYouTube – Alessandra Mussolini: posti in ”piccionaia”.
Senza aggiungere altro. Perchè il video parla da sè.
“Andiamo a prendere i cattiviâ€. Con questa frase venne annunciato a qualche giornalista presente a Genova, la sera del 21 luglio 2001, da fonti della polizia, l’assalto alla scuola. I giornalisti arrivarono, arrivarono gli operatori e i fotografi, e documentarono. Nessuno si bevve la storia delle armi improprie trovate nella Diaz, quando furono mostrati arnesi da lavoro che appartenevano a un cantiere. Nessuno credette nemmeno per un attimo che, come veniva detto, che il sangue fosse colato da “ferite pregresseâ€, che quei ragazzi con la testa spaccata che piangevano e chiedevano aiuto fossero rimasti feriti durante gli scontri della giornata. Eppure l’irruzione era stata decisa anche per i giornalisti, perché fosse vista. Bisognava dare un segnale. “Si fa sempre così, in questi casi. È un modo per rifarsi dei danni ed alleggerire la posizione di chi non ha tenuto in pugno la situazione. La città è stata devastata? E allora si risponde con una montagna di arrestiâ€. Lo ha dichiarato in aula durante il processo Ansoino Andreassi all’epoca dei fatti vice capo della polizia.
Interessante articolo. Molte cose non le sapevo, non le ricordavo o semplicemente non le voglio sapere. Però credo che certe cose debbano essere sapute. Dobbiamo conoscere la realtà con cui abbiamo a che fare. E’ il nostro Paese. Abbiamo tanti problemi, avvengono molte, troppe cose brutte. Ma dobbiamo conoscere. Dobbiamo sapere. Dobbiamo avere spirito critico. Non possiamo permetterci di essere ignoranti.
In questi giorni sta circolando online quest’elenco. E’ l’elenco di tutti i processi (100.000) che verranno bloccati con l’approvazione al senato della “blocca-processi”.
Lasciando perdere il fatto che Berlusconi è inquisito per corruzione giudiziaria o anche solo il fatto che – dopo tutto quello che ha detto una certa fazione politica contro i clandestini – verranno bloccati anche i processi per immigrazione clandestina, mi chiedo se questo sia il modo giusto per rendere più sicura l’Italia.
A me, sinceramente, c’è qualcosa che non torna.
[…] Può il capo del governo imbrogliare il garante della Costituzione? Può inserire con un artificio un codicillo già respinto per l’inesistenza di “necessità e urgenza”? Deve firmarlo il Capo dello Stato? Può non firmarlo? E’ una strada “difficilmente praticabile”, si dice, anche perché “non ci sono precedenti”. E si comprende. La Costituzione dà per implicita la leale collaborazione tra gli organi dello Stato. Quando questa non c’è o diventa beffa, bisogna esplorare strade nuove. Esistono? Quali sono? Quale contributo culturale intende dare oggi la società dei costituzionalisti a questo confronto? Il governo diffonde la bubbola che il codicillo (liberatorio per Berlusconi) consente ai giudici di affrontare i reati più gravi.
[…]
Forse sarebbe meglio affrontare tutti coloro (e sono moltissimi, i più) che sono sordi ai guai giudiziari di Berlusconi e pensano che “vabbè, è un corruttore, ma per me va bene lo stesso…”. Forse bisogna informarli che, non di Berlusconi si discute, ma della loro, personale sicurezza. Perché se, come sostiene l’avvocato del Cavaliere, diventano reatucci la rapina semplice, il furto in appartamento, l’omicidio colposo degli ubriaconi al volante, il sequestro di persona non a scopo di estorsione (non erano i partiti di governo a suggerire che le zingarelle portano via i bambini dalla culla?), la sicurezza in pericolo non è quella del capo del governo e del suo legale, ma di chi è esposto a questi reati. […]
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Povera italia, poveri italiani. Che lo hanno votato, chiudendo gli occhi, mettendosi i tappi alle orecchie, tappandosi il naso e spegnendo la voce della logica e della ragione.
[…] Il disegno di legge sulle intercettazioni presentato ieri dal governo, infatti, non impedisce solo la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche, con pene fino a 3 anni (e sospensione dalla professione) per il cronista autore dell’articolo e fino a 400 mila euro per l’editore. Le nuove norme vietano all’articolo 2 la pubblicazione “anche parziale o per riassunto” degli atti delle indagini preliminari “anche se non sussiste più il segreto”, fino all’inizio del dibattimento.
Questo significa il silenzio su qualsiasi notizia di inchiesta giudiziaria, arresto, interrogatorio, dichiarazione di parte offesa, argomenti delle difese, conclusioni delle indagini preliminari, richiesta di rinvio a giudizio. Tutto l’iter investigativo e istruttorio che precede l’ordinanza del giudice dell’udienza preliminare è ora coperto dal silenzio, anche se è un iter che nella lentezza giudiziaria italiana può durare quattro-sei anni, in qualche caso dieci. In questo spazio muto e segreto, c’è ora l’obbligo (articolo 12) di “informare l’autorità ecclesiastica” quando l’indagato è un religioso cattolico, mentre se è un Vescovo si informerà direttamente il Cardinale Segretario di Stato del Vaticano, con un inedito privilegio per il Capo del governo di uno Stato straniero, e per i cittadini-sacerdoti, più cittadini degli altri.
Se il diritto di cronaca è mutilato, il diritto del cittadino a sapere e a conoscere è fortemente limitato. Con questa norma, non avremmo saputo niente dello spionaggio Telecom, del sequestro di Abu Omar, della scalata all’Antonveneta, della scalata Unipol alla Bnl, del default Parmalat, della vicenda Moggi, della subalternità di Saccà a Berlusconi, dei “pizzini” di Provenzano, della disinformazione organizzata da Pollari e Pompa, e infine degli orrori della clinica Santa Rita di Milano. Ma non c’è solo l’ossessione privata di Berlusconi contro i magistrati e i giornalisti (alcuni).
C’è anche il tentativo scientifico di impedire la formazione di quel soggetto cruciale di ogni moderna democrazia che è la pubblica opinione, un’opinione consapevole proprio in quanto informata, e influente perché organizzata come attore cosciente della moderna agorà . No alla pubblica opinione (che non sappia, che non conosca) a favore di opinioni private, meglio se disorientate e spaventate, chiuse in orizzonti biografici e in paure separate, convinte che non esista più un’azione pubblica efficace, una risposta collettiva a problemi individuali. […]
Povera, povera Italia.
Temevo (anzi, ero certo) che in breve tempo saremmo ricaduti nel tunnel.
Update: a riguardo, ho trovato anche questo video, con il commento di Marco Travaglio…