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Comunicazione [politica] 2.0 dall’altra parte del Mondo

Sì, la notizia è un altra. E per le cose seriose, vi rimando direttamente al lungo post del Byb.

Però io volevo sottolineare (e in parte citare) quanto già fatto notare dallo stesso Byb alla fine del suo post.

È stato reso pubblico il piano della futura amministrazione Obama. Ovviamente è comparso anche sul sito. Non più BarrackObama.com, ma su change.gov.

Ora, il Presidente è stato scelto. E ora non di deve comunicare il nome, la persona. Ora si deve comunicare il cosa, il come. Ora si deve agire, operare, cambiare. E in tutto questo il Presidente, per quanto importante, passa in secondo piano.

Un sito realizzato a tempo record, con la solita classe e gusto del vecchio.

Non solo comunicazione “dall’alto”, ma anche una minima possibilità di interazione. Quel “Tell us a story” che campeggia nella home, quel Submit your ideas alla fine del post che riassumeva i risultati dell’incontro del team che si occuperà di energia e ambiente, il blog aggiornato anche più volte al giorno e un “Apply now for a job” alla Casa Bianca o in qualche dipartimanento per una non-carreer position.

Boh. Pazzesco.

E il paragone con la situazione italiana… lasciamo stare..

I nostri politici conoscono blog solo per il DDL “Anti-blog”.

Forse. Magari non hanno neanche letto quel decreto legge.

Beccato, di nuovo

Ti avevo chiesto di non googlarmi più.

Nonostante la tua promessa, te ne sei fregato.

Te ne sei fregato settimana scorsa. E hai già dimenticato cosa è successo?

Ma te ne sei fregato di nuovo. 

Sì, ti ho scoperto. Sei arrivato qui, da Google.

No? E invece sì. Alle ore 08:09:33 del 2008-09-26. Sei approdato alla home e poi hai letto l’archivio di settembre.

Poi, non contento alle ore 18:11:32, sei ritornato, sempre da Google, con le stesse keywords. Hai letto ancora l’archivio di settembre, poi sei approdato al tag web.

Ero felice, contento e fiducioso.

Ora sono deluso, arrabbiato (nero) e letteralmente sconcertato dal tuo comportamento.

Vuoi, volete lasciarmi vivere? Ca**o!

Smettela di starmi addosso, di opprimermi, di soffocarmi!

Smettela di fare promesse, dire belle parole. E rimangiarvele subito.

Io sono stufo.

Non posso più andare avanti così.

Avevamo un patto per l’università.

Io rinunciavo a parte della mia indipendenza, per poter frequentare. A condizione però che qui, in casa, ci fossero le condizioni giuste, delle condizioni migliori.

Beh, queste non lo sono.

Per nulla.

E inizio a pensare che ho sbagliato.

Sbagliato ad ascoltare chi mi consigliava di fare di tutto per recuperare il rapporto con voi, perchè siete la cosa più importante della mia vita. E sapete chi me lo aveva detto? Ironia del destino, proprio colui che voi mi state impedendo in tutti i modi di vedere.

Ho sbagliato ad ascoltarlo.

Ho sbagliato a credervi.

Ho sbagliato a pensare che le cose possono migliorare.

Come sempre, è tutta e solo una misera e instabile facciata.

Ma vi rendete conto che mi avete fatto stare male?

Vi rendete conto che mi state facendo male?

E vi rendete conto che, imperterriti, continuate a farmi male, malissimo?

 

Voglio andarmene. Andarmene da queste quattro mura. E non vi voglio più vedere. 

Anche se ciò significherà rinunciare ai miei sogni. E per questo, vi ringrazio. Ora siete contenti e soddisfatti?

“Mi da’ fastidio”. E il banner scomparve.

Di solito non parlo mai di questi argomenti. Ma ho scoperto una cosa. Esisteva un banner. Un banner “Il Papa condanna questo blog”. Un banner che forse per qualcuno era un po’ pesante. Ma che per altri significava un netto allontanamento e una dura critica nei confronti di alcune posizioni espresse dagli esponenti della Chiesa Cattolica. Anzi, come dice lo stesso autore del banner:

I motivi di questo banner li spiegai in questa pagina. Mi sembra chiaro, a parte il tono ironico, il significato: il banner etichetta in modo goliardico il sito come un luogo in cui si esprimono opinioni (filosofiche, politiche, chiamatele come volete) DIFFORMI da quelle della Chiesa Cattolica (si parla quindi di semplice diritto di critica). Le posizioni della Chiesa sono rappresentate dal Papa, suo principale rappresentante, solo per sineddoche, non si tratta di un attacco personale.

[…]

Insomma, per farla breve, questo Papabanner non voleva offendere nessuno e, anche sforzandosi, non credo si possa attribuirgli più significati di quelli esposti (che tra l’altro erano già ben spiegati a suo tempo nell’apposita pagina): diritto di critica e un po’ di ironia. Se uno invece è d’accordo col Papa, perfetto, che non si prenda il banner, non c’è bisogno di insultarmi come molti hanno fatto, attaccandomi personalmente, offendendo me e i miei congiunti. Dei veri cristiani!

Ed ora, però, è giunta la denuncia! Secondo il suo racconto, Burbero Scontroso è stato contattato da un lavoratore dell’hosting su cui si trovava il banner, comunicandogli che la polizia li aveva contattati informandoli di una denuncia e quindi lo spazio web era stato disattivato (con conseguente sparizione del banner). Ma, al momento, quella fantomatica denuncia non è ancora arrivata, non è ancora stata ufficializzata (come al solito, in Italia, il denunciato è l’ultimo a saperlo!). E dopo alcuni controlli

Vengono fuori due cose, una rassicurante, una inquietante. La prima è che non c’è una vera denuncia come mi era stato detto, ma solo la minaccia di una possibile azione legale, ovvero qualcuno ha contattato la polizia e gli ha detto che avrebbe potuto procedere se la cosa non rientrava. La questione inquietante è che io pensavo che a farlo fosse stato uno di quei mitomani senza nulla da fare se non venire ad insultarmi sul blog. Invece si tratta della Chiesa stessa. Esatto. Questo spiega molte cose, come ad esempio il perché la polizia non li ha mandati al diavolo per questa sciocchezza.

E, sinceramente, non capisco. Non capisco il motivo della “denuncia”, dell’intimidazione, per un bannerino, chiaramente provocatorio e satirico che – tra l’altro – non ha neanche riscosso poi così tanto successo (l’autore stesso parla di 500 blog, molti dei quali sconosciuti ai più).

E, tanto per concludere in bellezza:

Il poliziotto mi ha detto che non succederà nulla se le cose rimangono come adesso, ma che io sono libero di rimettere il banner, sapendo però che c’è qualcuno che potrebbe denunciarmi per questo. Questa non è proprio censura in effetti, ma un modo tutto italiano di ottenere lo stesso risultato: non è che ti impediamo di fare una cosa, tu la puoi fare, ma sappi che se lo fai dovrai vedertela con gente molto più potente di te che, magari anche a torto, può vincere in tribunale perché si può permettere dei buoni avvocati.

Povera, povera Italia. Perchè, come viene scritto nei commenti a quel post:

In Italia la responsabilità non è mai proporzionale al potere. Un povero cristo crea il Papabanner e lo si oscura. Un comico lancia delle accuse (fondate) e lo si denigra pubblicamente. Un ministro fa gestacci all’Inno Italiano e non soffre nessuna conseguenza. E’ l’Italian Style: schiacciate le formiche, giustificate gli impenitenti. 

E con questo, veramente, chiudo.

E con questo, sinceramente, la mia voglia di scappare altrove aumenta, sempre più, a dismisura.

Siti archeologici (del governo* italiano, in realtà)

Stavo facendo indagini sulla questione wifi libero/legge antiterrorismo per il post precedente.

E sono incappato nel link del pdf. Bello bello, lo clicco, sapendo però già che capitò ben poco del testo della legge.

E invece mi ritrovo davanti una pagina che capisco ancora meno ad un primo sguardo che recita così:

Errore 404: Pagina non trovata

Se il documento che state cercando è precedente all’8 maggio 2008 vi invitiamo a cercarlo nell’area “Siti archeologici” di Governo.it.

Oppure utilizzate il nostro motore di ricerca o la mappa del sito.

Ebbene sì! Se il documento è precedente all’8 maggio 2008, devo andare nell’area archeologia del sito del governo*. Un’area in cui sono presenti i link ai becchi portali, ognuno (sembra) perfettamente funzionante col proprio motore di ricerca interno.

Ma dico io. Ma siam pazzi!? Archiviare interamente il vecchio sito? Poi.. vecchio! Risale al 2007 ed è stato archiviato a maggio 2008. E quello precedente era del 2006 ed è “vissuto” un solo anno. Perchè i siti vecchi vengono completamente archiaviati e non c’è una funzionalità di ricerca per trovare le informazioni, anche quelle vecchie, in modo facile e comodo!? Perchè se cerco qualcosa di vecchio devo vedermelo con la vecchia, antiquata, scomoda e brutta grafica?

Ma dico io, cambiano la grafica e già che ci sono cambiano tutto il motore che ci sta dietro, quindi vengono “persi” tutti i contenuti!? Tanto, cosa vuoi che costi rifare tutto il sistema dietro ad un portale del genere. Tanto di soldi, in Italia, ne abbiamo!

E a questo punto, se non sono in grado di fare un sito dinamico serio, che passino a WordPress, che almeno è gratis, trovano un sacco di nuovi theme e non c’è mica bisogno di archiviare i vecchi siti!

 

* sì, lo so, governo si dovrebbe scrivere con la maiuscola. Ma, mi spiace, non la merita.